Nick: Bardamu Oggetto: ci vuole la precettazione! Data: 11/12/2007 17.1.21 Visite: 194
di MASSIMO GIANNINI Dopo i taxi, i Tir, l'Italia è ancora una volta ostaggio delle minoranze corporative. L'inconsistenza delle classi politiche alimenta ed esalta l'arroganza delle categorie sociali. Manca un disegno collettivo, manca l'idea di un interesse generale. In questa "mucillagine", per usare una felice espressione del Censis, ogni rivendicazione, anche la più selvaggia, anche la più violenta, diventa possibile. Può anche darsi che gli autotrasportatori che dividono in due la Penisola, forse, tra tanti torti abbiano anche qualche ragione. Ma quello che non è accettabile è che, per farla valere, minaccino i colleghi più "moderati", e soprattutto paralizzino un'intera nazione, scaricando il costo della loro vertenza sul resto del Paese. Bloccando le autostrade, facendo mancare gli approvvigionamenti di carburante, di pane, latte e altri generi alimentari. Ha perfettamente ragione Romano Prodi, quando esprime la sua più totale "riprovazione" per certi metodi, che al posto della sana concertazione privilegiano il conflitto sistemico. Ed ha perfettamente ragione chi invoca la precettazione, visto che i blocchi stradali sono una violazione aperta delle norme di legge. Il problema è che, troppo spesso, questi comportamenti irresponsabili pagano: in Italia un tavolo non si nega mai a nessuno. Lo dimostra ancora una volta l'epilogo della Vandea dei tassisti romani: caso unico al mondo, una categoria che esce da un provvedimento di "liberalizzazione" spuntando un aumento di tariffe del 18%. E invece, con chi tiene sotto ricatto la collettività, non si dovrebbe mai trattare. http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/sciopero-autotrasporto/commento-giannini/commento-giannini.html |