Nick: m|r Oggetto: nu piacer Data: 23/6/2008 22.10.0 Visite: 195
Bazzico un vecchio ospedale al centro di Napoli. Ci sono due strade per arrivare all'ufficio dove lavoro. Una è lunga ma riposante. Passa per un cortile che sa di rinascimento ed è frequentata da studenti che ripetono, primari che parlano con allieve e gente che, nel 2008 inoltrato, si ostina a fumare. Un'altra è corta e passa per reparti di degenti. Se fai tardi, come talvolta capita, prendi la via più breve che può tradirti. Il mio passo veloce, l'aria sicuramente presa da altri pensieri e il mio carico di zaino, casco e giubbino non impedisce ad un paziente di fermarmi. E' in pigiama e si porta l'asta della flebo come uno staco lanciere del passato. Ha la faccia scavata e la barba gli puntina la pelle di grigio e bianco. Gli occhi sono il punto d'incontro di un milione di rughe. Dice: "Dottò, m'ho putit fa nu piacer?" Io, che con la mente ero già davanti al mio tranquillizzante video di computer, dico: "Non sono un dottore, non so se posso aiutarla". Fa una smorfia che non so come interpretare, poi mentre già faccio per superarlo, lui mi ferma con la mano che non tiene l'asta della flebo. Mi guarda negli occhi. Ha dei bei occhi. Tra il grigio e il verde. Limpidi. "Sient, aggia murì primm e Natal. Non ce sta nient a fa. M'ho fai nu piacer?". Se mi avesse chiesto soldi e basta lo avrei evitato e me ne sarei andato comunque. Il fatto della morte però mi ferma. Mi ferma perchè la morte è un fatto. Un vicolo cieco non solo esistenziale ma anche logico. Mi sforzo ma non trovo senso. Per me che razionalizzo tutto qui non c'è pace. Cosa c'è dopo? Niente? E neanche questo mi soddisfa. E' curioso sto fatto: la morte che dà pace non mi dà pace e m'inquieta. Sono arrivato al compromesso che faccio finta che non ci sia. Tranne quando una mattina mi ferma mentre corro e mi guarda da occhi grigio-verdi e mi chiede un favore. "Mi dica, se posso.." "Teng e niput in Argentina. Nun l'agg mai vist. E' vuless verè." dice con un sorriso sdentato che si allarga sul suo viso. Potere di internet, potere della tecnologia, due ore dopo gli porto le foto dei suoi nipoti. Dopo l'estate, probabilmente, verranno a trovarlo qui. Dice: "Grazie dottò" Io: "Non sono dottore" e alla morte non ho trovato ancora un senso ma almeno gli ho sottratto un pezzetto di caos. "Toda vida" |