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Nick: mir
Oggetto: The BBQ
Data: 21/7/2004 21.33.43
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Lascio queste mie ultime parole perchè siano di monito per chi verrà dopo di me.
Sto scrivendo su un palmare dal chiuso di uno sgabuzzino. Ho poco tempo.
Quello che scrivo adesso verrà pubblicato sul forum di Ircnapoli tra due giorni nella stessa ora in cui invierò tutto al mio script-mir.
Tutto è cominciato con un semplice invito a un barbecue (BBQ) in una villa tra Sorrento e Massalubrense.
Un invito innocuo, in apparenza.
La proprietaria di casa ci ha accolti alternando sorrisi a occhiate lunghe e circospette.
Dario (un nome di fantasia) subito approccia la carbonella e attizza il fuocherello per creare la brace.
La serata è leggera e piacevole. Un leggero vento porta l'odore del verde che respira dopo una giornata d'intenso calore.
Veronica (altro nome di fantasia) armeggia due cellulari tra squillini, messaggini e telefonatine.
Ci sediamo intorno alla tavola. Al di sopra campeggiano tacos, nacos e salsa chili.
Abbiamo tutti fame e ci avventiamo su questi piccoli antipasti tranne Flora (così chiamerò la proprietaria di casa).
E' subito evidente a tutti lo strano sapore delle sfoglie croccanti ma anche della salsa. La fame, però, vince ogni titubanza.
Stappiamo il gragnano portato dal fochista e ne verso abbondanti dosi a tutti. Tranne Marica e Roberto (così chiamerò i due astemi) e mai scelta fu più fatale.
Come al solito mi faccio subito almeno un paio di bicchieri in più degli altri ma mi inizia girare la testa. Non è da me.
Tutti hanno strani sguardi vuoti tranne Flora che, invece, sogghigna.
I primi a cadere sono proprio gli astemi.
Roberto e Marica si accasciano esanimi sul tavolo.
Non riesco a mettere bene a fuoco la scena. Mi alzo.
Vorrei aiutarli.
Gli altri continuano a parlare di fatti di chat come se niente fosse.
Ho la netta sensazione di sognare quando Flora scopre il collo di Roberto per poi cacciare un lungo coltello da macellaio e staccare di netto la testa dal tronco.
Sul tavolo è un lago di sangue.
Risolini e battute di apprezzamento accompagnano il gesto di infilzare spiedini roventi nel corpo di Marica. Addirittura Paolo e Peppe gridano "olè" ogni volta che il ferro penetra nella carne.
Sono tutti impazziti o .. drogati.
Capisco che l'ulteriore dose di vino mi ha un po' preservato dagli effetti della droga anche se non sento molto le gambe.
Flora non nota che io non grido assieme agli altri.
Faccio per voltarmi e tentare una fuga ma inciampo e cado vicino ad un cespuglio.
Mi sembra di pesare una tonnellata.
La successiva vittima è Dario e la fine è tremenda.
Lo affetta lentamente e ne mette la carne sulla brace che lui stesso alimenta.
Un pezzo grande della coscia è arrostita ben bene prima che Flora lo offra a Veronica.
Lei la rifiuta dicendo che è "carne inutile".
A questo punto la nostra carnefice fa una grossa risata e la fa alzare ed esclama "troppo alta".
Così caccia un seghetto fino ad allora invisibile e la accorcia tagliando via piedi, caviglie, polpacci, ginocchia, cosce. Poi si ferma sapendo che la poverella non durerà più tanto.
Peppe si sganascia dalle risate sulla sedia.
Flora si avvicina e gli dice: "cosa ti è mai piaciuto veramente di me".
Lui dice: "SELECT * FROM flora WHERE isgood = true" e poi "ci sto pensando".
Lei getta un urlo terrificante e gli pianta un coltello in mezzo agli occhi. Prima di morire Peppe dice un cosa tipo "shuttin' down".
Paolo ha un attimo di lucidità quando fa per alzarsi e tantare un fuga verso al piscina.
E' troppo lento e viene facilmente raggiunto da lei.
Piange Paolo e farfuglia di esami superati quando Flora gli conficca un forchettone in pancia.
Proprio sotto un cartello che recita "Qui le persone di servizio non possono fare il bagno".
Inizio a strisciare verso l'interno della villa. Devo trovare un posto dove resistere fino al ritorno delle forze.
Bisbiglio a Mario di muoversi e di salvarsi. Lui ride e mi affida il suo palmare. Dice: "Non ti preoccupare, sono un moderato, non posso morire". Cerco di tirarlo per un braccio ma niente sembra smuoverlo.
Striscio in casa e con la coda dell'occhio vedo che lui sorride ancora mentre dice a Flora "Parliamone" e lei gli pianta un coltello al centro esatto del cranio.
Rimane così il povero Mario, con quel sorriso calmo con cui l'ho conosciuto.
Raggiungo uno sgabuzzino e mi chiudo a chiave dentro.
Lei non mi ha visto.
La sento adesso che canta per la casa "Me ne manca solo uno, me ne manca solo uno".
Vi scongiuro tutti: non accettate inviti al BBQ
