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Nick: Ery
Oggetto: Una timida imitazione
Data: 4/2/2008 10.13.3
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dal "Leggo" di Roma stamattina:
Lunedì 04 Febbraio 2008
di Valeria Arnaldi
È un dato di fatto: la raccolta differenziata fa – o perlomeno farebbe – bene alla salute della città. Un po’ meno, forse, a quella dei cittadini. E sì perché se per raccogliere i rifiuti in contenitori separati, in casa, occorrono tempo, spazio e pazienza, per riuscire a gettarli, a volte, è necessaria una sincera abnegazione.
In tutta la città, dal centro alla periferia, infatti, i cassonetti sono spesso stracolmi. Così per cercare quelli ad hoc dove gettare l’immondizia faticosamente ripartita si può finire a fare una sorta di caccia al tesoro, dove il "tesoro" è proprio il cassonetto vuoto. I contenitori riservati a materiali specifici sembrano essere pochi rispetto alle reali esigenze della capitale – forse si puntava sulla pigrizia dei romani – e in numero nettamente inferiore rispetto a quelli "generici" per rifiuti urbani.
A fronte di 45149 cassonetti indifferenziati, se ne trovano solo 11829 per il multimateriale, 11885 per la carta, 5789 per rifiuti pericolosi, 7732 trespoli e 19507 cestini gettacarte. A parlare sono i numeri. Anche quelli dei chilometri, più volenterosi, decisi a rispettare l’ambiente, sono costretti a fare per trovare cassonetti che non siano strapieni. Sempre più spesso accade di vedere persone uscire di casa, caricando in auto l’immondizia, per andare alla ricerca di spazi ad hoc nei quali gettarla. A volte si trovano, altre no. Pur di non tornare a casa con i sacchetti, in questi casi, molti lasciano bottiglie e carta ai piedi dei contenitori che dovrebbero accoglierle, in pile ordinate. Bastano una giornata di pioggia, come quella di ieri, vento forte, o, magari, un ritardo nella raccolta per sparpagliare i rifiuti in terra. Così la raccolta differenziata finisce per contribuire al degrado della città, senza differenze tra quartieri. (ass)
