Nick: otAmArR Oggetto: il dragone e il ciliegio Data: 15/6/2004 23.17.5 Visite: 101
Al mio collo porto appesi due ciondoli, due pendenti. Una Tau di legno di ciliegio, e un drago nero d'argento ossidato. Il primo mostra le sue venature nero rossastre pulsanti, il secondo la sua foggia medievalesca, di quando i draghi erano ancora annoverati nei bestiari del possibile. Il primo, l'iniziale di Theòs: Dio. Il secondo il simbolo del demonio, il dragone leonino. Entrambi appesi a due cordicelle, a due spaghi neri. Ogni movimento le fa arrotolare intorno l'un l'altro. E ormai sono praticamente aggrovigliati tra loro. Ogni mattina mi sveglio e mi guardo assonnato allo specchio. Al mio collo vedo colui che è riuscito a sovrapporsi all'altro. Un giorno il drago nero sovrasta la T, e il giorno appresso la T fa scomparire il drago. Essendo anche piu' grande in dimensioni. Oggi la Tau domina sul dragone. Dio vince sul nemico. Io li vedo come le due componenti della mia anima. E quasi, scaramanticamente, li vedo come segnali per la mia giornata. La Tau, la pace. Il drago la guerra. Perchè, porto un drago e una Tau al collo? Non lo so di preciso, ma penso che sia il conflitto interiore di luce e di tenebre che mi porto dentro. Potrebbe il drago esser il simbolo della mia fantasia, e la Tau le mie certezze. Vivo la vita di ogni giorno, e la vita del mio infinito mai in un crepuscolo, ma continuamente slanciato tra il bianco e il nero. Tra momenti di contemplazione e momenti di azione. Tra momenti di gioia e momenti di tristezza. Mai vissuto momenti di stasi. Mai vissuto momenti di fermo interiore. Penso che in questi 30 anni abbia sempre vissuto. Al massimo delle mie potenzialità. Nel bene e nel male. Qualche psicologo, che a quest'ora non ha niente da fare, potrebbe leggere tutto ciò e dire: CONFLITTO INTERIORE. Non credo nella psicologia, che reputo una parente povera e incomunicativa della filosofia e della religione. Io credo di essere un uomo. Io credo nell'uomo. Nella sua ricerca dell'infinito. E reputo i libri non come risposte, ma come altre domande. E mi sono sempre proclamato orgoglioso della mia umanità. Della mia forza e della mia fragilità. E se mi assale un dubbio, se un drago fa lotta con un Tau, non posso che essere felice e benedire Dio per quel dubbio. Perchè quel dubbio mi proclama sua piccola creatura. Ma straordinariamente caparbia, e tremendamente divina. Non ho mai conosciuto uomo forte della sua forza. Non ho mai conosciuto uomo debole della sua debolezza. Ho solo conosciuto uomini forti in virtù delle proprie debolezze. Ho solo conosciuto uomini sicuri nel proprio dubbio. Ho solo conosciuto uomini. Banalmente uomini. Straordinariamente uomini. Meravigliosamente umani. Pieni, di quel drago e pieni di quella Tau, che giorno dopo giorno, si fanno la guerra sul mio collo. Mo m'agg rutt o cazz e scrivere... me ne vac a cuccà... |