Nick: m|r Oggetto: le gabbie e i flussi Data: 9/12/2007 14.32.12 Visite: 161
E' che a volte c'è così poca energia. Così poca volontà di girare pagina. Perchè certi flussi conosciuti ci ammaliano col loro tiepido conforto. Andavo al canile due volte a settimana. Facevo il volontario per dare un po' di sollievo a quelle povere bestie. C'era "tre zampe" che faceva il cane convinto, abbaiando e ringhiando totalmente dimentico di un supporto mancante. C'era "linguaccia" la cui terribile storia gli faceva spuntare la lingua da un buco poco sotto l'occhio. C'era "sansone", il cane più grande che abbia mai visto. Uno scherzo genetico, frutto di chissà quali incroci e per questo abbandonato dai suoi proprietari. E c'erano tante tristi storie di abbandono e violenze. Tra merde e cibo mi muovevo come una crocerossina a togliere gocce dall'oceano. A gennaio, certe volte, faceva così freddo che l'acqua per pulire si solidificava in lunghe lastre biancastre. Era una sorta di espiazione. Lo sapevo. Mi sentivo felice quando ero lì e in colpa quando non ci stavo. Quando stavo a casa e pioveva pensavo a loro. Lì ci andavo con la mia ragazza. Il rapporto logoro e stanco si ravvivava se c'era l'intento comune di far bene. Però lì trovavo anche Miriam. Lei veniva con la madre e faceva un po' le cose che facevo io. Portava i cani in giro e aveva "adottato" qualche canillo desideroso di padrone. Miriam aveva degli occhi dolcissimi ed ogni cosa che diceva mi inteneriva come mai ho più provato. Sembrava che lei veramente potesse curare le ferite del mondo. Quello che io e la mia ragazza a stento riuscivamo a rappezzare, lei lo santificava. E' difficile da spiegare. Ero attratto. Forse troppo. Un giorno ci trovammo a portare al guinzaglio una decina di cani sulla spiaggia. Loro felici per l'insolita libertà ed io felice per starle vicino. Il cielo basso d'inverno minacciava pioggia e freddo ma era bello e delicato e intenso. Miriam si sedette su una vecchia barca di legno ed io accanto a lei. Io feci cenno ai cani e dissi "non è possibile cambiare come vanno certe cose. Il loro destino adesso è la gabbia." Lei si girò, guardandomi con quegli occhi, quei suoi occhi che non riuscirò mai descrivere con le parole, e mi rispose "Loro stanno bene in gabbia, hanno le loro cose, le abitudini e gli altri che conoscono. Però se escono sono anche più felici. ". Poi si girò a guardare quell'orizzonte blu/grigio senza sole. "Bisognerebbe uscire più spesso dalle gabbie" dissi. "O trovare qualcuno che ti mostri la strada" disse lei. Qualche mese dopo smisi di andare al canile e non la rividi mai più. http://www.sergiogandrus.it Ragazzo riflessivo, cerca compagna attiva/passiva per coniugare bei tempi assieme. |