“La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.”(Paolo Borsellino)
Processo al clan dei Casalesi ergastolo confermato ai boss
Il mio pensiero va a tutti coloro che in questi anni hanno combattuto per ridare ai cittadini di questa terra il diritto alla vita e alla libertà:
- A Franco Imposimato, nel 1983, ucciso perché fratello del giudice Imposimato ma anche perché militante ecologista.
- Alberto Varone che nel 1991 distribuiva giornali, e aveva un mobilificio che faceva gola al clan del suo paese che voleva ramificarsi in ogni settore.
- Don Peppino Diana ucciso nel 1994 per il suo documento "Per amore del mio popolo non tacerò".
- Federico Del Prete, ucciso nel 2002, sindacalista solitario che organizzò un antiracket dei venditori ambulanti.
- Domenico Noviello, ucciso poco più di un mese fa per una denuncia fatta sette anni prima.
- Michele Russo. delegato CGIL, gambizzato per aver minacciato di far scendere i lavoratori edili in sciopero;
- Antonio Cangiano sparato alla schiena per un appalto non regalato ai clan:
- Renato Natale cui sversarono chili di merda di bufala fuori casa per dimostrare che il clan l'avrebbe sommerso se continuava a fare il sindaco del paese.
- Ai fratelli Russo, presidenti dell'associazione antiracket, a cui il clan ha bruciato la fabbrica.
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