Nick: asad Oggetto: FALCONE E BORSELLINO Data: 12/7/2004 1.1.47 Visite: 113
La mafia raccontata da chi l’ha vissuta sulla sua pelle, raccontata da chi l’ha vista in faccia a volto scoperto senza veli immaginari senza maschere, raccontata da chi dentro di sé ha un immenso dolore, troppo grande, troppo forte, un dolore incolmabile. La mafia raccontata e denunciata in tutti i suoi più scuri particolari, le parole di una sorella che ha trovato la forza di parlare del suo dolore portandolo con sé e annunciandolo di città in città….di paese in paese…di casa in casa…e tutto questo con una forza smisurata….magnifica….una forza trasmessagli dal fratello Paolo….non un eroe, non un santo ma un UOMO perbene che credeva fortemente nella giustizia e che gli ha dedicato la sua intera vita, l’ha dedicata a un ideale che NON SI COMPRA…un ideale che rende tutti gli uomini UGUALI a cospetto di un giudice….di tanti giudici(noi) ma soprattutto a cospetto di DIO…..la mafia raccontata da chi ci crede ancora in un mondo DIVERSO….un mondo meno cattivo….un mondo più umano…un mondo di VITA! In fede, Marco. 23 maggio 1992: Giovanni Falcone, direttore degli affari penali del ministero di Grazia e Giustizia e candidato alla carica di Superprocuratore Antimafia, è appena atterrato all'aeroporto di Punta Raisi con la moglie Francesca Morvillo, magistrato anche lei. Alle ore 17:58, sull'autostrada Trapani-Palermo, nei pressi di Capaci, una tremenda deflagrazione li uccide, insieme agli uomini della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco di Cillo. 19 luglio 1992: alle ore 16,58 la violentissima esplosione di un'autobomba, parcheggiata in via D'Amelio, a Palermo, uccide Paolo Borsellino, Procuratore aggiunto presso la Procura distrettuale della Repubblica di Palermo e gli agenti di scorta Claudio Traina, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Eddie Walter Cosina. "Gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini." Giovanni Falcone "Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono entrato per caso. E poi ci sono rimasto per un problema morale. La gente mi moriva attorno." Paolo Borsellino A Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
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