Nick: m|r Oggetto: Far niente Data: 23/5/2008 14.50.16 Visite: 199
Zio F era un personaggio che diventava, nella bocca dei parenti, un mitico esempio di accidia e dissolutezza. Zio F il fannullone, il giocatore, il dilapidatore di patrimoni, il casinista. Un giorno era capace di venire ad elemosinare a casa mia il necessario per un pranzo e la settimana dopo telefonava da Baden Baden "per salutare". Adesso ogni volta che mi capita di immaginare qualcuno preso dal demone del gioco, lo immagino con le sembianze di zio F. Uno perennemente con un mezzo toscano in bocca, la pelle olivastra, il viso rugoso e la bocca dalle labbra porporine capaci di sorrisi beffardi così come di atteggiamenti di profonda amarezza. Ma erano le mani il dettaglio più affascinante. Lisce e curate come chi non ha mai sopportato altro che il contatto con le carte da gioco. Da piccolo mi dava sempre dei pizzicotti "a cavaturacciolo" sulla faccia. Non lo faceva con forza e non lo avrebbe potuto mai fare vista la totale assenza di tono muscolare. Lo sport, per lui, era una cosa da "fetienti". Diceva che somigliavo al sergente Garcia, quello di Zorro, perchè da piccolo mi portavo un po' grasso. Però poi rideva simpatico e allora non me la prendevo tanto. Un giorno zio F perse, in una mano di "chemin de fer", tutto quello che aveva, non tanto a dir il vero, compresa la casa dove abitavano gli ignari familiari. Perchè, in tutto questo, lui aveva una famiglia "stanziale" a Napoli. Una moglie operosa che ogni giorno si alzava presto per lavorare e due figli abbastanza normali. Si trasferirono tutti al nord e la casa fu occupata da un turco che poco dopo la ri-perse giocando ad Agnano. Una volta, dall'alto dei miei 9 anni e dell'esempio del mio infaticabile padre che non vedevo mai, chiesi a mio zio F "... ma tu non ti scocci mai a non far mai niente?". Lui rispose: "Io? Io facc nu sacc 'e cos.." "Toda vida" |