Nick: Nieth Oggetto: problemi (etici) per GOMORRA Data: 22/11/2007 22.11.23 Visite: 335
premettendo che non voglio assolutamente screditare il lavoro di saviano, voglio farvi posare l'attenzione su un particolare, da me già accennato in diverse occasioni. alcuni dei brani di Gomorra sono stati copiati, presi dagli articoli di altri giornalisti napoletani, senza citarne la fonte.
ancora una volta ripeto, non è per screditare l'autore (e lo sottolineo), il discorso è un altro: davanti ad un evidente caso di plagio, come comportarsi? cosa fare se si scopre che il dossier che si credeva raccolto da un solo uomo è invece, almeno in parte, un "collage" ricavato dal lavoro di altri giornalisti? cosa bisogna fare se non c'è nemmeno uno stralcio di citazione della fonte, sotto questi articoli plagiati, talvolta presi con un banale copia e incolla?
cosa dovrebbero pensare gli altri giornalisti meno famosi che, per il loro lavoro, per quello che hanno scritto, hanno subito minacce di morte, aggressioni, sono stati messi di fronte al tentativo di incendio della redazione ed hanno visto recapitarsi il chiaro simbolo di una corona di fiori?
senza screditare il lavoro di saviano (si, lo dico per la terza volta, proprio per evitare critiche sterili ed inutili), vi metto due brani a confronto. a voi il compito di trovare le differenze e poi, a vostra coscienza, di rispondere.
(gomorra, roberto saviano) Venti volanti scortano l’auto in cui viene fatto salire, più quattro lepri, le motociclette che anticipano il percorso, controllando che tutto sia tranquillo. Il corteo fugge, il boss è sul blindato. I percorsi per trasportarlo in caserma potevano essere tre. Attraversare via Capodimonte per poi sfrecciare lungo via Pessina e piazza Dante, oppure bloccare ogni accesso al corso Secondigliano e imboccare la tangenziale per dirigersi al Vomero. Nel caso di massimo pericolo, avevano previsto di far atterrare un elicottero e trasportarlo per aria. Le lepri segnalano che lungo il percorso c’è un’auto sospetta. Tutti si aspettano un agguato. Ma è un falso allarme. Trasportano il boss alla caserma dei carabinieri in via Pastrengo, nel cuore di Napoli. L’elicottero si abbassa e la polvere e il terriccio dell’aiuola al centro della piazza iniziano ad agitarsi in un mulinello a mezz’aria pieno di buste di plastica, fazzolettini di carta, fogli di giornale. Un mulinello di spazzatura. […] Finestrini come sellini, impugnano vistosamente la pistola, hanno sul viso il passamontagna e indossano la pettorina dei carabinieri. Dopo l’arresto di Giovanni Brusca non c’è carabiniere e poliziotto che non voglia farsi riprendere in quella posizione. Lo sfogo per le nottate d’appostamenti, la soddisfazione per la preda catturata…
(cronache di napoli, simone di meo) Quattro motociclisti del nucleo radiomobile fanno da “lepre”. A loro il compito di monitorare la sicurezza del percorso fino a via Morgantini, caserma Pastrengo, sede del comando provinciale dell'Arma. Un tragitto studiato da tempo. Previsto, con tre varianti. Attraversare il rione di Capodimonte per poi sfrecciare lungo via Pessina, piazza Dante. Bloccare ogni via d'accesso al corso di Secondigliano e imboccare la tangenziale per dirigersi al Vomero. Lì il nucleo operativo avrebbe fatto da apripista per via Salvator Rosa. La terza via, quella estrema in caso di pericolo è la traduzione aerea. Un elicottero del terzo stormo è pronto a trasferire il boss in una località protetta dell'hinterland partenopeo. Si sceglie la prima direttiva. Di Lauro viaggia con gli uomini del Ros sul blindato, ai lati e dietro il furgone quattro vetture civetta con uomini coperti da passamontagna. In pugno stringono le Beretta d'ordinanza. Qualcuno impugna il mitra. L'immagine ricalca perfettamente l'arresto di Giovanni Brusca, stessa tensione, stessa adrenalina. Soddisfazione, esultanza. Si sfiorano i 140 orari in via Capodimonte ma all'incrocio con il Garittone qualcosa insospettisce le “lepri”. “Auto sospetta, deviare corteo”, la nota radio rimbalza sulle pattuglie. Un'Honda Civic con a bordo quattro carabinieri in borghese blocca l'incrocio, armi in pugno i militari ispezionano le auto in sosta mentre il corteo di vetture sfila in direzione centro. Dal cielo l'occhio elettronico di due elicotteri Agusta monitorano il percorso. L'agguato è una delle variabili inserite nel piano di trasferimento. I lampeggianti illuminano le vetrine dei negozi, a piazza Dante un gruppo di studenti si rifugia nel Mc Donald's. […] Piazza Carità è un bunker polveroso, il vortice d'aria sollevato dall'elicottero crea uno scenario surreale. cos'è il genio? è fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione.. beh.. non sono bello come clooney nè affascinante come sean connery, nemmeno intrigante come johnny depp.. ma so leccare come lessie! |