Nick: DeK Oggetto: Paranoie Data: 17/6/2004 18.57.55 Visite: 69
La sorpresa, comunque - e questo discorso potrà for- se suonarvi sorprendente - è un antidoto per il paranoi- co... Anzi, per essere più precisi, lo è il vivere in modo da riservarsi sorprese più o meno frequenti, per accertarsi di non essere diventati paranoici, perché per il paranoico non c'è nulla di sorprendente: tutto succede esattamente come da lui previsto, e anche "più esattamente", a volte. Tutto rientra nel suo quadro. Per noi, però, non può es- serci alcun sistema; forse tutti i sistemi - cioè ogni pro- posizione teorica, verbale, simbolica, semantica ecc. che tenti di agire come ipotesi onnicomprensiva e miri a spiegare tutto - sono manifestazioni di paranoia. Do- vremmo essere contenti della misteriosa, insensata, con- traddittoria, ostile e soprattutto inspiegabilmente calda e generosa totalità del cosiddetto ambiente inanimato - come se si trattasse di una persona, il cui comportamen- to complicato, sottile, non interamente scoperto, profon- do, sconcertante e adorabile è quello di un essere umano nei confronti di un altro. Temibile, a volte. Perennemen- te frainteso. È imprevedibile, e non se ne può essere si- curi: ci si può solo fidare o formulare congetture. Mai che sia come tu pensi, né che ti venga incontro; a volte è assente del tutto, ma poi ti viene in soccorso come per un capriccio estemporaneo, per poi abbandonarti di nuovo - almeno, in apparenza. Non si può mai sapere quel che è in procinto di fare. Ma in fondo così è sempre meglio - o no? - che possedere l'autolesionistica, morta- le e falsa certezza del paranoico, espressa da un mio amico - per scherzo, credo - con le seguenti parole: "Dottore, qualcuno mi sta mettendo qualcosa nel cibo per farmi diventare paranoico". Il dottore avrebbe dovu- to chiedergli se lo facevano gratis o se per quel cibo do- veva invece pagare. -- tratto da: P.K. DICK, "L'androide e l'umano" (1972)
|