Nick: Bardamu Oggetto: caso speciale Data: 20/12/2007 11.27.6 Visite: 467
SEMBRA una storia limpida, "il caso Visco". Non lo è. Perché monca e sapientemente manipolata. E, come in tutte le storie manipolate, i fatti ne nascondono un'altra. Che racconta le mosse oblique del vertice della Guardia di Finanza e ne svela le ragioni velenose. È notizia di ieri. Il "Giornale", di proprietà della famiglia Berlusconi, "documenta" un brutto affare. In un verbale del 17 luglio 2006, il comandante generale della Finanza, Roberto Speciale, riferisce all'Avvocatura dello Stato di essere stato oggetto di indebite, insistite e minacciose pressioni da parte del viceministro per l'Economia Vincenzo Visco per trasferire quattro alti ufficiali in servizio a Milano.
Quattro ufficiali che, in quel momento "lavorano all'inchiesta" che ha tolto serenità ai Ds, "il caso Unipol". La richiesta di trasferimento non ha nessuna apparente motivazione se non quella, "inconfessabile" di punire servitori dello Stato considerati politicamente inaffidabili dai nuovi inquilini di Palazzo Chigi. Il comandante Speciale resiste coraggiosamente all'arroganza del viceministro e la spunta. I quattro ufficiali restano al loro posto. Il fatto non è nuovo (le cronache del luglio 2006 riferirono diffusamente del conflitto tra comandante generale e viceministro), ma il verbale di Speciale offre pathos, sollecita indignazione. Tra il 13 e il 17 luglio 2006, sembra di vederlo, il generale mentre, assediato nel suo ufficio di viale XXI aprile, prova a spiegare a Visco che non può dare corso immediato a trasferimenti imposti del ministro senza violare la legge. Che esistono delle procedure da rispettare e che a quelle lui starà. Sembra di vederlo ancora, ventilare stoicamente le dimissioni il 17 luglio 2006, quando dall'ufficio del viceministro arrivano arroganti minacce.
La cronaca del "Giornale" porta la firma di Gianluigi Nuzzi. E il dettaglio non è neutro. Serve a entrare nella storia del "caso Visco", a ricostruirne con esattezza i passaggi. A illuminarne i protagonisti. Nuzzi ha ottime fonti nella Guardia di Finanza. Ha tenuto dei corsi alla scuola della Guardia di Finanza. Nella Guardia di Finanza ha raccolto il brogliaccio di un'intercettazione mai trascritta che, nel gennaio 2006, documenta la ormai celebre conversazione telefonica tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ("Abbiamo una banca...") che sprofonda i Ds in uno psicodramma. Ma, soprattutto, Gianluigi Nuzzi ha un amico importante nelle Fiamme Gialle: il generale Emilio Spaziante, che della Guardia di Finanza è stato capo di Stato Maggiore dal luglio 2005 al marzo scorso, quando viene nominato vicedirettore del Cesis (organo di coordinamento dei nosti servizi segreti). Nuzzi e Spaziante si conoscono da tempo e insieme, nel 2004, inciampano in una fuga di notizie per un'indagine sui bilanci dell'Impregilo. Vicenda che appare dimenticata, ma che, nel gennaio 2006, quando si consuma la fuga di notizie su Fassino e Consorte, a molti sembra utile ricordare.
Estate 2006, dunque. Visco è appena arrivato all'Economia, il generale Emilio Spaziante è a Roma ormai da un anno quale capo di Stato maggiore. Fino all'anno prima, ha comandato la Regione Lombardia. E la Lombardia e Milano sono da sempre il suo "collegio". Non c'è foglia che si muova nei comandi territoriali che lui non sappia. Quando dunque lascia per il comando a Roma, Spaziante impone quale suo successore un amico fraterno, un compagno di corso: il generale Mario Forchetti. Per Spaziante è una garanzia doppia. Non solo per l'amicizia, ma per il network che li lega. Entrambi sono stati ufficiali del "II Reparto", l'intelligence della Guardia di Finanza, l'occhio e l'orecchio che lavora in perfetta osmosi con il Sismi dell'ex generale di corpo d'armata della Fiamme Gialle Nicolò Pollari e da cui Pollari pesca decine e decine di suoi ex ufficiali.
Il Sismi di Pollari - la Guardia di Finanza della Lombardia - il capo di Stato Maggiore Emilio Spaziante. E' un triangolo d'acciaio che ha il suo baricentro a Milano dove, in quei mesi, molto bolle in pentola. Non solo le inchieste sulle scalate bancarie e sul caso Unipol, ma anche le vicende di Telecom, le singolari intrusioni nelle anagrafi tributarie alla ricerca di qualche buona notizia sullo stato dei patrimoni dei leader del centro-sinistra.
Epperò, ecco che nel luglio del 2006, il network sembra doversi improvvisamente spezzare. In giugno, il comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, sollecita il viceministro Visco a dare corso a una cinquantina di avvicendamenti di alti ufficiali stilata nei mesi precedenti. Visco prende tempo e chiede di poter prima compiere un giro di orizzonte. Riunisce i direttori generali delle amministrazioni civili dello Stato, i vertici della Guardia di Finanza, chiedendo che su quella lista di trasferimenti faccia le loro osservazioni non solo il generale Spaziante, ma anche l'allora comandante in seconda Italo Pappa e l'ufficiale che dovrà succedergli, il generale Sergio Favaro. Per quel che ne riferiscono oggi fonti qualificate al ministero dell'Economia, Visco raccoglie da Favaro e Pappa un'opinione condivisa che a Milano e nella Lombradia esista "una criticità". Nessuno aggiunge di più. Ma il network che fa capo a Spaziante non è un segreto per nessuno.
Visco chiede dunque al Comandante generale di integrare la lista di trasferimenti già pronta con quattro nomi: il comandante regionale della Lombardia, generale Forchetti; il comandante del Nucleo provinciale Regionale della Lombardia, colonnello Lorusso; il comandante del Nucleo provinciale della polizia tributaria di Milano, colonnello Pomponi; il gruppo dei servizi di polizia giudiziaria, Tomei.
I quattro ufficiali da trasferire diventano presto tre (Tomei scompare dall'orizzonte). E il 13 luglio 2006, a leggere il suo verbale pubblicato dal "Giornale", il comandante generale Speciale entra nel suo personale inferno. Curiosamente, però, lo stesso generale omette di riferire cosa accade il 14 di luglio. Con una nota al viceministro Visco, lo informa di aver predisposto l'avvio dei procedimenti di trasferimento. Indica anche a quali nuovi incarichi saranno destinati: Forchetti sarà il nuovo comandante generale della Regione Piemonte; Lorusso il nuovo capo di stato maggiore del comando interregionale di Milano; Pomponi andrà al comando generale a Roma.
Passano i giorni e al ministero monta l'irritazione perché non si ha alcun segno che quel che Speciale ha scritto nella sua nota avrà un seguito. Ma lo stallo ha una ragione. Consente di manovrare a chi deve impedire che il triangolo Sismi-Spaziante-Milano si spezzi. Viene costruito un primo falso. Che i tre ufficiali da trasferire paghino il loro coinvolgimento nell'indagine Unipol. In realtà, nessuno di loro vi ha mai messo mano. All'inchiesta (e alle sue intercettazioni) hanno lavorato, a Milano, gli uomini del nucleo di polizia valutaria di Roma. Piuttosto è vero che il brogliaccio dell'intercettazione Consorte (di cui si è avuta "fuga di notizie") è stato redatto nella caserma milanese di via Filzi, sede del nucleo di polizia tributaria (quello comandato da Pomponi). Il resto è un gioco da ragazzi. La notizia dei trasferimenti contesi obbliga l'Avvocatura generale dello Stato ad aprire un fascicolo per conoscere "eventuali addebiti disciplinari" sul conto degli ufficiali in predicato di trasferimento. E il caso viene affidato a Manuela Romei Pasetti, amica di famiglia del generale Spaziante. Che, insieme a Speciale, viene sentito ad horas negli uffici della caserma di via Filzi a Milano. I generali Pappa e Favaro, che pure avrebbero qualcosa da dire, e di diverso, dovranno aspettare settembre e saranno sentiti in Procura.
A fine luglio 2006, la partita è chiusa. Spaziante e Speciale hanno vinto. Gli ufficiali da trasferire restano al loro posto. Come i veleni di quella storia. Buoni per essere riproposti ora, che si ricomincia a parlare di un nuovo comandante generale della Guardia di Finanza.
Speciale, 45 voli illegittimi la Corte dei conti: ora paghi
Il riflesso pavloviano con cui, nelle ultime quarantotto ore, parte del centrodestra è tornata a cavalcare rumorosamente l'affare Speciale, ha evidenti ragioni politiche, ma, a ben vedere, tradisce anche antiche consuetudini con il generale. Ancora una volta, sono di un qualche aiuto i documenti con cui il III Reparto Operazioni del Comando Generale della Guardia di Finanza ha dato conto a Palazzo Chigi, alla magistratura militare e contabile, del servizio che il Corpo ha offerto alla Politica nelle ultime due legislature. Aerei, elicotteri, motovedette, motoscafi, messi a disposizione dell'Autorità. Di governo e di sottogoverno. Uno spensierato andirivieni, spesso difficile da giustificare con "esigenze istituzionali" vuoi per le destinazioni, vuoi per le date dei trasferimenti (spesso feriali o in coincidenza di week end), ma utilissimo ad acquisire benevolenze (i documenti, come del resto quelli relativi al solo Speciale, pubblicati ieri, sono consultabili integralmente sul sito di Repubblica.it). Qualche numero. Nei cinque anni di governo di centrodestra (2001 - 2006), il "dispositivo aeronavale" della Guardia di Finanza muove 118 voli e 83 imbarcazioni per garantire il trasporto di autorità politiche. Nell'anno e mezzo successivo (attuale governo di centrosinistra), il dato scende a 24 (voli) e 31 (imbarchi). La statistica, in sé poco indicativa (al di là di un'evidente diminuzione della "prassi", circa il 40 per cento, nel passaggio di legislatura), acquista un suo significato, se si guarda al dettaglio. Tra il 2001 e il 2006, al netto dei viaggi e degli imbarchi per assicurare il movimento dei vicepresidenti del Consiglio, dei ministri dell'Economia che si succedono nell'incarico (Giulio Tremonti e Domenico Siniscalco) e dei loro sottosegretari, sui cui viaggi può essere più complesso sindacare vista la dipendenza gerarchica del Corpo dal ministero e le esigenze di spostamento di un ministro (anche se è significativa una trasferta di Siniscalco all'isola di Cavallo nell'agosto 2005), la platea dei viaggiatori resta affollata. E i loro nomi aiutano a ricostruire una geografia di amicizie e benevolenze utile forse a inquadrare anche lo spettacolo parlamentare di scena in queste ore.
Prendete Maurizio Gasparri. Sabato sera, l'ex ministro delle comunicazioni, componente dell'esecutivo di Alleanza Nazionale, è tra i più lesti a impugnare la sentenza del Tar come una clava. Dice: "Il Comandante Generale della Finanza ha un nome e cognome, Roberto Speciale. Lo ha chiarito la magistratura. Si proceda al suo reintegro immediato e all'immediato allontanamento dal governo di Padoa Schioppa e Visco. Due persone che hanno più volte violato le leggi. Le finanze pubbliche non possono rimanere in mani che affondano nell'illegalità". Bene, da ministro, Gasparri non solo ha stabilito rapporti di amicizia con Speciale, ma è stato più volte gradito ospite del "dispositivo aeronavale" del Corpo, prima ancora che il generale ne assumesse il comando. Qualche data e qualche destinazione. A Ferragosto del 2002, in compagnia della moglie Gaia, è su un elicottero A109 che lo porta da Marettimo, perla delle Egadi (dove evidentemente non è impegnato, vista la data, in attività di governo), a Palermo e di qui a Piano Stoccato (Reggio Calabria), Oppido Mamertina e di nuovo a Marettimo. Lo stesso accade nell'estate 2003. Il 12 luglio una motovedetta lo trasferisce, sempre insieme alla moglie, da Trapani a Marettimo. A ferragosto, si ripete in elicottero il giro in Calabria. Questa volta, per una visita alla comunità di don Gelmini in quel di Zerbo (Reggio Calabria). Le isole non sono un'esclusiva di Gasparri. Il senatore Francesco Bosi, sottosegretario alla Difesa, trova più agevole raggiungere l'Elba dal continente con elicottero. E con elicottero o motovedetta farvi ritorno. Antonio Dalì, sottosegretario al ministero dell'Interno, raggiunge le Egadi dal cielo e dal mare. E non sono trasporti di linea. Anche l'austero Rocco Bottiglione, ministro delle politiche comunitarie, in un paio di occasioni, non disdegna un passaggio sulla terraferma da Ischia e da Capri. Ma è Antonio Marzano, ministro delle attività produttive, il più assiduo. Fa avanti e indietro tra il molo Beverello (Napoli) e Ischia. Talvolta si allunga a Capri. Gli è stata è vero affidata una scorta della Guardia di Finanza, ma la circostanza, a leggere i documenti del Comando generale, non significa affatto che quei trasferimenti "eccezionali" siano giustificati da motivi di sicurezza. "Trasporto autorità di governo", è l'anodina giustificazione o, talvolta, "esigenze di movimento autorità di governo". Che è un po' come dire: la motovedetta salpa perché il ministro ha esigenza di salirci. Del resto, quando sono motivi di sicurezza a suggerire che Marzano venga trasportato in modo eccezionale, non è - come rendono evidente i documenti - il Comando generale della Finanza a richiedere il viaggio, ma direttamente l'ufficio scorte del Viminale. Il che accade in non più di una decina di occasioni e sempre per un trasporto in motoscafo nel lido di Venezia, non al sole di Ischia. Con il cambio di maggioranza a Palazzo Chigi, si avverte, come si è detto, un certo self-restraint. Che, tuttavia, non riguarda tutti. C'è un ministro del governo Prodi che degli elicotteri del Corpo fa uso frequente: Alfonso Pecoraro Scanio (cui, per altro, è stata assegnata una scorta della Guardia di Finanza). Dicono al ministero dell'Economia che sia stato invitato a una maggiore sobrietà.
Ecco i documenti riservati in base ai quali la procura militare e la Corte dei Conti indagano l'ex comandante della Finanza per peculato
Voli speciali per fare anche solo 38 km E per il generale l'elicottero diventa taxi
In 17 pagine il racconto della passione aeronauticadel comandante I dettagli dei tratti percorsi e i nominativi degli ospiti a bordo in ogni viaggio di CARLO BONINI
ROMA - Per il Tar, dunque, bisogna chiedere scusa. All'uomo e al generale dalla schiena dritta. Eppure, un fascio di nuovi documenti riservati, redatti e custoditi dal Comando generale, in possesso della procura militare (che lo indaga per peculato), della Corte dei Conti (che gli chiederà conto del danno erariale) e del Governo (che lo ha cacciato), raccontano un'altra storia. Non c'entrano le spigole di Passo Rolle, questa volta, ma sempre di frenesia aeronautica si parla. Duecentocinquanta voli tra il novembre del 2003 e il maggio di quest'anno, su aerei (Atr-42) ed elicotteri (Ab412) del Corpo che guidava. Documentati in diciassette pagine che propongono il dettaglio - piani di volo, passeggeri ospiti, tratte, ragioni ufficiali dei trasferimenti - della passione che aveva rapito il generale (i documenti si possono leggere integralmente nel sito di "Repubblica"). Che definiscono quale grado di parossismo avesse raggiunto e con quali costi per le casse dello Stato (un'ora di volo dell'Atr42 arriva intorno ai 6 mila euro. Per un elicottero, si superano i 3 mila). Speciale volava. Volava. Ogni volta che poteva. E mai solo. Volava persino nel cortile di casa, appena fuori il Grande Raccordo anulare. Tra un umiliante battere di tacchi e i moccoli dei piloti di stanza a Pratica di Mare. Accade il 5, il 9 e il 12 dicembre del 2003. Accade di nuovo il 24 giugno 2004, il 13 novembre e il 18 dicembre 2006, il 12 febbraio e il 29 maggio 2007. Il generale deve raggiungere Ostia, viale delle Fiamme Gialle, sede della scuola di polizia tributaria. Da viale XXI aprile, sede del Comando Generale, sono 38 chilometri di asfalto. In auto e senza sirena, 45 minuti, al costo di 5 euro di benzina. In auto e con sirena, la metà (almeno in termini di tempo). Ma non è cosa da lui. Il generale vola. Anche se, va da sé, non c'è urgenza di scapicollarsi.
Al Lido lo attendono ora dei noiosissimi convegni ("Semestre italiano di presidenza Ue. Bilancio di un'esperienza"; "La tassazione delle imprese a livello europeo"; "Manovra finanziaria 2007. Riflessi sugli operatori economici e istituzionali"), ora la consegna di qualche diploma e distintivo. L'elicottero è perfetto. Una breve corsa con autista dal Comando fino all'aeroporto dell'Urbe, dove attende un AB412 fatto decollare da Pratica di Mare, e di qui, in dieci minuti, lo spettacolo delle auto incolonnate sul Raccordo. Del resto, Speciale ama Ostia e il suo Lido. E' casa sua. La sua villa è a pochi chilometri. E una delle prime migliorie che ha disposto da comandante è stata la ristrutturazione del "Circolo del Finanziere", manufatto demaniale che guarda il mare. Via il circolo sottufficiali e, al suo posto, un appartamentino con vasca idromassaggio. L'uomo non sembra resistere alla passione anche quando palesemente incongrua e difficile da giustificare con l'argomento della dovuta rappresentanza istituzionale. Il primo di luglio 2004 e il 9 maggio di quest'anno la sua coscienza lo convince dell'opportunità di raggiungere i miracolosi luoghi di Padre Pio. Dal cielo. Nella prima occasione (che il Comando Generale così annota: "Celebrazione eucaristica per la consacrazione e dedicazione della nuova chiesa di san Pio"), si porta dietro la moglie. Nella seconda, infila l'omaggio al Santo durante un'ispezione al Comando regionale del Molise. Anche perché l'uomo non ama perdere il suo tempo. Come si può vedere dal dettaglio dei voli su Capri. Nell'isola, il generale è un habitué (scende al "Palace", mai da solo). Ed esattamente come sulle nevi di Passo Rolle arriva planando e riparte in decollo verticale. Il 15 agosto 2005 (una delle quattro volte, in cui il generale è dato su per aria), per ottemperare alla seccatura della riunione di routine del Comitato per l'ordine e la sicurezza al Viminale, organizza l'elicottero per sé, il suo capo di Stato maggiore Emilio Spaziante e le rispettive mogli. Un fulmineo andirivieni. L'elicottero li preleva a Capri, li aspetta a Roma, e, a incombenza terminata, torna a depositarli sull'isola, in tempo per una "pezzogna all'acqua pazza" guardando il Golfo. Amava le cose belle, il generale. E i suoi amici (tra cui la sua ex segretaria allo Stato maggiore esercito, premiata con un incarico dirigenziale al Sismi) ne godevano con lui. Soprattutto quando non la prua dell'elicottero, ma quella dell'Atr-42 si volgeva verso le nevi delle Dolomiti (scali a Verona e Bolzano), il mare di Alghero, l'amata Sicilia, le luci di Parigi. (16 dicembre 2007) |