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Di solito non mi piace fare i bilanci della mia vita, preferisco limitarli ai fenomeni fisici o alle finanze delle aziende.
Tuttavia quello appena trascorso si è rilevato un anno molto importante, un anno che mi ha dato molti, forse troppi, spunti di riflessione e confermato molte, forse troppe, delle certezze che gia avevo.
Il 2005 era stato l’anno dell’Olanda e poi la tanto sudata laurea.
Il 2006, beh, il primo lavoro e poi… e poi l’Australia, mai troppo amata “Aussie”.
Ma il 2007: la caduta dalla moto, l’auto rubata, le vacanze parzialmente saltate ed un storia finita già prima di iniziare, un frutto acerbo che cade al suolo… maturo.
Sarebbero tante, forse troppe, le cose da dirsi… ma mi limiterò a descrivere il mio stato d’animo… tutto ciò che quanto accennato sopra mi ha lasciato: una città, o meglio un Paese, che sta stretto e che senti sempre meno tuo, la voglia di fermarsi a riflettere “dalla pace di un mare lontano”, la consapevolezza che le cose arrivano e non vanno cercate, la volontà di limitarsi ad inseguire solo gli aquiloni nel vento e null’alto, la decisione di sedersi sulla sponda del fiume ed attendere che il cadavere del nemico passi, il godere e godersi i tramonti in riva al mare e le albe gelide di montagna… con il freddo che taglia a meta i tuoi pensieri.
Perché non fa differenza se a sbalzarti sia una moto sull’asfalto bagnato o una donna che ti fa dono “eterno” di una rosa ancora troppo giovane… ma come fan presto, amore, ad appassire le rose così per noi… l’importante è ritrovare l’equilibrio dalla pace di un mare lontano consapevole che ci saranno sempre nasi da spaccare e madame contorte difficili da capire, in un turbinio di tette e culi in chi da troppo finisce per non dare
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