Nick: Cattivo Oggetto: Perchè gli uomini sono noiosi Data: 16/6/2008 20.22.30 Visite: 594
"Ecco perchè siete noiosi" Molti uomini o parlano di sè o stanno zitti Una ricerca certifica l’opinione più diffusa tra le donne: "Gli uomini o parlano del loro successo o restano in silenzio" Se in tutto il mondo le donne preferiscono ormai incontrarsi fra di loro per una cena, un cinema, un aperitivo o un viaggio, una ragione c’è: gli uomini sono noiosi. Per capire quanto lo siano, basta un esempio citato dalla docente di Linguistica della Georgetown University, Deborah Tannen, nel libro che ha dedicato all’argomento. Un uomo e una donna viaggiano in auto. Lei dice: «Vorresti fermarti a prendere un caffé?». Lui risponde: «No». Per tutto il resto del percorso la donna, che avrebbe voluto fermarsi per un caffé, si chiede dove ha sbagliato. Dal suo punto di vista, la domanda era l’inizio di un negoziato. Dal punto di vista del maschio, la conversazione è invece un modo per misurare il proprio status in un gruppo e affermare la propria dominanza. Una noia mortale, per chi conosce i maschi meglio di chiunque altro: le donne. Il Daily Telegraph sta intervistando da giorni decine di esperti e di persone comuni per cercare di venire a capo del problema, ma senza trovare una vera soluzione. Jess Spillane, una docente di Plymouth di 44 anni, ritiene che più un uomo cerca di apparire macho e più è noioso: «I macho o parlano del loro successo nel lavoro o stanno zitti, cose entrambe tremende. Sono esattamente l’opposto delle donne, le quali vogliono invece condividere gli aspetti nascosti della loro vita e del loro lavoro, le insicurezze e le paure». Secondo la professoressa Spillane è questa la ragione per la quale molte donne preferiscono avere amici gay: non ti saltano addosso e sono più disponibili ad ascoltare che a esibire continuamente presunte virilità. Fin da piccoli Simon Baron-Cohen, docente di Psicopatologia all’università di Cambridge, sottolinea che il cervello delle donne è più orientato all’empatia, uno sforzo di comprensione dell’altro, mentre quello dei maschi è orientato alla comprensione e alla costruzione di sistemi complessi. Baron-Cohen invita a osservare il comportamento di bambini e bambine al volante di automobiline a pedali: i primi cercheranno di scontrarsi ad ogni occasione, le seconde guideranno con prudenza. Ma l’innata tendenza a svelare i meccanismi dei sistemi complessi fa in modo che un maschio, a cena con una donna, possa dedicare metà del tempo a spiegare in che modo il Manchester United ha battuto il Chelsea nella finale di Champions, senza rendersi conto di essere l’unico interessato all’argomento. Tutto quello che determina il successo degli uomini nel corso della loro giornata di lavoro, la capacità di confrontarsi, di discutere, di fare valere i propri punti di vista, non ha più alcun valore nel momento in cui la conversazione smette di avere uno scopo professionale e diventa fine a se stessa. I maschi, a quanto pare, non sono capaci di passare da una condizione all’altra e questo spiega, nelle situazioni sociali, imbarazzanti silenzi o altrettanto imbarazzanti monologhi sul proprio lavoro, i propri successi, lo sport, le automobili. Per le donne è diverso. La neuropsichiatra americana Louann Brizendine, nel libro «Il cervello femminile», sostiene che una prolungata conversazione attiva i centri del piacere nelle ragazze, con una esplosione di dopamina e oxytocina che creano uno stato di benessere inferiore solo all’orgasmo. Più passa il tempo e più le donne tenderanno a frequentare altre donne, anche grazie agli incontri davanti alla scuola dei figli, a confidarsi fra di loro e a organizzare una vita sociale di incontri ciarlieri, con i mariti semplicemente al seguito. Come nell’800 Si dice che in un giorno normale una donna pronunci settemila parole e un uomo duemila, il che rende impossibile ogni dialogo fra i due sessi e spiega perché i maschi sembrano irrimediabilmente noiosi. Prudence Barratt, 52 anni, ricorda ancora come il più straordinario party della sua vita quello in cui le donne stavano sedute da una parte della tavola e gli uomini dall’altra, cosa che ancora avviene in Toscana e in alcune regioni del Sud italiano. In fondo, per tutti i commensali delle cene dell’800, il momento migliore della serata era quello in cui gli uomini andavano in una stanza a fumare il sigaro e le donne in un’altra a chiacchierare, e non c’era più bisogno di fingere di provare interesse per la conversazione. Forse, la verità è che maschi e femmine vivono in mondi diversi e non sono fatti per stare insieme a lungo. Ma sono condannati a sopportarsi perché - nonostante tutto - non si è ancora trovato un sistema migliore. fonte: la stampa RAGAZZE E' DAVVERO COSI' ? Un'epigrafe: La ragazza disse : A me piace la vita, sa? Come? come ha detto? La vita mi piace, ho detto. Ah sì? Mi spieghi bene. A me piace, ecco, e andarmene mi rincrescerebbe moltissimo. Signorina, ci spieghi, è terribilmente interessante... Su, voi, di là, venite anche voi a sentire, la signorina qui dice che la vita le piace! (Dino Buzzati - tratto da "Branchie" di Niccolò Ammaniti) |