L'urlo dei 40.000

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Nick: Bellella
Oggetto: L'urlo dei 40.000
Data: 27/7/2004 12.44.44
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FONTE: Il Mattino.it

L’urlo dei 40.000: ridateci la B, è nostra

Quarantamila innamorati del Napoli. Tutti insieme appassionatamente al San Paolo per mandare un messaggio forte alle istituzioni e a chi comanda nel mondo del calcio: «Il Napoli deve vivere. Carraro guarda e pensa».
Un tifo da finale di Champions League per una partita che non c'è. Napoli scende in campo per far sì che di partite di serie B, almeno per il primo anno, se ne giochino ancora a Fuorigrotta. Luciano Gaucci arriva e si accomoda in tribuna. In quarantamila lo applaudono. «La nostra storia va rispettata», recita uno striscione. In Gaucci il popolo dei tifosi individua il salvatore della patria. Per ora, il suo Napoli è solo virtuale, ma alla gente poco importa. Il tifoso si aggrappa a Gaucci.
«Napoletani sono felice di essere qui con voi. Io sono uno di voi lo volete capire? Vi chiedo di seguirmi ogni giorno nella battaglia. Non intendo mollare neanche di un centimetro. Io sono spregiudicato e spericolato. Il Napoli deve giocare in serie B perché la serie B l'ha conservata sul campo, giocando. Mi sto battendo perché questo sacrosanto diritto non venga negato a Napoli», dice Gaucci. Al San Paolo si spengono le luci: magnifica la fiaccolata. I tifosi cantano «La favola più bella», quella intonata da Maradona e dal Napoli scudettato. Si emoziona il papà di Sergio Ercolano. Sorride l'assessore Oddati che con altri colleghi è venuto a testimoniare quanto le istituzioni abbiano a cuore il caso-Napoli: «Naldi non è venuto per impegni familiari, ma è qui con il cuore. Quanta gente c'è! Nessuno potrà trascurare la partecipazione di questo meraviglioso pubblico. La B è solo la base di partenza».
Gaucci è in compagnia dei suoi avvocati. Gregucci arriva con il direttore sportivo Guido Angelozzi. «Presidente, noi abbiamo tenuto fede al nostro impegno: ora, tocca a lei», urla Massimo Carpino. «Non molleremo mai»: cantano i quarantamila del San Paolo a guardia di una fede.
«Il Napoli non morirà, ve lo garantisco. Siete il pubblico più bello - aggiunge Gaucci -. Ho parlato con chi di dovere del caso-Napoli: mi hanno rassicurato che la questione verrà tenuta nella dovuta considerazione. Il Napoli è un valore per tutto il mondo del calcio, non solo per chi ama questa città e questa squadra. L'Italia sa di non potersi consentire di perdere il Napoli. Il campionato di serie B è già riduttivo per il prestigio del club. E se anche dovessimo optare per il Lodo Petrucci dovrebbero ripescarci».
Il Napoli fa sapere che Petrucci e Galliani hanno comunicato l'impossibilità ad intervenire. E Carraro? «Lui non mi può vedere, ma non fatemi fare polemiche. Ora conta solo iscrivere il Napoli alla B», sussurra Gaucci. Ecco Nino D'Angelo, testimonial di prestigio della serata: «Non faranno morire il Napoli. Più meriti sportivi del Napoli chi li ha? Giocheremo in B». Con D'Angelo sono tanti i personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport che partecipano alla serata. Alla fiaccolata partecipano anche Vinicio, Montefusco, Caffarelli, Rambone, Abbondanza, Troise, Mancino, Montezine, Floro Flores, Russo, i due Esposito. Dal maxischermo si vedono le immagini del Napoli che vince la coppa Uefa. Un tuffo nel passato nella speranza che quei giorni di festa non restino isolati nella storia del club. «Gli acquisti? Pensiamo prima ad iscriverci alla B, poi, vi regalerò una grande squadra. In un anno andremo in A. Verrò a vivere qui: ho già preso casa a Posillipo», dice Gaucci. E infine una battuta su Maradona: «Lo inviterò a stare con noi a Napoli».
«Mi date grande sensazioni. Sono felice di essere qui con voi per urlare al mondo che il Napoli deve continuare a vivere, che il Napoli vuole lanciare la sua sfida alle rivali per ottenere un posto in serie A», dice Gregucci. E il San Paolo urla: «Torneremo in serie A».