Nick: insize Oggetto: POVERTA' Data: 13/7/2004 14.55.59 Visite: 158
[Milano] Periferie, una famiglia su due a rischio povertà Rapporto dell’Ambrosianeum: la città è cambiata, più risorse per l’assistenza agli anziani. Più «politiche per la famiglia», più «collaborazione fra istituzioni». Più «progetti che guardino al futuro, senza rimpianti per una Milano che non c’è più». E, ancora, più soluzioni per far sì che anche il lavoro la «smetta di mangiarsi la socialità delle persone». Sono queste le ricette suggerite dal rapporto annuale della fondazione Ambrosianeum per rilanciare la «fiducia nella città». Perché è questo, la «fiducia» appunto, il filo individuato questa volta dalla Fondazione per affrontare i tre «temi nevralgici» della metropoli: il tema cioè degli anziani, in una città dove un abitante su dieci ha più di 75 anni; quello delle periferie, con quartieri dove «oltre metà degli abitanti» non arriva a mettere insieme le «risorse sufficienti» per un vivere decente; infine l’ambiente, che malgrado «piccole guarigioni» effettivamente raggiunte deve ancora fare i conti con alcune «malattie croniche», a cominciare dal traffico. Obiettivo del rapporto di quest’anno, come ha spiegato il presidente della fondazione, Marco Garzonio, era quello di non soffermarsi solo sulle «ombre» della città, ma di metterne in luce la «capacità e possibilità di reagire», da sempre «iscritta nel suo Dna». La vera emergenza della situazione-anziani non sta dunque nel loro numero, ma nelle loro condizioni di vita. Oltre il 40% di chi ha più di 65 anni (oltre un quinto della popolazione complessiva di Milano, moltissime le donne) vive da solo. Settemila «sono praticamente confinati in casa», altri 18 mila «presentano limitazioni pressoché totali», dice il rapporto. Oltre 50 mila hanno «un'autonomia ridotta». Il Comune riesce ad assisterne circa 16 mila. «Per risolvere i suoi problemi - sottolinea Piero Bassetti, storico presidente della Camera di Commercio milanese, nonché autore di uno dei saggi conclusivi del rapporto - Milano deve fare quel salto di qualità che è mancato a tutte le ultime amministrazioni. Non serve pensare alla Milano di 20 anni fa e praticarle qualche piccolo ritocco: la città deve saper rivedere il suo rapporto con il mondo». Tra i punti fondamentali ci sarebbe quello di rivedere il concetto di «periferia», che non è più esclusivamente territoriale: «Coloro che vivono sotto la soglia di povertà di 826 euro mensili - si legge nel rapporto - si distribuiscono in maniera piuttosto equa nel tessuto urbano, confermando l'ipotesi di una città "socialmente mista"». Anche se in alcuni quartieri la situazione resta molto critica: al Gratosoglio solo il 46% delle famiglie ha «risorse sufficienti» (intese non solo come reddito ma come condizione sociale generale), mentre a Baggio si arriva poco sopra il 50%. Nelle zone più ricche (Centro storico, Porta Venezia e Parco Sempione) si è al 96%. È Eugenio Zucchetti, docente di sociologia economica e generale, a concludere: «Servono politiche familiari che "alleggeriscano" le famiglie del loro carico di fatica. Asili, servizi, aiuti. Altrimenti come si può pretendere che le giovani coppie non fuggano?».
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