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Nick: mir
Oggetto: scrivere in mutande
Data: 15/6/2004 22.51.56
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Si, scrivere proprio in mutande. Tutti dietro un monitor che non porta odori, nè forme, nè parole, solo fantasie.
Quando uno legge qualcosa di scritto da una persona qui non può esimersi da immaginarla in una maniera, intento in qualche atteggiamento o postura, vestito così o colà, magari con la faccia uguale a quella pubblicata nella propria pagina.
Ecco, vi tolgo 'sta fantasia: sto scrivendo in mutande.
Ascolto i Daft Punk che ripetono la stessa frase all'ossesso e spingono su un basso che sembra non aver fine. Per me va bene così. Per voi no? Cambiate post.
La stanza intorno non cambia ai colpi del basso. Mi sembra abbastanza indifferente.
Anche il cielo fuori al terrazzo sta inscurendo abbastanza indifferente al resto.
Sembra un copione già scritto chissà da chi e quando. In ogni caso io non c'ero. Avrei apportato qualche modifica.
Avrei voluto più sensibilità, più mani tese e passione.
Avrei sostituito la tragicità del tramonto con un'alba di una luminosa luna piena a schiarare geometrie di palazzi, mare in placido moto, facce d'innamorati (beati loro), il vulcano. Avrei messo frasi di conforto per chi conforto non ne ha, per i malati, per i poveri di soldi e per i poveri di spirito (che mi fanno un po' più pena).
Una volta portai un'amica di Milano sulla cima del vulcano e fu come se il vulcano avesse parlato solo a me. Come se le rocce scure avessero raccontato aneddoti di millenaria storia solo a chi avesse avuto il diritto di ascoltare.
Per la mia amica quello sotto era solo un panorama. Per me erano percorsi di vita. Forse gabbie.
Vedevamo sotto di noi Pompei, Ercolano, Torre del Greco, Napoli e Sorrento. Ed erano tutti stretti stretti percorsi di vita perlopiù predeterminata all'origine. Percorsi che non portavano a niente di buono neanche da quassù.
La pianura ha più percorsi? Forse.
Milano si stende su una gran pianura: ha più possibilità? Forse.
Milano ha però strade con alberi che nessuno guarda. Li ho tutti fotografati nella piazza. Giuro.
Adesso, non so perchè, il lettore di mp3 va su Riccardo Cocciante. Lui è la mia infanzia/prima adolescenza, una delle prime cotte per una ragazzina che lo amava e che me lo faceva ascoltare sempre.
Cocciante cantava ma io guardavo gli occhi di lei, i capelli, i movimenti lenti e unici che mi portavano oltre quello non potevo neanche immaginare.
Anche lei è rimasta solo un concetto, per carità.
Così come è rimasto un concetto questo gesto di portarsi i capelli dietro l'orecchio che, per me, è di una sensualità unica.
Chissà quante persone mi hanno giudicato male per questo mio modo di scrutarle. E che me ne fotte. E' solo un modo capire. Un modo di TENTARE di capire.
Adesso c'è George Micheal "Flawless". Video eccezionale, voce eccezionale, canzone bellissima. Accattatavillo.
La musica va più veloce delle mie emozioni. Aspè.
Anche il buon George fa parte del mio passato remoto ma è così bravo che me lo ritrovo sia in una festa di 14 anni con i WHAM! che adesso con questa. Nella festa dei 14 sono piccolo, insicuro ed elegante e cerco d'invitare a ballare l'unica ragazza che m'interessa.
Lo faccio ma lei guarda da qualche altra parte mentre balla con me. Non incrocia i miei occhi che sarebbero solo per lei. Comincio a pensare che "darsi" o perdersi per qualcun altro è proprio una vaccata.
Le dico: "Sei molto carina ma mi hai appena rubato qualcosa". Ride ma non ha capito.
Arrivano i Pink Floyd a rimettere a posto la situazione. Loro è come se parlassero da sempre.
Solo che li ho scoperti a 32 anni e solo adesso mi parlano.
Strade lontane lontane tra di loro.
Solo da scegliere o da evitare ...per sempre.
Dormo in mutande.
