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Nick: PepposDj
Oggetto: News Napoli
Data: 22/7/2004 16.51.10
Visite: 133

È stata una giornata di intenso lavoro per Andrea Abbamonte, l’avvocato a cui si sono rivolte la Ssc Napoli e la Napoli sportiva per avere il via libera per la B dal tribunale del Coni. Nei saloni del Foro Italico a Roma è cominciato alle ore 9.30 l’arbitrato richiesto dalla Ssc Napoli perché la Federazione ha respinto l’ipotesi del fitto d’azienda. L’avvocato Mario Gallavotti, legale della Figc, ha sollevato due eccezioni: la Ssc Napoli non poteva richiedere l’arbitrato perchè la vicenda riguarda l’altra società, la Napoli sportiva; la procedura dell’arbitrato speciale è prevista per ricorsi relativi alla non iscrizione al campionato e il ricorso della Ssc Napoli è partito il 9 luglio, dieci giorni prima dei verdetti della Covisoc. Il Collegio arbitrale del Coni ha chiesto 48 ore di riflessione. L’orientamento dei giudici Luigi Fumagalli, Massimo Coccia e Giulio Napoletano è accogliere le istanze della Figc e rinviare la Ssc Napoli alla Camera di conciliazione, primo grado di giudizio. Quanto al secondo ricorso Napoli sportiva-Figc, le parti non hanno conciliato davanti al giudice Aurelio Persichelli: scatterà l’arbitrato. Ha commentato l’avvocato Abbamonte: «I rilievi della Federazione sono infondati: era diritto della Ssc Napoli richiedere l’arbitrato in quanto collimano gli interessi con la Napoli sportiva».
A Roma si sono incontrati Luciano Gaucci e Salvatore Naldi, alla presenza di Paolo Bellamio, il commercialista mestrino che è l’amministratore unico del Napoli da un mese. È stato preparato il ricorso per la Coavisoc, la commissione di secondo grado istituita dalla Federazione per verificare i bilanci delle società e fornire l’ultima indicazione al Consiglio sulle iscrizioni al campionato. La Ssc Napoli, che non ha pagato gli stipendi entro il 9 luglio, non avrebbe potuto presentare il ricorso, ma lo ha fatto. Spiega Bellamio: «La Ssc Napoli, dopo l’accordo con la Napoli sportiva, ritiene di non essere assoggettata alle scadenze fissate dalla Federazione. Attendiamo gli sviluppi. Se venisse ritenuto valido il progetto di fitto d’azienda, chiederemmo alla Figc una deroga per sistemare le questioni in sospeso». Oggi parte il ricorso dell’Ancona, esclusa dalla Covisoc perchè ci sono dubbi sui termini della ricapitalizzazione per 18 milioni di euro, che avrebbe coinvolto una sconosciuta finanziaria di un piccolo stato americano. Il club marchigiano è nel mirino della Fallimentare di Ancona. Intanto, la Napoli sportiva di Gaucci presenta domani il ricorso al Tar Lazio: potrebbe essere discusso all’inizio della prossima settimana. «Abbiamo chiesto alla Napoli sportiva di mettere a disposizione i documenti che attestano gli accordi economici con i giocatori per presentarli in tribunale», dice Bellamio.

L’INTERVISTA
«Non basta pagare solo i calciatori»
De Notaristefani: la Fallimentare mette sullo stesso piano la squadra e gli altri creditori

Tra otto giorni il Napoli torna a Castelcapuano: si decide sul fallimento del club, che ha già ottenuto due rinvii dal Collegio della settima sezione del tribunale grazie all’accordo stipulato con la Napoli sportiva di Luciano Gaucci. I giudici hanno sollevato dubbi su quel contratto, tanto è vero che i professionisti di Gaucci sono al lavoro per le opportune integrazioni, relative alla consistenza della ipoteca sui beni immobiliari della «Concorde Service» di Roma. L’avvocato Antonio de Notaristefani, esperto in diritto fallimentare, interpreta le valutazioni del tribunale.
Perché il tribunale ha fissato una nuova udienza il 30 luglio?
«Ha valutato che in questo momento la dichiarazione di fallimento creerebbe problemi sotto l’aspetto sportivo, anche se il Collegio rileva la prevalenza dell’ordinamento dello Stato su quello sportivo: in pura teoria la società potrebbe salvare il titolo anche se venisse dichiarata fallita».
Gaucci ha trovato l’accordo con i giocatori per il pagamento degli stipendi arretrati.
«Questo non è sufficiente per il tribunale. I giudici non intendono avallare operazioni che possono avvantaggiare solo alcuni creditori. Occorre il rispetto della par condicio creditorum. Tanto per fare un esempio, non si possono far differenze tra calciatori, fisco e fornitori. Sono prese in considerazione ipotesi che salvano il titolo, a patto che vi sia la tutela degli interessi dei creditori: se un calciatore prende il 70 per cento, un fornitore non può prendere il 10. È evidente che può anche essere presentato al tribunale un impegno seriamente garantito per il pagamento di tutti i creditori oppure la rinuncia di tutti a richiedere il pagamento in via coattiva».
Vi sono state contestazioni sul contratto di fitto di azienda.
«Il fitto di azienda va bene, ma non si deve ritenerlo utile per l’annullamento della massa debitoria della vecchia società. Non a caso il tribunale fa riferimento alla trasparenza delle operazioni. Si pone una domanda alla società che affitta e alla società che subentra: come intendete provvedere alla copertura dell’indebitamento? Se non c’è una copertura pari al debito, occorre un piano di rientro. Se nella società dovessero rimanere costi, occorrerebbe dotarla di mezzi finanziari in grado di sopportarli, dato che le fonti di ricavo sarebbero venute meno».
Cosa accadrebbe se la Ssc Napoli fallisse? Verrebbe annullato il progetto di fitto?
«Se il contratto viene sottoscritto prima del fallimento, di per sè non viene annullato. Ma al curatore viene concessa la facoltà di dichiarare inefficace l’accordo: tutti gli atti effettuati in un periodo «sospetto» possono essere revocati. E, qualora vi fossero stati pagamenti preferenziali ai creditori, si configurerebbero ipotesi di reato».

Il sindaco di Bari: «Azzurri in C»
Poi si corregge: «Era una battuta»


Sfiorato l’incidente diplomatico con il sindaco di Bari, Michele Emiliano. Ieri in una trasmissione televisiva, rispondendo ad un tifoso del Bari, aveva detto: «Vanno rispettate le regole, non sarei dispiaciuto per la retrocessione del Napoli». Poi la precisazione: «Era l’ironica risposta ad un tifoso. Consideriamo Napoli punto di riferimento politico e culturale. Mi dispiacerebbe se la squadra azzurra non riuscisse a iscriversi al campionato, però la vicenda del Napoli conferma che i bilanci vanno rispettati, così come ha fatto il Bari, società che ha i conti in regola».

http://ilmattino.caltanet.it/




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