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Nick: Bardamu
Oggetto: Monnezza bipartisan
Data: 9/1/2008 15.58.27
Visite: 484

di Sebastiano Messina - Repubblica del 9 gennaio 2007 pag. 1


AH, gridano tutti, se Napoli avesse già un magnifico termovalorizzatore come quello di Brescia! A quest´ora, invece di essere prigioniera del fetore dei suoi rifiuti, ricaverebbe dalla monnezza acqua calda e corrente elettrica. Il termovalorizzatore, ecco quello che ci voleva per non ritrovarsi con i viali di spazzatura e l´esercito alle discariche. Mannaggia a chi non l´ha costruito. Il Signor NOSi dimetta immediatamente chi non ha saputo imporlo. Sia processato chi l´ha boicottato. Tutto vero, tutto giusto. Ma chi è che non l´ha voluto, questo benedetto termovalorizzatore? Chi ha marciato contro? Chi ha firmato le interrogazioni parlamentari? Chi si è scontrato con la polizia? L´elenco - ahi ahi - è più assortito del contenuto di un cassonetto. La destra e la sinistra. Il vescovo e i no global. Greenpeace e Beppe Grillo. Bertinotti e Alemanno. Padre Zanotelli e la comunista Katia Bellillo. Un sindaco della Cdl e uno dell´Unione. E poi i Verdi, i Disobbedienti, il Codacons, i pensionati, i costruttori, gli ex partigiani, i mutilati di guerra, gli ex combattenti... Il gatto e la volpe
E Di Pietro.
Sì, lui: proprio il ministro che oggi reclama le dimissioni di Bassolino, imputandogli troppa lentezza nell´affrontare il più puzzolente dei problemi, una settimana dopo l´inizio della costruzione del termovalorizzatore di Acerra - era il 2004 - si domandava «i motivi della improvvisa, ingiustificata e non motivata accelerazione che ha portato ad avviare i lavori per il termovalorizzatore a Ferragosto», e invitava perentoriamente il commissario di governo «a sospendere immediatamente i lavori». Una voce tra le tante, per carità. Perché accanto ai due sindaci di Acerra che marciavano alla testa dei cortei di protesta (prima uno di centro-destra, poi uno di centro-sinistra: staffetta bipartisan) nessuno ha mai fatto distinzioni di colore politico. Bassolino e ProdiC´era Fausto Bertinotti, che salutava soddisfatto «la grande mobilitazione popolare» (corteo di 30 mila persone, finito tra i lacrimogeni della polizia con 82 feriti al pronto soccorso) e portava «solidarietà e sostegno». E c´era Franco Giordano, che avvertiva Bassolino: «Rifondazione comunista è assolutamente contraria alla realizzazione del termovalorizzatore di Acerra». Ma c´era anche Gianni Alemanno di An, allora ministro delle Politiche Agricole, che scandiva il suo slogan di lotta e di governo («Il Sud non può essere la pattumiera d´Italia!») e prometteva ai manifestanti: se avete ragione voi, «non ci possono essere dubbi sull´interruzione dei lavori». C´era Alfonso Pecoraro Scanio, che a nome dei Verdi presentava interpellanze al governo per chiedere il blocco dell´«ecomostro» di Acerra. C´era un comitato di ex partigiani, mutilati di guerra ed ex combattenti che gridava: «Oggi facciamo qui la nostra Resistenza!». ZanoTEXMa c´era anche il sindaco Michelangelo Riemma (Cdl) che lanciava la sua sfida anche al di là del Tevere: «Nemmeno il Papa potrebbe farci recedere da questa battaglia di civiltà!». Ipotesi remotissima, anche perché la Chiesa si era schierata subito contro il termovalorizzatore. Non solo con il solito don Vitaliano della Sala, subito arrivato con il leader dei Disobbedienti, Francesco Caruso, a dire che quella non era certo «la soluzione adeguata». Non solo con padre Alex Zanotelli, il missionario comboniano controcorrente, che fece anche uno sciopero della fame: «Mi nutrirò con sola acqua e un po´ di caffè, per dire no a tutti i termovalorizzatori». No, stavolta persino il vescovo di Acerra, monsignor Giovanni Rinaldi, aveva benedetto la protesta popolare, con un comunicato ufficiale che venne letto la domenica in tutte le chiese della diocesi. Dietro il termovalorizzatore c´era la coda del diavolo. Poi venne Beppe Grillo, che non aveva ancora cominciato la stagione dei «vaffanculo» ma era già contrario a quella soluzione. «Tutti dicono che il termovalorizzatore serve per produrre energia, ma basterebbero 800 mila persone per produrre la stessa energia di un inceneritore» spiegò pazientemente il comico nel suo «spettacolo d´informazione» a Pomigliano d´Arco. Va bene, gli dissero dalla platea, ma la spazzatura dove la mettiamo? Lui ebbe la risposta pronta: «Fate un bellissimo museo della monnezza. Portate tutta la spazzatura sotto una campana di vetro gigantesca, in modo che sia studiata dalla gente che arriva da tutto il mondo».
Lui scherzava, ma è finita davvero così. Senza la campana, però.




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