Sabato scorso, in un noto pub di Marigliano, tra una birra ed una pizza, io ed i miei compagni di sventura abbiamo assistito ad una scena tristissima.
A metà serata, nel locale si è materializzato un noto politico della zona, che per un suo volgare gesto al Senato è stato citato negativamente anche nel discorso d’apertura della campagna elettorale di Walter Veltroni.
Questo noto politico, dopo essere stato ossequiato a dovere dalle persone presenti nel locale - sempre per non dimenticarci mai del fatto che in questo paese la malattia della sudditanza è quasi una pandemia - si è seduto al tavolo d’onore, da cui ha potuto controllare l’intera sala e far sfoggio del suo potere.
A quel punto il mio disgusto ha raggiunto livelli parossistici, e neanche la buona pizza e l’ottima birra erdinger sono riusciti nell’intento di limitare i continui conati di vomito.
Bisognava reagire. Fare qualcosa.
Ma cosa?
Il mio stomaco mi suggeriva d’alzarmi, avvicinarmi e restituire il gesto, con cui il noto politico ha oltraggiato mezzo paese.
Ma forse non era il caso di scendere al suo stesso livello.
Sta di fatto che sono tornato a casa ancora incazzato con la consapevolezza di dovermi abituare all’idea che questi torneranno vincitori al senato, per fare peggio di prima.
A questo proposito, pubblico la bella lettera aperta di Franca Rame a Romano Prodi, associandomi alla sua richiesta.
AL PRESIDENTE PRODI DA FRANCA RAME
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