Nick: Bardamu Oggetto: a Provenzano non si alza più!! Data: 17/12/2007 12.4.24 Visite: 185
i pizzini per curare l'impotenza di Provenzano
Arrestato l'infermiere di Provenzano Il boss gli scriveva: "Come si cura l'impotenza?"
L'uomo era in contatto con il deputato regionale di Forza Italia Giovanni Mercadante, in carcere per mafia di SALVO PALAZZOLO
Per più di un anno e mezzo è rimasto un giallo: chi si nascondeva dietro il misterioso "codice 60" segnato nei pizzini di Bernardo Provenzano? Chi era il sanitario che si prendeva cura della salute del capo di Cosa nostra? Tutti gli indizi per individuarlo stavano in quei biglietti ritrovati dalla polizia nel covo del padrino, al momento dell'arresto, l'11 aprile 2006. Il rompicapo ha oggi una soluzione: le indagini hanno portato a Gaetano Michele Arcangelo Lipari, 47 anni, infermiere in servizio all'Ausl 6 di Bagheria, consigliere d'opposizione al Comune di Altavilla Milicia (Palermo), eletto in una lista civica e vicino a Forza Italia.
La squadra mobile diretta da Piero Angeloni e il servizio centrale operativo della polizia hanno incrociato presto le indagini dei carabinieri su alcuni insospettabili di Altavilla, centro a 25 chilometri dal capoluogo siciliano: fra loro, c'era un infermiere in contatto con il deputato regionale di Forza Italia Giovanni Mercadante, medico radiologo che nel luglio 2006 è finito in carcere con l'accusa di essere stato vicino a Provenzano. Così Lipari diceva al telefono a Mercadante: "Giovanni, noi siamo sempre qui ad aspettarti, a darti sempre una mano d'aiuto perché sei un amico nostro, ora lasciando stare la politica, ti aspettiamo sperando di poter crescere in maniera più forte Giovanni...".(...)
(...)"Carissimo - scriveva il 60 a Provenzano - con gioia ho ricevuto tue notizie, mi dispiace sentirti dire che stai non molto bene e la cosa mi fa stare male. Capisco che i tuoi movimenti non sono normali come ognuno di noi ma bisogna che si prenda un provvedimento urgente magari solo per fare la puntura perché non farla può peggiorare la tua situazione". E dopo aver scritto di salute, il 60 chiedeva notizie di alcune estorsioni. Da quando era stato operato di tumore alla prostata, Provenzano doveva fare ogni tre mesi una iniezione di Decapeptyl 11,25 mg, che costa 552,20 euro. La confezione era sulla scrivania del padrino al momento del blitz, dentro una busta dell'ospedale Buccheri La Ferla: per avere conferma dell'identità del codice 60 gli investigatori hanno anche passato al setaccio tutte le farmacie della provincia, lì dove erano state distribuite le 261 scatole di Decapeptyl dalla casa produttrice. Per la vendita, ci vuole non solo la ricetta, ma anche un piano terapeutico. Il padrino non aveva nulla di tutto questo. Provvedeva l'infermiere. Al vaglio della Procura, c'è la posizione di un farmacista.
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