Noi dell’Italia dei Valori in questo momento non ci occupiamo, né preoccupiamo, di chi deve andare ad occupare un ministero piuttosto che un altro. Veltroni ha semplicemente dato un’indicazione di quelle che possono essere le mie possibilità.
In materia di politica giudiziaria tutti vorranno dare atto che l’Italia dei Valori si è rifatta all’esperienza di mani Pulite per indicare una serie di politiche in materia giudiziaria ben precise: cancellazione delle leggi ad personam, ampliamento delle risorse finanziarie in materia di sicurezza e di giustizia, riduzione dei tempi processuali, aumento del personale giudiziario, aumento delle forze di polizia. Allora, perché l’Italia dei valori, che ha una politica giudiziaria così chiara, dovrebbe far paura a qualcuno anche se dovesse assumere un ruolo nel Ministero della Giustizia? Berlusconi lo ha già detto, che l’idea stessa che io con la mia storia passata possa andare alla Giustizia gli fa orrore. Ma lo comprendo: un tempo ho scoperto i suoi altarini, ed oggi, se andassi in quel Ministero, mi occuperei come prima cosa di eliminare le leggi vergogna che si è fatto fare per non processare i suoi amici, farei una legge per impedire che i condannati con sentenza passata in giudicato possano ancora candidarsi, ed eviterei quindi che i suoi collaboratori, quelli che hanno pagato le mazzette alla Guardia di Finanza, in relazione a verifiche fiscali che riguardavano le sue aziende, continui a candidarli in Parlamento. Di questo me ne occuperei, ed invito i cittadini ad occuparsi e a preoccuparsi di questo modo di fare politica per interessi personali che sta portando avanti questo signore.
Mi preoccupo per il fatto che tutto ciò che stiamo facendo possa costituire per qualcuno dei nostri alleati, non certo per Veltroni, un motivo per mettere degli ostacoli all’Italia dei Valori. D’altronde, nel programma del Partito Democratico, noi dell’Italia dei Valori abbiamo sottoscritto un patto ben chiaro che la politica giudiziaria del modello riformista, che ha in Veltroni il candidato premier, è e deve essere una cosa tutta diversa dalle leggi ad personam che si è fatto fare Berlusconi. Noi crediamo che l’azione di politica giudiziaria dell’Italia dei Valori debba essere semmai esaltata, e non compressa con affermazioni che non avrebbero alcun senso, come quelle che qualcuno è andato dicendo: “Di Pietro è meglio che non faccia il Ministro della Giustizia”. Non l’ho chiesto e qualcuno mi dovrebbe spiegare perché mai non sarebbe possibile. Non certo perché non so come funziona la macchina della Giustizia, perché se guardo indietro ai ministri che ci sono stati fino ad ora, forse ho avuto modo di avere un po’ più d’esperienza rispetto a loro.
Proprio per quella mia azione giudiziaria che ho fatto durante Mani Pulite, è bene che una volta per tutte, in modo forte e chiaro, si dica una cosa: il guaio del nostro Paese non è, e non è stata, l’azione di Mani Pulite, ma l’azione delle malversazioni, dei peculati, delle corruzioni, degli illeciti finanziamenti, della mala politica che ha infestato la nostra classe dirigente. Non si risolvono i problemi prendendosela con il medico che scopre la malattia, ma prendendosela con la malattia e cercando di debellarla: è quello che l’Italia dei Valori vuol fare all’interno del Parlamento e del Governo nella prossima legislatura.
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