27/11/2007
Un innocente progetto scolastico trasformatosi in un vero e proprio caso: quello dell’orsacchiotto "Maometto". Una donna è finita in prigione e rischia 40 frustate per aver utilizzato il nome del profeta dell'Islam. Gillian Gibbons, questo il nome della maestra britannica che sta scontando in una cella del Sudan le conseguenze della propria ingenuità, non si aspettava di finire al centro di feroci polemiche quando invitò i suoi studenti di 7 anni a scegliere un nome per un orsetto di peluche. E soprattutto non poteva immaginare di essere arrestata perché i suoi alunni decisero di chiamarlo “Muhammad”, ovvero Maometto.
In Sudan e per la precisione nella capitale Khartum dove la donna insegnava, è presto esplosa la polemica, dopo i reclami presentati da alcuni genitori al ministero dell’Educazione. L’insegnante 54enne è ora accusata di aver oltraggiato il profeta dell’Islam sulla base di una legge che punisce chi “insulta la fede”. Per i colpevoli 40 frustate, sei mesi di prigione o una multa.
La religione è un tasto estremamente dolente in Sudan, attraversato da un confine invisibile che divide i mussulmani a nord, dai cristiani e dagli animisti a sud. Solo lo scorso anno la pubblicazione delle vignette su Maometto in un quotidiano danese aveva scatenato proteste ben organizzate in moschee e piazze. Ora la scintilla si è riaccesa, a opera di una maestra che voleva insegnare l’amore per gli animali ai suoi alunni.
La vicenda
L’incidente dell’orsacchiotto è scoppiato lo scorso settembre. Gillian Gibbons solo da un mese era andata a incrementare il numero degli insegnanti della Unity High School, una scuola multietnica su modello inglese fondata in una delle zone più verdi della capitale del Sudan. Per invitare i bambini a rispettare gli animali pensò di farli affezionare a un orsacchiotto di peluche. Il primo passo era ovviamente dargli un nome. Con 20 voti a favore e 3 contrari venne scelto dagli alunni Muhammad, uno dei più comuni della nazione, che ottenne più preferenze di Abdullah e Assan.
Ogni settimana, a turno, un bambino doveva accudire l’orsacchiotto e annotare i suoi “impegni” su un quaderno, intitolato “Il diario di Maometto”. Ma alcuni genitori non hanno approvato quel nome.
Sotto accusa è finita ovviamente l'insegnante che, non pensando di scatenare simili reazioni, si è limitata a giustificarsi: “Sono stati i bambini a sceglierlo”.
Per evitare rappresaglie la scuola resterà chiusa fino a gennaio. La maestra è attualmente in carcere e, come fanno sapere le autorità inglesi che stanno lottando per la sua liberazione, “si trova in buone condizioni di salute ma è molto scossa”.
Il sostegno all’insegnante non è mancato. Shahid Malik, primo politico musulmano ad avere assunto un incarico ministeriale nel governo britannico, ha affermato: “Sono disgustato. Si tratta di un terribile errore. Non credo ci fosse malizia”.
Robert Boulos, direttore di un liceo di Khartoum, non ha neppure un dubbio: “E’ stato un errore innocente. La signora Gibbons non avrebbe mai insultato l’Islam. Le avevo detto che era una cosa molto delicata. Lei era totalmente innocente, al massimo troppo ingenua. La cosa davvero triste è che era un’ottima insegnante. E ora sembra che l’abbiamo persa”.