L'Europa riparte da Lisbona. Firmato il nuovo Trattato
L'Unione europea da oggi ha una sua Costituzione. Si chiama Trattato, ed è una versione rivista e più breve della prima Costituzione bocciata dai referendum in Francia e Olanda, due anni fa. L'Europa riparte da Lisbona.
Il nuovo Trattato europeo è stato siglato dai 27 capi di Stato e di Governo della Ue nel chiostro del Monasterio dos Geronimos. Nell'esuberante architettura del gioiello dell'arte sacra portoghese, centinaia di invitati (tutti seduti in un semicerchio) hanno assistito alla cerimonia della firma (con penne d'argento personalizzate) e alla chiamata dei premier, che uno a uno si sono succeduti davanti al testo, dopo aver ascoltato l'Inno alla Gioia e brindato con un Porto del '57 (l'anno trattato di Roma).
Il nuovo trattato è stato firmato dai capi di Stato e di governo e dai ministri degli esteri di tutti i Paesi membri, per l'Italia da Romano Prodi e Massimo D'Alema. Per il Regno Unito è stato però siglato solo dal ministro degli Esteri David Miliband, presente alla cerimonia. Il premier Gordon Brown, che in mattinata ha partecipato a un dibattito in parlamento a Londra, lo ha firmato separatamente nel pomeriggio.
La firma del nuovo trattato, approvato dopo mesi di laboriose trattative, pone fine a sei anni di discussioni sulla riforma istituzionale dell'Ue, che in primo tempo aveva portato 4 anni fa alla adozione della Costituzione europea, poi bocciata però dai referendum di Francia e Olanda.
Il documento. Nelle intenzioni dei Capi di Stato e di governo europei il Trattato dovrà finalmente far funzionare l'Unione attuale, attraverso la presidenza semi-permanente del Consiglio, il nuovo sistema di voto a maggioranza, l'alto rappresentante Ue per la politica estera. L'obiettivo di Bruxelles è quello che in occasione del 2009, prossima scadenza elettorale comunitaria, tutti i paesi membri abbiano approvato il nuovo Trattato. Partirà quindi, dopo la firma di Lisbona, il momento delle ratifiche. Sarà un 2008 delicato, sotto questo aspetto. Oggi sono state firmate le 285 pagine del Trattato che, pur essendo in molti suoi passaggi di non facile comprensione, dovrebbero dare all'Unione europa il tanto richiesto nuovo assetto istituzionale, permettendo ai 27 di operare in sintonia per lo sviluppo e il rilancio del ruolo internazionale del Vecchio Continente.
Presidenza di due anni e mezzo. L'obiettivo primo del Trattato di Lisbona consiste nel rafforzare la capacità dell'Unione di prendere delle decisioni. Innanzitutto, la presidenza dell'Ue non sarà più a rotazione ma il presidente durerà in carica due anni e mezzo. Una figura che dovrà provvedere, contrariamente a quanto per forza di cose accade oggi con la presidenza di sei mesi, a dare all'Unione una continuità politica.
Ministro degli Esteri europeo. Nasce poi l'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'Unione. E' in sostanza il ministro degli Esteri europeo indicato nella Costituzione del 2004, ma non si chiamerà così. L'Alto rappresentante convoglierà su di sé le competenze dell'attuale 'ministro' degli Esteri Solana e del commissario europeo per le Relazioni esterne Ferrero-Waldner.
Commissione di 18 (e non 27).. La prossima Commissione (2009-2014) comprenderà, come ora, un commissario per ciascuno stato membro. A partire dal 2014 il numero dei commissari corrisponderà a due terzi degli Stati membri (18 su 27). Al fine di garantire condizioni di parità tra gli Stati membri è introdotto un sistema di rotazione che farà sì che ogni Stato membro sarà rappresentato in seno a due collegi su tre. Per quanto riguarda il Parlamento, il Trattato ne prevede dal 2009 la riduzione dei membri. Dagli attuali 785 si passa a 750 più uno (il presidente).
Decisioni a maggioranza. Cambia poi la regola di voto relativa alle decisioni che deve prendere il Consiglio europeo. La maggior parte delle decisioni, fino ad oggi prese all'unanimità, saranno prese a maggioranza. L'unanimità (e quindi la possibilità di mettere il veto) rimane per poche materie, fra cui questioni fiscali e di politica estera. Viene introdotto il voto a doppia maggioranza. A partire dal 2014 si avrà la maggioranza su un provvedimento se a suo favore votano almeno il 55% degli Stati in rappresentanza di almeno il 65% della popolazione totale dell'Ue. Fino al 2017 rimarrà in vigore la cosiddetta 'clausola di Ioannina', secondo la quale un gruppo di Paesi rimasti in minoranza può chiedere il rinvio della decisione. Diventa poi vincolante la Carta dei diritti europei.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2007/12/europa-trattato.shtml?uuid=13c03344-a987-11dc-bb6c-00000e25108c&DocRulesView=Libero
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