Nick: keaton Oggetto: Le nuove Crociate Data: 12/2/2008 18.29.51 Visite: 132
Aborto, la polizia al Policlinico di Napoli La denuncia dell'Udi: «Gli agenti intervenuti per un presunto feticidio. Ma era un'interruzione regolare» NAPOLI - Irruzione della polizia al Policlinico per presunto «feticidio». In realtà, si trattava di «un aborto terapeutico alla quarta settimana, regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subìto l'intervento». L'Unione delle donne in Italia prende posizione dopo l'episodio avvenuto al Policlinico dell'Università Federico II di Napoli. «Nel reparto di interruzioni volontarie di gravidanza - afferma l'Udi - nella serata dell'11 febbraio, alcuni agenti del Commissariato Arenella hanno fatto irruzione, senza alcun mandato, motivando di aver notizia di reato di 'feticidio'». In realtà, spiegano, «si trattava di un aborto terapeutico alla IVsettimana, regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subìto l'intervento, e che ha espulso, peraltro, un feto morto». VICINA INTIMIDITA - I medici, «di fronte ad un inedito agire della forza pubblica, hanno tutelato la donna, ma non hanno potuto evitare il sequestro del materiale abortivo e della fotocopia della cartella (anonima) della paziente. Gli agenti - rivelano poi dall'Udi - hanno intimidito la vicina di letto della donna esortandola a testimoniare in quel momento, altrimenti sarebbe stata chiamata a farlo davanti ad un giudice». L'associazione, pertanto, denuncia «il clima che sta montando contro le donne, nel nostro paese e nel caso specifico in Campania, che genera procedure ai limiti della legittimità, ma soprattutto contrarie ad ogni buon senso. La libertà femminile - prosegue la nota - ha reso inevitabile l'agonia del patriarcato che, ottenebrato, mostra la sua faccia feroce, contrapponendosi alle donne con l'intimidazione». INCHIESTA - Intanto il direttore generale del Policlinico, Giovanni Canfora, ha avviato un'indagine conoscitiva interna. Il primario del reparto e direttore del Dipartimento di Ostetricia, prof. Carmine Nappi, ha consegnato alla direzione una relazione sulle modalità di svolgimento dell'aborto. «Si è trattato di un aborto praticato con un'iniezione di prostaglandine», ha detto il professor Nappi. «Il feto presentava un' lterazione cromosomica. Se la gravidanza fosse stata portata a termine ci sarebbe stato il 40% di possibilità di un deficit mentale. La donna ha presentato un certificato psichiatrico della stessa struttura universitaria sul rischio di 'grave danno alla salute psichica', che ha autorizzato l'intervento». La donna che ha praticato l'aborto, una 39 enne, è stata dimessa lunedì mattina. «Ci tengo a precisare che sono un obiettore di coscienza - aggiunge il professor Nappi - e che nel nostro reparto siamo rigorosi nel rispetto della normativa. Quanto alla 194, da studioso dico che andrebbe rivista perché è vecchia di 30 anni, soprattutto nella parte relativa alla definizione delle malformazioni fetali e della rianimazione del feto». www.corriere.it
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