Nick: mir Oggetto: 14 luglio Data: 14/7/2004 23.16.10 Visite: 98
"Oggi festeggiamo" disse sollevando con un gesto ampio e teatrale la bottiglia di spumante verso il cielo che inscuriva. "Che festeggiamo?" notai che aveva una strana luce negli occhi. "La mia rinascita. Anzi l'anniversario della mia rinascita" "Ma oggi non si festeggia la presa della Bastiglia?" "Anche. Oggi si festeggia la presa della Bastiglia e il mio accidente di tre anni fa" "Mi vuoi dire che stiamo per brindare a una tua malattia di tre anni fa?" "Ciccio" odiavo quando mi chiamava così "capiscimi. Qualche volta festeggiando l'effetto si finisce per celebrare anche la causa. E' la logica storica." L'umidità o questo insieme di poco senso mi stava iniziando ad aprire un bel mal di testa. Non bastava il capufficio, non bastavano i clienti cerebrolesi, gli automobilisti sadici-assassini, ci si metteva pure questo trentenne con le sue glorie e i suoi abissi esistenziali. Stappò la bottiglia e versò rimpiendomi il bicchiere fino a traboccare. Brindò con un fragoroso :"Viva la rivoluzione!". Gli vedevo la vena sul collo che si gonfiava di pari passo all'enfasi che metteva nel parlare. Bevve d'un fiato, poi riprese. "La rivoluzione... capisci." "Veramente no." "La rivoluzione fu un bagno di sangue prima, durante e dopo. Si toccò il fondo dell'animo umano, si fece giustizia sommaria e ingiustizia palese ma fu l'inizio." Mi schiarii la voce cercando furiosamente tra i ricordi scolastici di quel periodo ma non mi veniva altro in mente che la mia professoressa delle medie. Era giovane e molto graziosa. Giusto per mettere in subbuglio i nostri rodanti ormoni, si presentava in classe con minigonna e maglietta aderente e durante quelle ore era tutto un cadere di penne per tentare di sbirciare sotto la cattedra. "Capisci, il dolore come catarsi, purificazione necessaria per il salto. Dopo la rivoluzione niente sarà più uguale a prima. Le idee nuove non potranno più essere negate." Emersi dai pensieri e gli risposi "Credi veramente che le idee non fossero esistite anche prima? Non pensi che possa essere stato solo un passaggio di consegne tra due poteri?" Si girò verso di me come se si fosse accorto solo in quell'istante della mia presenza. "Bè potrebbe essere. Sai com'è... la storia però ha bisogno di date e luoghi. Quello sarà stato anche un passaggio ma l'energia di quel momento fu tale che non si potè più negare che il momento di cambiare era giunto." "Senti, ma che c'entra la Rivoluzione con la tua malattia di tre anni fa?" S'incupì leggermente, si versò e bevve un altro lungo sorso. "Stetti una settimana a letto senza potermi muovere. Fu come perdere la mia energia. Non poter essere presente nella mia vita di ogni giorno. Ed anche nella vita di lei." Sapevo dove stava per andare a parare. Lo lasciai continuare. "Ogni volta che veniva a trovarmi vedevo il suo viso e la sua espressione mutare. Mi sembrava di vedere una specie di telegiornale in cui si segue il precipitare degli eventi con l'impotenza dello spettatore inerme." Si fermò un istante a riflettere forse aveva delle immagini davanti a sè. "L'ultima volta la vidi in lacrime raccontarmi di passione e di nuova vita. Una nuova vita in cui non ero incluso. La rivoluzione si era compiuta e la testa caduta era la mia." "Da quel letto è ricominciata la mia vita. Da quel dolore immobile, se non altro, il corso ha cambiato direzione." "Ogni cambiamento è vita. Ogni cambiamento va festeggiato." Sollevò il bicchiere in un brindisi al cielo e io lo alzai con lui. In lontananza due persone, su un terrazzo, ballavano al ritmo della musica di Gardel. |