Nick: PepposDj Oggetto: Effetto o causa??? Data: 5/7/2004 19.11.19 Visite: 131
ROMA - La vittoria della Grecia agli Europei non ha spiazzato solo tutti i pronostici calcistici della vigilia. Il gol di Charisteas rimette in discussione anche gli investimenti pubblicitari sul calcio con i guru degli spot convinti che l'esito degli Europei, uniti alle imminenti Olimpiadi e al battage per il kolossal 'Troy', portera' ad una Grecia-mania nei prossimi mesi. E se da un lato pubblicitari e esperti di comunicazione guardano gia' il futuro, dall'altro gli investitori fanno un bilancio in fondo positivo della sfida europea. Grazie alle 'piccole', infatti, considera il direttore generale Upa (Utenti Pubblicita' Associati) Felice Lioy l'Europeo non e' stata una debacle per gli investimenti pubblicitari, nonostante l'Italia sia stata eliminata alle prime battute e l'outsider Grecia abbia battuto il Portogallo in finale. Per Lioy, e' stato ''un campionato europeo sui generis: ad arrivare in finale non sono state le favorite bensi' squadre su cui in pochi avrebbero puntato. Considerando che l'Italia e' uscita molto presto dal campionato avrebbe potuto calare un sipario fatto di disinteresse e delusione sugli ascolti: questo non e' avvenuto, i risultati hanno tenuto bene nelle partite successive limitando i danni che, in ultima analisi, non sono certo rilevanti''. In ogni caso, analizza il direttore generale Upa, le aziende che hanno investito ''nei break pubblicitari degli Europei hanno sempre tenuto in considerazione la possibilita' che l'Italia uscisse nelle prime battute del campionato''. E nonostante l'uscita degli azzurri, ''non si puo' parlare di una debacle dal punto di vista pubblicitario: anzi, considerando l'uscita degli azzurri, e' stata quasi una sorpresa vista la notevole continuita' di audience''. E a favore dei pubblicitari ha giocato anche l'effetto simpatia delle 'piccole' che hanno eliminato le 'grandi' del calcio. Secondo Lioy, ''probabilmente sul traino parte del merito l'ha avuta una certa dose di curiosita' e simpatia: uscite le grandi, in finale sono arrivate squadre non particolarmente favorite che si sono battute con tutte le loro forze e sono riuscite a tenere a bada i giganti del calcio internazionale''. Inevitabile quindi per gli esperti di pubblicita' e comunicazione la considerazione che i grandi campioni e i club piu' famosi, come risulta da un'indagine di Meta Comunicazione, non sono piu' una certezza per gli sponsor. E, come si e' fatta strada sui campi di calci, anche nel marketing, la Grecia si fara' strada nei prossimi mesi. ''Le ultime grandi competizioni internazionali - analizzano gli esperti - hanno dimostrato che i grandi campioni e i grandi club non sono piu' un investimento dal ritorno garantito''. Ma non basta: la vittoria agli Europei, aggiunta al battage pubblicitario intorno al kolossal americano 'Troy' e le imminenti Olimpiadi di Atene non mancheranno di influenzare gli spot in onda nei prossimi mesi, tanto che c'e' gia' chi si immagina Totti-Achille che abbatte a pallonate le mura di Troia. ''Parlare di effetti immediati della vittoria della Grecia agli Europei e' assolutamente prematuro - sostiene Saro Trovato, presidente di Meta Comunicazione ed esperto di media e comunicazione - una cosa sicuramente si puo' dire: dopo questo ennesimo risultato da parte di un club considerato 'minore' e privo di grandi campioni, gli sponsor e tutti coloro che investono sul calcio dovranno fare qualche riflessione''. Euro 2004 ha segnato, aggiunge Trovato, la debacle delle stelle, mettendo invece in evidenza quelle formazioni che non si affidano a calciatori-divi ma che giocano a calcio. In questo senso, quindi, si dovranno valutare gli effetti in termini di investimenti e sponsorizzazioni, ''dove - aggiunge il presidente di Meta Comunicazione - le squadre sembrano molto piu' appetibili dei grandi divi del pallone e dove una nazionale con 'fame di vittoria' puo' sconfiggere squadre che mettono in campo milioni di Euro''. ''Lo sport da investimento sicuro si e' trasformato in un grossa incognita per le aziende, come dimostrano i risultati degli Europei e della Champions League'', dice Mario Mele, presidente della Mario Mele & Partners. ''Milioni di euro- aggiunge Mele - investiti su grandi campioni, sempre piu' simili a divi di Hollywood che a sportivi, o su club dai nomi altisonanti non sono piu' una garanzia di ritorni in termini di immagine. Lo sport che sembra funzionare e' quello fatto di squadre che giocano, che danno tutto per ottenere il risultato''. E di una cosa sono certi gli esperti: la Grecia sara' il tema dominante per moltissime campagne pubblicitarie, come negli ultimi due anni e' successo con l'India. Il fascino della Grecia, sottolinea uno dei piu' noti pubblicitari italiani Marco Mignani, va, infatti, oltre le vittorie sportive e l' eco cinematografico. ''E' un paese - spiega l'esperto - che ha un grandissimo fascino dal punto di vista della comunicazione: e' un paese che sta nel guado tra il mondo dell'antico e della storia e l'imminente industrializzazione. E' come la Spagna di qualche anno fa e l'India, che in questi ultimi due anni e' stato forse il paese piu' 'citato' da campagne pubblicitarie''. Nei prossimi mesi, e' convinto Mignani, c'e', dunque, da scommettere invece in un moltiplicarsi di ballerini di Sirtaki, di atmosfere alla Zorba maniera, di Partenoni piazzati ovunque. ''Non mi stupirei, insomma - conclude il pubblicitario - di vedere il Pupone in una nuova versione dello spot che lo vedeva vestito da centurione romano: indossera' i panni di Achille o di Ulisse e a pallonate abbattera' le mura di Troia''. Copyright Ansa ora ditemi voi... pensate che la Grecia abbia vinto o abbia dovuto vincere? io sono propenso per la seconda ipotesi... che schifo |