Nick: Pontiac Oggetto: Sfogo Data: 15/6/2004 17.19.46 Visite: 181
Stamattina sono stato ad un funerale. Avevo visto solo due volte l’anziana defunta, la nonna di un mio caro amico. Ho sentito il bisogno, più che il dovere, di stargli vicino in questo momento. In chiesa mi sono messo come al solito a riflettere su alcune questioni. Sono ateo. Il prete parlava come un robot. L’ho scrutato in cerca del pulsante on/off ma non l’ho trovato. Evidentemente era nascosto sotto tutte quelle costose vesti. La chiesa, la religione, i riti. Alzatevi, sedetevi. Vangelo secondo Luca, inginocchiatevi. All’improvviso vedo tutti che si fanno una specie di segno della croce per tre volte, prima in fronte, poi non so dove e poi sul petto. Lo fanno in modo talmente veloce che non ho mai capito dove se lo fanno il secondo segno. La prossima volta mi applicherò e li beccherò. Quando ero più piccolo mi vergognavo un pochino in chiesa, perché non conoscevo quelle formule e quelle parole che tutti sembrano conoscere a memoria. Non che ci andassi spesso in chiesa, ma capitava sempre qualche matrimonio o qualche comunione, insomma quelle cerimonie dove c’è il fotografo gay davanti all’altare, e soprattutto quello del "filmino" che puntualmente stava davanti a me, e io pensavo "Che figura, tutti conoscono ste preghiere e io no, nel filmino sarò l’unico che sta zitto", allora chinavo il capo e iniziavo a bisbigliare, o meglio a muovere la bocca biascicando parole senza senso, per far vedere che anche io conoscevo quelle parole. Ogni tanto mi capita di farlo ancora e mi viene da ridere. Credo che a tutti sia capitato di stare in chiesa e sentire una pazzesca risata che sale dal profondo della gola e fa di tutto per uscire, no? Osservavo il robottino che passo dopo passo portava avanti la funzione. Ad un certo punto ha preso un accendino e dopo vari tentativi ha acceso l’incensiera… credo si chiami così… sono totalmente ignorante in materia di chincaglierie ecclesiastiche e non ho alcuna voglia di farmi una cultura in merito…. Si è avvicinato alla bara e ci ha prima schizzato sopra – credo – acqua santa, e poi ha agitato questa incensiera, e quell’intenso inconfondibile profumo mi ha subito raggiunto. Esiste una vita dopo la morte? Esiste un Dio? Esiste si o no sto paradiso? A che serve sto rito del cazzo? Parole senza senso, gesti ripetuti tante volte, fatti senza pensarci nemmeno su. Preghiere biascicate a memoria, chissà quante persone che dicono il padre nostro o l’ave Maria si soffermano a pensare al significato di quelle parole. Passo dopo passo. L’incenso, l’ostia. A che serve tutto questo? Quella donna non sarebbe andata ugualmente al cospetto del suo Dio senza l’incenso? Senza passare davanti a chi le ha voluto bene chiusa in una bara lungo la navata di un edificio addobbato d’oro e icone e simboli? Davvero Dio fa caso a queste cose? Davvero Dio accoglie a se chi non mangia la carne di giovedì santo (o è il martedi?)? Davvero una persona che ha sempre cercato di fare del bene nella sua vita, che ha sempre rispettato il prossimo, viene considerato peccatore perché non si confessa da anni? Ma Dio non vede tutto dall’alto dei cieli? Che bisogno c’è di andare a raccontare i cazzi propri ad un prete? Quante persone nel mondo potrebbero essere sfamate con le ricchezze della chiesa? Un mese fa è morto il marito di un’amica di mia madre. Il funerale era di domenica pomeriggio. Il prete di questo quartiere già aveva celebrato 3 messe, non poteva celebrarne altre. Ho imparato un’altra cosa: un prete cattolico non può superare le 3 funzioni al giorno. Gli altri preti del paese erano impegnati, e farne venire uno da fuori era impensabile. La trasferta costa troppo. La messa è stata celebrata dal diacono, o chi cazzo era, un laico comunque. Amen. Voglio essere cremato.
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