Napoli verso il lodo Petrucci
PAOLO BARBUTO
Quanto c’è da aspettare per conoscere il futuro del Napoli? Probabilmente di tempo ce n’è ancora. A meno di clamorose decisioni del tribunale, la vicenda azzurra si trascinerà fino al 29 di luglio quando il Consiglio federale darà l’elenco ufficiale delle formazioni iscritte al campionato. Se la società azzurra non fosse nel novero delle squadre partecipanti alla prossima stagione calcistica, ci sarebbero altre 48 ore per l’attivazione del lodo Petrucci e per la ricerca di nuovi imprenditori disposti a far ripartire il calcio in città dalla serie C1.
Ma andiamo con ordine. Per adesso l’iscrizione del Napoli viene considerata decisamente impossibile dagli organi federali. C’è stato anche un intervento ufficiale del presidente del Coni, Gianni Petrucci: «Il Comitato Olimpico ha il solo compito di vigilare - ha detto - Le società di calcio devono rispettare il codice». Nel frattempo ieri Gaucci ha fatto depositare il ricorso al Collegio arbitrale del Coni mentre per il ricorso al Tar contro la decisione della Figc di non accettare il fitto d’azienda, verrà presentato solo dopo aver superato lo scoglio della fallimentare di domani.
La soluzione più probabile, al momento, sembra comunque quella del Lodo Petrucci. Tutti quelli che stanno lavorando alla costruzione del futuro del club sono orientati in quel senso. Ci sono imprenditori che hanno già fatto presente alla Federcalcio (che deciderà quale società meriterà il posto in serie C1) la loro disponibilità. Anche le istituzioni, che comunque sosterranno fino alla fine l’ipotesi Gaucci, stanno cercando informazioni per un intervento dell’ultimo momento che consenta alla città di non perdere il calcio. Si dice che lo stesso Luciano Gaucci sia interessato alla vicenda, alcuni sostengono che anche il contratto firmato con Bellamio l’altra notte, in realtà nasconda nelle sue pieghe la possibilità di transitare per l’articolo 52 delle Norme organizzative federali, che gli facciano comunque mettere le mani sulla società anche in serie C1.
C’è anche una ipotesi di studio che sta mandando in crisi gli esperti di carte federali. Se il Napoli al 27 luglio non risultasse iscritto e un’altra società avesse accesso al Lodo Petrucci, si avrebbe una nuova squadra napoletana iscritta alla serie C1. Ma se nel frattempo il Tar desse ragione a Gaucci e imponesse alla Federcalcio di riprendere il Napoli, si avrebbe un’altra formazione napoletana iscritta stavolta alla serie B. In quel caso le due formazioni rimarrebbero entrambe in vita?
Nel frattempo gli avvocati del Napoli lavorano per prepararsi all’udienza di domani davanti al giudice Caria: tenteranno di avere un rinvio. Se, infatti, arrivasse la decisione sul fallimento, non ci sarebbe possibilità di rimanere in B e sarebbe vietato anche l’accesso alla C1, il Napoli ripartirebbe dalla Terza categoria.
Il Tar accoglie il ricorso
la squadra non retrocede
Il Napoli può restare in B solo in un caso: se Luciano Gaucci, che ha firmato un contratto per il fitto di azienda del club di Naldi, vince i ricorsi al Coni e al Tar del Lazio. Il Napoli è già cancellato dal campionato di B 2004-2005, anche se sul sito internet della Lega compare tra le 22 società iscritte, perchè non ha presentato lunedì copia dei bonifici effettuati per il saldo delle spettanze ai giocatori, creditori di 8 stipendi. Il progetto di Gaucci è stato bocciato una settimana fa dalla Federazione, perchè il fitto di azienda non è previsto nelle Noif. Ma il presidente del Perugia è convinto di ottenere già nella prossima settimana la sentenza sospensiva del Tar del Lazio e di vedere la Napoli sportiva, affiliatasi dieci giorni fa alla Figc, iscritta al campionato di B il 27, il giorno del Consiglio.
Con il nuovo articolo 52
si perde una categoria
Il 14 maggio la Figc ha apportato una variazione all’articolo 52 delle Noif, prevedendo per la stagione 2004-2005 l’applicazione del «lodo Petrucci». Riguarda le società in crisi. Quelle che riescono ad iscriversi al campionato, possono essere sostituite da nuovi club, ovviamente affiliati alla Figc, con il declassamento di una categoria. In questo caso il calcio napoletano retrocederebbe in C1. Il «lodo Petrucci», che va applicato entro il 29, due giorni dopo il Consiglio, esclude le società in liquidazione o fallite, a meno che il Tribunale non conceda l’esercizio provvisorio. La Figc valuta la consistenza patrimoniale della società che chiede di subentrare e ascolta il parere del sindaco della città. Al «lodo Petrucci» possono partecipare la Napoli sportiva di Gaucci e altre società dilettantistiche napoletane.
La prospettiva peggiore
azzurri tra i dilettanti
Due anni fa, quando fallì la Fiorentina di Cecchi Gori, la Florentia di Della Valle non ripartì dalla Terza categoria, il torneo di più basso livello dilettantistico, ma dalla C2 in considerazione della tradizione sportiva. Questo non accadrebbe nel caso del Napoli, perchè la Figc prevede l’applicazione del «lodo Petrucci» in questa stagione: rispettando i tempi e offrendo le opportune garanzie finanziarie, è possibile conservare il posto in un torneo professionistico. Ma se saltasse il piano Gaucci e se non vi fossero richieste per subentrare alla Ssc Napoli approfittando del «lodo Petrucci», il calcio napoletano ripartirebbe dai dilettanti. È un rischio che il sindaco Rosa Russo Iervolino vuole evitare e infatti ne ha parlato nei giorni scorsi con Franco Carraro, il presidente della Figc, suo collega anni fa nel Governo.
LA POLEMICA
Ieri Salvatore Naldi ha parlato della sua avventura in azzurro. Ha parlato di tutto, anche della cordata istituzionale ma non ha avuto parole d’elogio: «Ma noi abbiamo umana comprensione per il momento che vive Salvatore Naldi - spiega sereno Nicola Oddati - per cui preferiamo rispondere garbatamente, e con stile. Ma innanzitutto voglio dire una cosa, finché ci sarà una logica speranza, fino alla fine di luglio, noi non smetteremo di batterci per cercare di mantenere il Napoli nella categoria che si è conquistato sul campo, la serie B».
L’esordio non lascia prevedere burrasca, Oddati ha solo voglia di chiarire certe cose. Naldi ha chiesto con forza dove erano le istituzioni quando lui, a gennaio, lanciava il primo sos per salvare il Napoli: «Io mi permetto di rispondere che le istituzioni erano già vicine a Naldi molto prima di gennaio - precisa Oddati - Nel mese di agosto del 2003 il governatore Bassolino si è personalmente mosso per l’attivazione di una fideiussione di 19 milioni per consentire l’iscrizione al campionato. Le istituzioni c’erano anche quando Naldi ha chiesto aiuto per lo stadio: abbiamo attivato le procedure, ma dobbiamo rispettare le regole, mica siamo i padroni della città. Ci siamo stati anche quando abbiamo considerato le conversioni delle strutture di Marianella in linea con il Prg, facendo lievitare notevolmente il valore di quella proprietà».
Insomma, Oddati non ci sta a vedere messo in discussione l’impegno delle istituzioni: «Anche perché quando, più di un mese fa, Naldi ci ha contattati, siamo tornati al suo fianco - continua l’assessore comunale allo sviluppo -. Prima abbiamo provato ad attivarci presso le banche per fargli ricapitalizzare il Napoli, ma le garanzie che offriva non erano considerate accettabili come accadde lo scorso agosto, poi abbiamo tentato di convogliare l’interesse di imprenditori che affiancassero Naldi, poi quando lui ha firmato un precontratto con Gaucci, abbiamo cercato di agevolare il percorso: Bassolino e Iervolino hanno contattato Carraro chiedendogli quali erano le possibilità di successo».
Poi, quando la Figc ha rifiutato il progetto, si è riproposta l’idea della cordata: «È stato proprio il Napoli a chiedercelo. Abbiamo cercato di rimettere insieme un gruppo di imprenditori. Siamo arrivati da Naldi a notte fonda, dopo aver chiesto altro tempo per l’iscrizione alla Federcalcio. C’erano gli assegni pronti, serviva una garanzia presentata da Naldi, doveva mostrarcela il mattino seguente. Ma appena siamo andati via, il Napoli ha firmato un contratto con Gaucci».
Naldi, però, sostiene che i soldi sul tavolo erano pochini. Ma anche su questo punto Oddati replica: «Erano soldi veri e reali, avrebbero consentito l’iscrizione alla serie B, avrebbero permesso l’allargamento della cordata. Non è giusto che un gruppo di piccoli imprenditori venga messo alla gogna, dopo aver tentato di trovare una soluzione ai problemi del calcio. Erano soli, i grandi imprenditori non c’erano». Già, non c’erano i grossi nomi: «Ma io non dispero di coinvolgerli ancora nel calcio. Anzi lancio un appello, siamo ancora in tempo, state vicini alla società». E a proposito di piccoli imprenditori, Naldi sostiene che dietro Floro Flores ci sia la Romeo: «Lo escludo - sorride Oddati - e dirò di più. Da Romeo avevo avuto una potenziale disponibilità, ma nessun legame con Floro Flores».
E sulla vicenda si è espresso lo stesso ingegnere Floro Flores rilasciando una dichiarazione all’Ansa: «Non sono mai stato prestanome di nessuno, piuttosto è Salvatore Naldi che ha svenduto il nome suo e della sua famiglia. Non comprendo per quale motivo Naldi, nei confronti del quale ho avuto stima e da napoletano anche affetto, abbia usato nei miei confronti ed in maniera gratuita parole così offensive. Io sono una persona seria».
p.b.
E l’ex presidente
pensa all’azionariato
aperto ai tifosi
In una lunga riunione svolta ieri mattina nello studio di Salvatore Naldi, è stata anche riproposta l’ipotesi di un azionariato popolare per racimolare la somma necessaria ad evitare il fallimento e a cancellare il contratto firmato con Gaucci per il fitto d’azienda. L’idea è stata presa in considerazione e portata avanti dallo stesso presidente che, evidentemente, cerca ancora una strada per evitare il dramma del fallimento. Ha voglia di lanciare un sos ai tifosi per rifinanziare la società: sembra, però, che il proposito dell’ex presidente abbia ricevuto una fredda accoglienza da parte dei professionisti che hanno continuato a pensare alla maniera per dribblare il fallimento.
SVINCOLO PER TOSTO E SAVOLDI
Stipendi alla squadra
riprendono lunedì
le trattative sui tagli
Sette giorni fa Gaucci e Vincenzo Coscia, cognato di Naldi e responsabile del settore giovanile della Ssc Napoli, non avevano raggiunto l’accordo con otto procuratori dei giocatori azzurri, in attesa degli ultimi otto stipendi della stagione 2003-2004. Fallita quell’intesa, Gaucci aveva pensato di interrompere le trattative con Naldi per il contratto di fitto del club. Poi ha deciso di andare avanti. Il pagamento degli stipendi arretrati è uno dei punti chiave dell’accordo stipulato lunedì dall’avvocato Giovanni Bruno, legale di Gaucci, e dall’avvocato Carlo Carile, legale della famiglia Naldi. Servono 4,1 milioni di euro. Se non viene raggiunto quell’accordo, il contratto di affitto del Napoli può essere rescisso.
Gaucci ha sondato la disponibilità di alcuni procuratori. C’è stato un riavvicinamento ad Alessandro Moggi, duramente attaccato dal presidente del Perugia nella scorsa settimana, dopo il mancato accordo a Milano. Moggi, che rappresenta quattro giocatori del Napoli, ha ribadito la propria posizione: «Comprendiamo le difficoltà della società, siamo disposti ad esaminare un piano concreto». La proposta della Ssc Napoli e della Napoli sportiva è questa: pagamento del 30 per cento degli stipendi non ancora corrisposti nella scorsa stagione; taglio del 50 per cento degli stipendi più alti che riguardano i contratti nei prossimi campionati. Il maxi taglio sugli stipendi era stato ipotizzato da Naldi pochi giorni prima che la squadra decidesse di far partire le raccomandate per la messa in mora del club di Soccavo, 3 maggio.
Sono stati sei i giocatori a chiedere la rescissione del contratto. Oggi il Collegio arbitrale della Lega stabilisce l’interruzione del rapporto con il terzino sinistro Tosto e l’attaccante Savoldi. Entrambi dovranno ricevere gli stipendi dal Napoli. Tosto s’è già piazzato al Genoa, che oggi ne annuncerà l’ingaggio. La Gea sta valutando alcune proposte per Savoldi. I diciotto giocatori che attualmente formano la rosa del Napoli sono in attesa di notizie per il ritiro precampionato. Gaucci è tranquillo: «Questo tipo di organizzazione è l’ultimo dei problemi. Ci sono tanti bellissimi alberghi in Italia che aspettano le squadre di calcio per il periodo estivo...». Le scelte più importanti sono altre: allenatore e giocatori. Scelte da fare nei prossimi giorni dopo aver raccolto le indicazioni della Fallimentare e del Tar.
f.d.l.
IL CASO
NAPOLI
FRANCESCO DE LUCA
Fa una promessa. «Non andrò mai contro la storia e la passione dei tifosi: le maglie del Napoli resteranno azzurre», dice Luciano Gaucci, da tre giorni unico azionista della Napoli sportiva, la società che aspira a raccogliere l’eredità della Ssc Napoli. Nella richiesta di affiliazione della Napoli sportiva è indicato il blu come il colore sociale. Gaucci vuol vedere in campo gli azzurri. E in B. È convinto di superare gli ostacoli in tempi brevi, meno di due settimane. Per ora, il suo piano è seguito con curiosità e preoccupazione.
Dice Naldi: «Gaucci ha presentato un bel progetto, però lui gioca con il Napoli».
«Ho parlato con Naldi. Lo stimo tanto, ho apprezzato i suoi sforzi per tenere in vita il calcio a Napoli. Naldi non ha un sentimento stile nei miei confronti, altrimenti non avrebbe avallato questa operazione: nessuno lo ha obbligato».
Non era meglio acquistare il Napoli, anzichè affittarlo, dato che questa operazione non è ammessa dal regolamento federale?
«Ma io non gioco, io il Napoli lo compro. L’affitto riguarda i primi cinque anni, poi c’è il riscatto. Non avrebbe avuto senso spendere tanto per salutare tutti al quinto anno».
Il rischio, concreto, è che il piano Gaucci salti: è stato già respinto dalla Federazione.
«Io non vorrei procedere legalmente, mi piacerebbe trovare prima la soluzione. Ho il conforto degli avvocati. Sarà un procedimento difficile, non impossibile. Al di là dei regolamenti, c’è un ragionamento da fare: Napoli è una città che merita rispetto. Se sono stati offerti vantaggi ad altre squadre e ad altre città, perchè negarli al Napoli? Qualcuno dovrebbe passarsi la mano sulla coscienza».
Domani c’è un’udienza in Tribunale: la Ssc Napoli rischia il fallimento.
«Faccio una precisazione: l’aspetto personale è una cosa, quello sportivo un altro. Mi auguro che sia offerta una possibilità a chi ha lavorato nell’interesse del Napoli e di Napoli, cioè Naldi. È chiaro: i giudici sono giudici, il loro lavoro è valutare e decidere. Ma la questione Napoli è importante e i giudici sono anzitutto uomini».
Perchè lei, proprietario del Perugia ed ex proprietario del Catania, s’è interessato al Napoli? Per business?
«Napoli è una sfida appassionante. Sarei contento di riuscire a risollevare le sorti di una squadra che se la passa male da tempo. Credo di avere una discreta esperienza. Ho cominciato oltre vent’anni fa nella Roma di Viola. Poi ci sono state le esperienze con Viterbese, Perugia, Catania e Samb. Tutte positive. Mi piace il calcio e so fare questo mestiere».
Un anno fa scese in piazza con i tifosi del Catania, stavolta adopera toni diplomatici.
«Non dobbiamo alzare la voce e litigare per far rispettare i nostri diritti».
Napoli non s’è apertamente schierata dalla sua parte.
«La città mi piace, la gente ha il mio stesso entusiasmo. Trascorrerò tanto tempo qui. Non ho notato ostracismo nei miei confronti».
Regione e Comune hanno appoggiato un gruppo di imprenditori per rilevare la società mentre lei trattava con Naldi.
«Ho parlato con il presidente Bassolino e il sindaco Russo Iervolino: ho ricevuto incoraggiamenti. La cordata degli imprenditori napoletani? È stato fatto un tentativo nell’interesse della squadra. Ma non si può ricordarsene poco prima della mezzanotte dell’ultimo giorno utile».
Si dice: Gaucci adopera l’arma Napoli per fare gli interessi del Perugia e riportarlo in A.
«Si dice male. Ho lasciato il Perugia ai miei figli».
Ha lasciato ad Alessandro e Riccardo anche Cosmi, l’allenatore del Perugia nelle ultime quattro stagioni, il primo candidato per la panchina del Napoli.
«Ci sono cose da chiarire con Cosmi. L’ho incontrato, ci siamo confrontati, ci rivedremo. Se Cosmi ha il giusto entusiasmo, sarà lui l’allenatore del Napoli. Voglio gente motivata, non persone che accettano il Napoli perchè non c’è di meglio. Questa è una piazza degnissima, storica. La più importante d’Italia, tra le più importanti al mondo».
Parole bellissime. Intanto, il Napoli non è stato iscritto al campionato di B perchè non sono stati presentati i documenti.
«Sono fiducioso. Supereremo tutti gli ostacoli. Conto di vedere il Napoli in B il 27 luglio, giorno del Consiglio federale».
Il contratto firmato con Naldi può essere rescisso se non vengono pagati al 30 per cento gli stipendi maturati dai giocatori nella scorsa stagione.
«Aspettiamo l’udienza in Tribunale, poi sistemeremo tutto. Lavoriamo ventidue ore al giorno per il Napoli».
Mercato: Angelozzi il diesse
Previdi e Talarico i consulenti
Imprenditore romano, personaggio di spicco del mondo dell’ippica, Luciano Gaucci è entrato nell’ambiente calcistico nel 1981, assumendo l’incarico di vice presidente della Roma di Dino Viola. Ha poi gestito altre squadre. Ha riportato in A il Perugia, regalando ai tifosi umbri la platea europea e giocatori di buon livello. L’unica grande amarezza a metà giugno, quando Cosmi ha perso lo spareggio per la A con la Fiorentina. Gaucci ha diretto con il supporto dei figli Alessandro e Riccardo il Catania, ceduto due mesi fa al gruppo Pulvirenti, ex presidente dell’Acireale, per 15 milioni di euro; la Samb e la Viterbese. Gaucci ha uno staff di collaboratori. Ha scelto Guido Angelozzi, alle sue dipendenze prima alla Samb e poi al Catania, come direttore sportivo per il Napoli. Consulenti saranno Nardino Previdi, collaboratore di Ferlaino nel ’91 a Napoli, ed Ernesto Talarico, osservatore fidato.
http://ilmattino.caltanet.it/