Berlusconi : «Schede elettorali da rifare»
Accusa, ma a disegnarle è stato lui
Rischio brogli. Ad una settimana dal voto, Berlusconi mette le mani avanti e si appella al presidente della Repubblica Giorgio Napoletano: «Le schede elettorali, così come sono state predisposte dal ministero dell'Interno, non offrono garanzia alcuna che sia rispettata la volontà degli elettori e inducono più facilmente all'errore che all'espressione di un voto regolare».
Il fac simile della scheda elettorale al Senato nel Lazio
In particolare, sottolinea il leader del Popolo delle Libertà «le forze politiche che si presentano alleate, le più rappresentative degli elettori, rischiano di vedere i loro voti resi nulli da una disposizione dei simboli confusa e che confonde, l'esatto opposto di come dovrebbe essere una scheda elettorale». Sui fac simile delle schede circolati in questi giorni i simboli dei diversi partiti compaiono affiancati e quelli dei partiti uniti in una coalizione (da una parte Partito Democratico e Italia dei Valori, dall’altra Popolo delle Libertà, Movimento per l’Autonomia e Lega Nord).
Berlusconi rivolge il suo «appello al capo dello Stato perché intervenga immediatamente a difesa della credibilità delle istituzioni democratiche e del diritto degli italiani a un regolare svolgimento delle elezioni».
Elezioni 2006: l'allora ministro dell'Interno Beppe Pisanu mostra il prototipo standard di scheda elettorale. I simboli dei partiti coalizzati, proprio come oggi, appaiono affiancati uno all'altro senza spazi.
Secondo il Viminale, tuttavia, è «già stato fatto notare che la disposizione dei contrassegni sulla scheda elettorale è è frutto del decreto-legge n. 75 dell'8 marzo 2006 (convertito nella legge 20 marzo 2006, n.121) adottato dal precedente governo. Quel decreto conteneva anche due allegati con il fac-simile della scheda che è stata utilizzata anche quest'anno».