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Nick: -GeNiA-
Oggetto: Berlusca
Data: 12/4/2008 1.26.4
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Tu chiamalo se vuoi Berlusconi...
di Anna Capogrosso
Egregio Dottor Berlusconi, rispondo alla Sua missiva, inviata, mi dicono, a qualche milione di italiani. Non so cosa ne pensino e come l´abbiano accolta gli altri miei concittadini; a me, glielo dico fuori dai denti, non è piaciuta. Tralascio i contenuti: siamo in campagna elettorale e si impone il rispetto della par condicio, ma, mi consenta, esprimo forte dissenso anche sulla forma. Non so chi Le abbia dato il mio nome e il mio indirizzo. Mi rendo conto che ormai, alla faccia di Leggi e Garanti all´uopo deputati, la privacy esiste solo sui formulari, cartacei e telematici, che ci invitano ad esprimere il consenso al trattamento dei nostri dati personali. Evidentemente, deve essermi sfuggita qualche crocetta. "Cara Anna Santa", Lei scrive. E prosegue dandomi del "tu". A parte che nessuno mi ha mai chiamato così, all´infuori della burocrazia e della nonna di cui sono condannata, per atavici motivi, a portare il nome, tanto che pur avendo scelto "Annasanta" come nickname per la navigazione nel web, anche lì ormai tutti mi chiamano semplicemente "Anna", mi chiedo da cosa derivi tanta confidenza. Ho sfogliato il mio album dei ricordi e posso affermare con certezza che non ci conosciamo. Non mi sono riconosciuta in nessuna delle cinque ragazze fotografate appollaiate sulle Sue ginocchia in Costa Smeralda. Non assomiglio neanche lontanamente alla procace signora che ricevette la proposta di matrimonio che tanto fece infuriare la Veronica. E neanche posso essere confusa con la precaria giovane e carina, invitata a risolvere i suoi problemi di sopravvivenza sposando un milionario (in euro, of course). Non abbiamo quindi mai avuto incontri ravvicinati di nessun tipo, neanche virtuali. Per cui, mi consenta nuovamente, questo tono friendly mi ha un po´ infastidito: non siamo mai stati nè "copains" nè "camarades" (i primi stanno poco simpatici a Lei, i secondi stanno poco simpatici a me). Quindi, La prego, mi dia del "lei". Manteniamo le distanze che, mi creda, tra me e Lei sono veramente abissali. Ho una vera forma di rigetto per le persone come Lei, fulgido esempio di quel culto della personalità che, avendo avuto le sue massime manifestazioni nei regimi comunisti, dovrebbe essere da Lei sfuggito come la peste. Invece, dopo essersi definito "unto del Signore", passando per "io sono in grado di stracciare chiunque", siamo arrivati all´inno del partito con ritornello "meno male che Silvio c´è". Scommetto che l´ha scritto il Suo amico Apicella......Non sopporto gli "accaparratori". E Lei, per i miei gusti, vuole fare troppe cose insieme: il Capo del Governo, l´imprenditore rampante, il mecenate del calcio, fregandosene altamente dei conflitti di interessi che questa Sua onnipresenza inevitabilmente genera. Non mi piace la gente che mette "l´apparire" al di sopra "dell´essere". L´immagine al di sopra della sostanza. Per cui i Suoi tacchi, i trapianti di capelli con bandana al seguito, la Sua pretesa di essere ripreso dalle telecamere solo dalla tre quarti mi provocano reazioni allergiche. E poi le gaffes internazionali, le leggi ad personam, la legittimazione dell´evasione fiscale, le amicizie compromettenti......No, mi perdoni, ma l´istinto mi spinge a sottrarmi al "forte, cordiale abbraccio" con cui Lei chiude la Sua lettera. La mia la chiudo con i versi di una canzone di Guccini, Cyrano.
"venite pure avanti,
voi con il naso corto,
signori imbellettati,
io piu' non vi sopporto
infilero' la penna
fin dentro al vostro orgoglio
perche' con questa spada
vi uccido quando voglio........
.........e al fin della licenza
io non perdono e tocco."
Non credo che Lei apprezzerà, ma, mi consenta, rispetto ad Apicella, altra categoria....
Senza cordialità e senza osservanza
Anna Santa, una che non La voterà.
