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Gould è noto per la sua viva immaginazione musicale e gli ascoltatori hanno sempre considerato come qualcosa di eccezionale le sue interpretazioni, che vanno da un qualcosa di brillantemente creativo fino ad arrivare in certe occasioni all'apertamente eccentrico.
La sua interpretazione è stata caratterizzata da una grande chiarezza e cristallinità, con una maniacale pulizia delle note, in particolare nei passaggi di contrappunto. Gould visse in un momento in cui predominava un approccio che enfatizzava la grandiosità e in un certo senso la pesantezza delle esecuzioni di Bach, fatto che risaliva addirittura al XIX secolo, ma ancora ben presente sulla scena musicale. Ecco perché, in confronto, molti ascoltatori trovarono l'approccio di Gould come molto più leggero e gradevole, perfino rivelatorio. Lo stile di Gould molto probabilmente ha influenzato i pianisti successivi che hanno suonato Bach, ad esempio in modo considerevole Andras Schiff.
Gould aveva una tecnica formidabile, che gli permetteva la scelta di tempi molto veloci pur mantenendo sempre la separazione e la chiarezza di ciascuna nota. Faceva parte di questa tecnica l'assumere una posizione estremamente bassa rispetto allo strumento. Come evidenzia Charles Rosen, questa postura non è assolutamente indicata per chi volesse suonare alla maniera del secolo precedente, privilegiando la musica a più alto volume, cosicché Gould a volte dovette falsare certi effetti nelle sue esecuzioni registrate di Liszt con il ricorso all'overdubbing (sovrapposizione delle tracce audio). Tuttavia, permetteva di raggiungere risultati eccellenti per la musica che Gould suonava e che era scritta in origine per il clavicembalo.