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Nick: VL82
Oggetto: 30 anni di mito!
Data: 14/12/2007 15.35.26
Visite: 156

Le scarpe. Di cuoio rosso, a punta, che avanzano su un marciapiede di cemento ai bordi di Brooklyn, lo sguardo fiero di italoamericano figlio di una famiglia modesta ma onesta con un figlio prete in crisi per il celibato (forse). Tony Manero è questo, ma è anche una leggenda senza tempo, trent’anni dopo la sua camminata iniziale e quel paio di scarpe che tiene tuttora in armadio, John Travolta continua ad essere per tutti il ballerino snello che il 14 dicembre 1977 apparve in prima assoluta su tutti gli schermi d’America. E divenne un mito capace di sdoganare discomusic e discoteche, prima locali dell’emarginazione gay vietatissimi a fighi di vario genere (per loro c’era solo il night). 

Già, quell’America di Jimmy Carter in recessione economica stava cercando di guarire da traumi come il Vietnam e il Watergate di Richard Nixon, mentre l’incerto Jimmy venuto dai campi di noccioline faceva passi incerti nel mondo. Una nazione traumatizzata che alla fine, il sabato sera, cercava di voltare le spalle a tutto in cerca di sesso, bei vestiti e farsi notare in un bel locale alla moda. Come appunto le discoteche, Mecca clandestina degli omosessuali che finalmente si apriva al pubblico, per tutti.


 


La Febbre del Sabato Sera, film che la stessa Paramount aveva guardato con sfiducia perché in origine ritenuto di serie B e volgarotto, divenne un successo planetario rimasto nella memoria collettiva di tutti noi. Dito puntato in alto e  sgambettii vari ed eventuali a imitazione di Travolta diventarono un must nelle disco di allora. E si parlò di travoltismo, di quelli che si compravano l’abito bianco con camicia nera in poliestere per non sfigurare – muniti di appositi catenoni d’oro – sulla pista luminescente dei locali che anche in Italia cominciavano a prendere il posto delle balere con l’orchestrina e quello “scusi, vuol ballare con me?”, da liceali timidi. 

A trent’anni dal lancio del film nato tra una serie di rinunce e ripensamenti in un momento in cui la nascita del punk sembrava mettere in crisi la disco (che invece risorse e visse almeno fino al 1980, per poi evolvere in altri filoni musicali), questa storia continua a impressionare. 
Perché è perfetta nella sua narrazione: ragazzi che sognano di essere adulti, la violenza, le droghe, quella che ce la vuole fare come Stephanie Mangano (la protagonista femminile) e i Tony Manero commessi in un negozio di vernici che vivono alla giornata per poi capire che è tempo di diventare adulti. Un romanzo di formazione in chiave moderno, in cui il bullismo e le guerre tra bande sembrano figli della stessa cronaca dei giorni di oggi. Condite però da una colonna sonora formidabile e una scena di ballo che resterà per sempre nella storia del cinema.

Visto all'epoca e devo dire che ne rimasi affascinato..  voi giogiovincelli.. l'avete mai visto.. ?




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30 anni di mito!   14/12/2007 15.35.26 (155 visite)   VL82
   re:30 anni di mito!   14/12/2007 15.41.8 (45 visite)   |Ronin| (ultimo)

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