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Nick: Bukowski7
Oggetto: Report, RAI & avvocati
Data: 12/3/2008 13.11.48
Visite: 141

Copio e incollo una mail che mi è arrivata da un
amico (non so se sia tramite qualche giro arrivata anche a voi, e non mi interessa, so solo che, se
non l'avete letta, vale la pena di farlo, per quanto
sia lunga).

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Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese,
eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai.
E' la peggiore, poiché non provienefrontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle.
Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere.
Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani
che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'.
Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano
al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'.
Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso.
Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana,
per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto.

I FATTI

Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto
me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra
le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio
farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ('Little Pharma & Big Pharma'). Col
comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case
farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di
lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci,
e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sulla comunità (il
prof. Silvio Garattini ha dichiarato: 'Dal 30 al 50% di medicine
prescritte non necessarie')e spesso anche sulla nostra salute (uno dei
tanti esempi è il farmaco Vioxx,prescritto a man bassa
e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA).
L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che
la RAI la replicò il 15/2/2003.
Per quella inchiesta io, la RAI e MilenaGabanelli fummo citati in giudizio
il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato
dalle rivelazioni da noi fatte.
Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati
della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno
benestare.

Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli
mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei
stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi(2). La
natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia
preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi.
All'atto di citazione in giudizio, la RAI eMilena Gabanelli mi abbandonano
al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli
sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di
Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale.(3) Ma non
solo.
La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà
di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni
eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di
sentenza avversa.(4)
E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro
(RAI-Gabanelli)voluta, approvata, trasmessa e replicata.*
*(la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei
contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter
lavorare, la clausola cosiddetta di manleva(5), dove è sancita la
sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa
venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo
scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma
come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben
altro, né è moralmente giusificabile l'operato della RAI inquesti casi).

Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI eReport per 10 anni, sono anima
e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI
stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle
con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me.
La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di
dover
pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante,
poiché non
sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere.

Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata. La
apro. E'
un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la
RAI si
rifarà su dime nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: 'La presente
pertanto
vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto
quanto la
RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della
domada posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei
confronti della
RAI medesima'.(6)
Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità.
Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La
sollecito a
intervenire presso la RAI, e magari anche pubblicamente, contro questa
vicenda. Dopo
poches ettimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di
rassicurarmi dicendo che 'la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI
contro di me,
nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale
dovuta, ma
che sarà lasciata morire nel giudizio in corso...Finirà tutto in nulla.'(7)
Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando, quell'atto di
costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli
non ha
mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata
dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra
descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso.(8)

Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato Report, da
allora ho
lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più un'inchiesta da me firmata
sull'emittente
di Stato, e non mi fido più di alcun editore. Non mi posso permette di
perdere l'unica casa che posseggo o di vedere il mio incerto reddito di
freelance
decimato dalle spese legali, poiché abbandonato a me stesso da coloro che si
fregiavano delle mie inchieste 'coraggiose'. Questa non è una mia mancanza di
coraggio, è realismo e senso di responsabilità nei confronti soprattutto
dei miei
cari.
Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere. E qui vengo al punto
cruciale:
siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in questo modo.
Ecco come funziona la vera 'scomparsa dei fatti', quella che voi non
conoscete, oggi
diffusissima, quella dove per mettere a tacere si usano, invece degli 'editti
bulgari', i tribunali in una collusione di fatto con i comportamenti di
coloro di cui
ti fidavi; comportamenti tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno.

Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti ancora
disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga colto
nel malaffare,
attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di fatto permessa dal
comportamento degli editori.
Gli editori devono difendere i loro giornalisti che rischiano per il pubblico
interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di manleva dai
contratti che,
lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per poter lavorare.
Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici affari
legali
dei media, che di fatto decidono quello che voi verrete a sapere, giocando
sulla
giusta paura di tanti giornalisti che rischiano di rovinare le proprie
famiglie se
raccontano la verità.
Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla denuncia dei
misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto superiore a quello
di qualsiasi
politico o servo del Sistema.

Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile
questa realtà, via
mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più accorato è il mio appello
affinché voi non la sottovalutiate.
In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla signora
Gabanelli
per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà piacevole per me.
Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non imbavaglieranno mai
la mia
coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è dire la verità
per il bene
di tutti. Spero solo che serva.

Grazie di avermi letto.
Paolo Barnard
dpbarnard@libero.it



Note:

1) Tribunale civile di Roma, Atto di citazione, 31095,Roma 10/11/2004.
2) Fatto su cui ho più di un testimone pronto a confermarlo.
3) Nel volume 'Le inchieste diReport' (Rizzoli BUR, 2006) Milena Gabanelli
eroicamenteafferma: '...alle nostre spalle non c'èun'azienda che ci tuteli
dalle
cause civili'. Prendo atto cheil prestigioso studio legale del Prof. Avv.
Andrea Di
Porto, Ordinarionell'Università di Roma La Sapienza, difende in questo
dibattimento
sia la RAI che Milena Gabanelli. Ma nonme.
4) Tribunale Ordinario di Roma, Sezione I Civile-G.U. dott. Rizzo-R.G.N.
83757/2004,
Roma 30/6/2005: 'Pertutto quanto argomentato la
RAi-RadiotelevisioneItaliana S.p.a.
e la dott.ssa Milena Gabanelli chiedono che l'IllustrissimoTribunale adìto
voglia:...porre a carico del dott. Paolo Barnard ogniconseguenza
risarcitoria...'.
5) Un esempio di questa clausola tratto da un mio contratto con la RAI: 'Lei
inqualità di avente diritto... esonera la RAI da ogni responsabilità al
riguardoobbligandosi altresì a tenerci indenni da tutti gli oneri di
qualsivoglianatura a noi eventualmente derivanti in ragione del presente
accordo,
conparticolare riferimento a quelli di natura legale o giudiziaria'.
6) Raccomandata AR n. 12737143222-9, atto di costituzione in mora
dalloStudio Legale
Di Porto per conto della RAI controPaolo Barnard, Roma, 3/10/2005.
7) Email da Milena Gabanelli a Paolo Barnard, 15/11/2005, 09:39:18
8) Tribunale Civile di Roma, Sezione Prima, Sentenza 10784 n. 5876
Cronologico,
18/5/2007: 'la parte convenuta RAI-Gabanelli insisteva anchenelle
richieste di cui
alle note del 30/6/2005...'. (siveda nota 4)

"Se mi amate, dovreste uccidervi tutti"
(Spider Jerusalem)

"Noi/ generazione post BR figli della bomba/ voi/ generazione di PR figli della bamba...



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