Nick: Bardamu Oggetto: Esportiamo emergenza Data: 12/1/2008 15.32.33 Visite: 134
Fra un anno non si saprà dove smaltire due milioni di metri cubi di spazzatura ALESSANDRO MONDO TORINO Un milione 300 mila metri cubi. E’ lo spazio residuo nelle sette discariche del Torinese, il metro con cui misurare l’emergenza-rifiuti in agguato anche da noi sottraendola alla polemica politica ed istituzionale. «A chiacchiere sono buoni tutti, ma i numeri sono numeri», spiega Paolo Foietta, presidente dell’Ato-rifiuti balzata all’onore delle cronache per la ferma opposizione, con la Provincia, ad accogliere il pattume campano. Un milione 300 mila metri cubi, abbiamo detto. Dato che ogni anno i rifiuti ne mangiano un milione, significa che fra un anno ed una manciata di mesi - febbraio 2009 - il Torinese potrebbe sprofondare dalla pre-emergenza all’emergenza conclamata. Stile Campania, per intenderci. Il condizionale è d’obbligo visto che l’Ato, costituita con legge regionale, lavora per aumentare lo spazio utile. Il pendolo oscilla fra due date-cardine: dicembre 2009, quando chiuderà la grande discarica torinese di Basse di Stura; gennaio 2011, quando l’inceneritore del Gerbido, seppur a regime ridotto, comincerà a divorare rifiuti. Nel mezzo ci stanno 2 milioni 500 mila metri cubi di rifiuti da stoccare. Come se ne esce? «In due modi - spiega Foietta -: ampliando per quanto possibile gli impianti esistenti e realizzandone uno nuovo». Lo studio dell’Ato prevede l’ampliamento delle discariche di Cambiano (80 mila metri cubi), Pianezza (921 mila), Mattie (69 mila), Chivasso (393 mila), Grosso Canavese (350 mila). Altre 560 mila metri cubi verranno ricavati a Basse di Stura, che secondo le stime dell’Ato sta ingoiando pattume più velocemente del dovuto: 309 mila tonnellate stoccate a novembre, con dicembre si arriverà a 320-330 mila. Il quantitativo per il 2007 era fissato a quota 309 mila. «Gli ampliamenti ci consentiranno di guadagnare un milione 630 mila metri cubi - commenta Foietta -. Anche così, arriviamo a metà 2010». Oltretutto si tratta di numeri sulla carta, con le variabili del caso quando si passerà dalla teoria alla pratica: autorizzazioni, vincoli ambientali, cantieri... Per tacere della reazione delle popolazioni interessate. Poi c’è la nuova discarica da 570 mila metri cubi prevista a Buriasco, che arriverà più avanti: «Se va bene, con quella dovremmo coprire il 2010 e parte del 2011». In realtà ci sono molte cose che dovranno «andare bene». Vale per le discariche, vale per l’inceneritore del Gerbido: ai primi di febbraio sarà selezionata l’offerta migliore tra quelle presentate dai costruttori. Per centrare il traguardo del 2011 l’iter dell’impianto deve funzionare come un orologio svizzero. Qualsiasi contrattempo viene visto come un incubo. Mese dopo mese, la coperta si accorcia. L’Ato sta già valutando «piani emergenziali». Nessuno lo dice, ma basta un po’ di immaginazione: nuovi ampliamenti, nuovi «buchi», trasporto di rifiuti altrove. Certo non in Campania. «Non posso organizzare un piano coerente e poi accettare deroghe per Napoli - conclude Foietta -: anche se si tratta di un quantitativo modesto. Ne va della nostra credibilità, salterebbero gli accordi conquistati faticosamente. Se il Ministero ci ordinerà di prendere i rifiuti dal Sud lo faremo. Ma tocca allo Stato assumersi le sue responsabilità». Il peso dei rifiutiQuando partirà l’inceneritore del Gerbido, nella zona ci saranno due giorni di nebbia e due di ghiaccio in più all’anno, e aumenterà la piovosità. Lo dimostrano i calcoli del docente del Politecnico Romualdo Conti, che all’Accademia delle Scienze ha illustrato in termini molto positivi il progetto-inceneritore, mettendone in luce anche i punti critici. Se il rumore disturberà solo i defunti del cimitero, «le 6 torri di refrigerazione consumeranno moltissima acqua e ne immetteranno nell’atmosfera ben 735 mila metri cubi l’anno in forma di vapore. Ne deriverà più nebbia e ghiaccio nelle vicinanze: almeno un paio di giorni l’anno in più nei quartieri dei Comuni vicini». Aumenterà pure la pioggia, ma «solo un cm a Beinasco, ancora meno nelle zone più distanti». Piuttosto, «ogni abitante di città e provincia produce ogni anno 535 chili di rifiuti, che salgono a 614 nella sola Torino città. Ogni residente produce 1 chilo e 800 grammi di spazzatura al giorno, e ogni giorno consumerà 2,5 litri d’acqua per smaltirla nell’inceneritore. La gran quantità d’acqua necessaria sarà ridotta se ognuno farà la sua parte per produrre meno rifiuti». |