Nick: Viola* Oggetto: La fotografia (Lively) Data: 12/6/2008 18.10.20 Visite: 205
"La fotografia" di Penelope Lively Questo romanzo mi ha turbata non poco. A dieci anni dalla morte dell'adorata moglie Kath, un uomo scopre tra vecchi documenti una cartellina, in cui c'è una fotografia di un gruppo di persone, tra cui Kath, appunto. Nella foto lei è un uomo si stringono le mani di nascosto, e quell'uomo è il marito della sorella di Kath. C'è anche un biglietto amoroso, nella cartellina, inequivocabile. Quindi Kath aveva una relazione col marito della sorella quando era già sposata. Il marito corre a dirlo alla sorella di Kath, che butta fuori il coniuge di casa, e poi va dall'uomo che ha scattato la foto, un amico di famiglia, l'unico che sapeva della relazione. Da quel monento in poi inizia un "ripensamento" di Kath da parte di questi 4 personaggi: il marito, la sorella, il cognato, l'amico. Chi era davvero lei? Tutti la ricordano come una donna molto bella e affascinante, sempre allegra, una che iniziava 1000 cose e non ne finiva una, con tanti amici, che non aveva voluto figli, una che lasciava il segno in tutti quelli che la conoscevano. Però Kath 10 anni prima si era uccisa, senza apparente perchè. E quel giorno aveva telefonato a tutti e 4 loro, troppo impegnati per risponderle. Solo la migliore amica di Kath, l'unica che la conosceva davvero, saprà dare le risposte, che prima non le erano mai state chieste. Kath era sempre stata infelice, avrebbe voluto essere amata e invece era solo desiderata, il marito l'aveva voluta come un bell'oggetto, il cognato idem, la sorella la teneva a distanza forse perchè invidiosa, amici veri nessuno, soffriva tremendamente della sua incapacità di portare a termine le cose. E poi avrebbe tanto voluto un figlio, ma l'aveva perso. E il marito preso dai suoi tanti viaggi (era un accademico)non se ne era nemmeno accorto. Grazie al suo fascino Kath non aveva mai dovuto impegnarsi in nulla, si limitava ad esistere come gli altri volevano che fosse. E questa cosa era stata la sua rovina. Noli me tangere/perchè di Cesare io sono/e selvaggia/benchè sembri mansueta. Thomas Wyatt, "Anna Bolena" |