Nick: Strider Oggetto: parte prima. Data: 16/5/2008 18.8.37 Visite: 128
Zanà e la tara del ratto delle caramelle. Sabato scorso Zanà si svegliò pensieroso, con un vago senso d’inquietudine. Era da tanto che non si svegliava così avendo egli da anni raggiunto un certo qual equilibrio, il quale, in questi tempi moderni dove la serenità è l’eccezione e l’essere nevrotici la regola consolidata, gli conferisce quel non so che di particolare che tanto piace al gentil sesso e non solo. Zanà era un uomo felice. Un uomo indubbiamente felice. Però non dobbiamo pensare ch’egli lo naque. Purtroppo non lo naquè, però lo diventò. Con sacrificio, sì, ma lo diventò. Ora noi potremmo star qui a discutere sulle vere basi di un’autentica serenità, anticamera indispensabile della felicità, per ore e ore e fiumi d’inchiostro sono già stati versati su quest’argomento ma quel che ora c’interesa è che Zanà per anni è stato convinto d’averla raggiunta ed ora sentiva questo senso d’iquietudine che lo faceva sentire diverso, strano, e sapeva che qualcosa dentro di lui era ormai cambiato: la basi della sua serenità era state scosse, qualcosa s’era rotto. Che la sua serenità fosse davvero in pericolo? Non tutti sanno che Zanà prima di diventare Zanà è stato Zanardi e prima ancora di diventare Zanardi è stato Franti e prima di div…vabbè lo so…tutto ciò può può anche essere noioso e quindi vado al punto. Zanà è stato anche bambino! e tenetevi forte c’è stato un tempo in cui aveva persino i capelli!! Insomma era un bambino regolare come tanti altri forse l’unica cosa che lo differenziava era il suo incredibile amore per il genere umano ed una sensibilità fuori dell’ordinario. Voleva bene a tutti e tutti gliene volevano poiché egli voleva appunto bene a tutti e quando tu vuoi tanto bene a qualcuno quest’ultimo un po’ finisce per volertene un po’ anche lui. Insomma non so se mi avete capito ma fatto è che per lui tutto filava nel modo migliore. Un giorno però successe una cosa che trasformò profondamente la sua vita. Stava seduto nei pressi della mulattiera che dal suo paese natio Zannacane porta su sulle montagne. Era autunno e c’era in corso la transumanza. Le mucche scendevano dalle montagne e andavano a svernare sul litorale e questo gli faceva pensare insistentemente ad una ragazza vista in televisione per la quale incominciava a sentire quello che poi avrebbe chiamato "amore". Si stava chiedendo come si chiamasse Haigi? Huidi? Heidi? Eh sì forse era proprio Heidi rifletteva quando improvvisamente, il pastore che faceva la tansumanza gli si fece vicino, lo alzò tirandolo per le orecchie e si prese tutte le caramelle ch’egli conservava nella sua bisaccia a tracolla (bisaccia che, anche oggi, sebbene di fattura diversa, ama portare con sè). In quel momento il mondo di Zanà, il mondo idilliaco, il mondo dove la bontà regnava sovrana ed incontrastata, crollò. Egli si rese immediatamente consapevole, per la prima volta in vita sua, che esistevano persone che potevano non solo non volergli bene ma fargli addirittura del male e di ciò ebbe paura. Paura che non lo abbandonò mai del tutto. Iniziò quindi un periodo di profonda inquietudine per Zanà e gli anni a seguire furono molto difficili. Il suo pensiero ossessivamente andava sempre a parare sulla stessa questione: come poteva egli conciliare il suo profondo amore per tutto il genere umano con con la sua paura del medesimo genere umano? Questo lo rendeva inquieto ed un po’ strano a gli occhi degli abitanti di ZannaCane ma, avendo loro tutti il ricordo di quello splendido bambino ch’era, ed essendo le prime impressioni molto più durevoli delle seconde e delle terze, finiva che non ci pensavano più di tanto. Poi, un giorno, come per tutti i ragazzi di Zannacane di buona famiglia, venne anche per lui il momento in cui dovette partire per fare l’università. Ora io penso che qui, inconsciamente già stava per giungere all’idea che in seguito lo rese ciò che è o almeno è stato fino a sabato scorso. Ma vabbè ne parleremo ampiamente in seguito .Zanà quindi partì e scelse la facoltà di giurisprudenza. Dall’episodio del ratto delle caramelle da parte del pastore egli cercò sempre di limitare al massimo i contatti con le persone ma amandole sempre comunque profondamente. Giurisprudenza risultò quindi essere la facoltà ideale non avendo l’obbligo di frequenza ed essendo la stessa non strettamente necessaria. In tutti i quattro anni d’università uscì solo per dare gli esami e fare provviste di cibi surgelati e trippa in scatola, i suoi alimenti preferiti nonché unici fin quando non iniziò a praticare il kendo molti anni dopo aggiungendo anche gli hamburger. Laureatosi, si trovò a dover decidere cosa fare della sua vita. Egli sapeva con certezza solo due cose: una era che desiderava portare il suo calore e la sua compassione al genere umano e l’altra che sapeva di avere una paura insopprimibile del medesimo. Il suo pensiero ossessivo insomma. La sua natura angelica e amorevole ed il ricordo indelebile del pastore che gli rubò le caramelle e che quindi il genere umano era anche da temere, cozzavano tra loro e davvero non sapeva come fare per conciliare questi due aspetti della sua persona. Però un giorno si svegliò e comprese come fare per conciliare queste due cose. Si mise quindi all’opera. Egli era bravo, molto bravo, e più di un professore all’università gli aveva proposto di collaborare e fare ricerca e decise quindi di sfruttare questo suo talento conciliando i due aspetti del suo pensiero ossessivo forte anche del fatto che in quel periodo alcuni ricercatori al CNR di Ginevra avevano da un po’ inventato internet e gli americani lo stavano diffondendo nel mondo. Successe così che chiese ad un suo zio proprietario di una concessionaria d’auto (un’auto delle quali fece fuori una delle rarissime volte in cui mise il muso fuori di casa, cercando di guidarla senza aver mai guidato prima solo perché credeva di aver visto quella Heidi che lui tanto teneramente amava, l’oggetto dei suoi sogni di fanciullo, passare per la strada fuori della finestra) di finanziarlo per attrezzare la sua casa in funzione di ciò che aveva in mente. Lo zio acconsentì: il nipote prometteva bene e aveva promesso di ripagarlo non appena avesse ingranato. Fu così che Zanà divenne ciò che ora è. Consigliere di avvocati ed anche di magitrati a volte! E’ convinzione diffusa che Zanà sia un avvocato, niente di più errato! Zanà è la mente di molti avvocati, la loro guida! Essere avvocato significa stare effettivamente in contatto fisico con le persone e Zanà come sappiamo ne ha paura perché le persone sono capaci di gesti brutti e cattivi come rubare le caramelle a lui! Quindi li guida dal suo quartier generale di Zannacane. Facendo così riuscì a conciliare i due aspetti del suo essere più profondo: la sicurezza dal genere umano "cattivo" ed allo stesso tempo il suo amore sconfinato per il medesimo (lui guida solo avvocati che difendono persone ingiustamente accusate o che comunque meritano davvero d’esser difese). Lui stesso più volte ha guardato a quei giorni in cui questo suo progetto è nato come l’inizio della sua felicità. Lavorava a casa al sicuro dalle persone ma, allo stesso tempo in mezzo a loro, aiutando i deboli e gli indifesi. E’ stato lui la mente delle più famose arringhe degli ultimi anni qui in Italia e ad anche di alcune in paesi stranieri. C’è il suo zannino dietro il caso di quell’uomo vittima della flautolenza notturna della moglie e la saggia decisione del giudice di salvare il matrimonio facendo bere alla moglie brodo di femmina di topo al bisogno, si è ciò che si mangia dopo tutto, la sera prima di andare a dormire.E’ giunta voce che l’uomo ora a volte si lamenta che la moglie non più mangi abbastanza fagioli però sembra che ciò non sia ancora giunto all’orecchio di Zanà... Il suo zannino è anche dietro all’avvenuta scarcerazione di quella ….ma ora è meglio che mi fermi sennò non la finisco più essendo io suo grande ammiratore. Insomma non troverete il suo nome sui giornali poiché egli agisce nell’ombra (per modo di dire s’intende! essendo casa sua perennemente illumitata da schermi e schermetti di computer sparsi in ogni dove) però nel suo ambito è considerato un’autorità mondiale. Passarono alcuni anni in cui Zanà riuscì a raggiungere un grado di benessere alquanto soddisfacente. Il suo isolamento fisico (che per lui è il suo grado di protezione dalle persone capaci di rubare le caramelle a lui) era ormai completo avendo egli installato un paio di ruote ( dalle quali ruote è poi nata l’espressione "stare a rota" che inizialmente indicava l’isoalmento dal mondo di Zanà poi solo in seguito più limitatamente l’isolamento dalla F###) per ricevere i surgelati-penso che fu proprio in questo periodo che iniziò a seguire il corso televisivo di kendo che lo spinse ad aggiungere gli hamburger al suo menù ma non ne sono del tutto sicuro-e quant’altro gli servisse, in modo del tutto sicuro dai pericoli che il contatto col genere umano poteva arrecargli. Inoltre manifestava il suo amore per l’umanità cercando di apparare i torti ( con il ratto delle caramelle sempre vivo nel suo ricordo) e portando concordia nel mondo tramite la sua azione legale dietro le quinte. Successe un giorno che sentì dentro di sè covare ancora più amore rispetto a quanto ne dava aiutando gli avvocati ed i giudici a portare concordia, e iniziò allora un nuovo periodo di sofferenza interiore per lui, un periodo di rinnovato malessere. La notte non dormiva e macinava kilometri su kilometri passeggiando nel salotto di casa sua -tant’è che il pavimento si consumò anche se adesso non ci sembra perché ci passano i cavi della sua connessione internet a 674654056546896 giga/s coperti da una tavola ed un tappeto- a meditare. Un giorno gli capitò di leggere questa frase che lo colpì profondamente: "la strada che porta agli altri passa per dentro se stessi", e quest’altra che dicevano alla radio essere la summa della saggezza antica: "conosci te stesso" e per la seconda volta in vita sua ebbe un’illuminazione e capì. Capì che il suo stare solo con se stesso l’aveva reso effettivamente saggio e la saggezza da lui raggiunta gli diceva d’impegnarsi a superare la sua tara del ratto delle caramellle e la sua paura del genere umano perché solo vincendo tutto ciò avrebbe potuto davvero dare tutto l’amore che aveva dentro di sé. Guardò allora la porta blindata che lo proteggeva dal genere umano e cercò di trovare dentro di sé la forza per aprirla per andare incontro a quella umanità che tanto amava ma che allo stesso tempo tanto temeva. Si sforzò a non finire con tutte le sue forze. Dal suo corpo uscirono anche strani suoni che gli fecero ricordare quel caso di richiesta di divorzio dell’uomo con la moglie che aveva la flautolenza…però niente, non la trovò, in compenso però gli venne un’altra idea forse coadiuvata dall’inalazione da sforzo: sarebbe andato sì incontro al mondo, avrebbe sì superato il trauma del ratto delle caramelle ma con gradualità: sarebbe diventato un chatter! |