Nick: Bardamu Oggetto: a cucaina a pomigliano Data: 5/7/2008 11.31.50 Visite: 674
Camorra ed eversione nera, un legame perverso nel nome della cocaina PDF Stampa E-mail Scritto da Titti Beneduce da il Corriere del Mezzogiorno, 05-07-2008 07:30 I contatti «giusti» in Venezuela li aveva procurati Stefano Delle Chiaie, il terrorista nero indagato per le stragi di piazza Fontana e di Bologna. Grazie a quelli, una rete di trafficanti sovvenzionata da imprenditori vicini alla destra eversiva e dal clan Di Lauro inondava di cocaina la Campania. Trentadue le persone arrestate ieri dai carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna, coordinati dal maggiore Fabio Cagnazzo: tra loro studenti, piccoli imprenditori, commercianti. Le ordinanze di custodia sono state emesse dal gip Marcello Piscopo su richiesta del pm Vincenzo D'Onofrio della dda. Il centro dello spaccio era a Pomigliano d'Arco, in due locali: il bar «Zelig», nel centro storico, e la pizzetteria «Lo sfizietto», vicino al parco pubblico. Se gli episodi di importazione e spaccio di droga sono ormai chiari, resta da fare luce su altri fatti inquietanti raccontati da una collaboratrice di giustizia, istruttrice di arti marziali arrestata a Milano di ritorno dal Venezuela, dove era andata a rifornirsi di cocaina. Raffaella Parenti, questo il suo nome, è genovese ed ha avuto una relazione con Domenico De Falco, ex vigile urbano a Gaggiano, in Lombardia. Proprio De Falco, arrestato nel blitz di ieri, è una figura fondamentale nell'inchiesta. Era lui, secondo gli investigatori, a tenere i contatti con Delle Chiaie, con i Di Lauro e con un esponente della famiglia Foria di Pomigliano d'Arco: un giovane ambizioso con interessi nel commercio e nell'edilizia e una grande passione per le auto di lusso. La collaboratrice di giustizia, che gli investigatori ritengono attendibile, racconta in particolare di un incontro che sarebbe dovuto avvenire a Pomigliano tra Paolo Di Lauro, all'epoca latitante, e Domenico De Falco. Di Lauro, però, diede forfait all'ultimo momento. Sui contatti tra il gruppo di spacciatori pomiglianesi e gli ambienti della destra eversiva indaga ora il Ros dei carabinieri. Precise le accuse dalla pentita: «Nell'estate del 2004, De Falco riprese i contatti telefonici con Delle Chiaie, per non meglio precisati affari che aveva con lui. De Falco in gioventù aveva fatto parte del fuan e di Ordine nuovo. So che i contatti con Delle Chiaie li aveva attraverso una persona di Pomigliano che mi sembra faccia l'assicuratore. Il capitale di avvio (del traffico di droga, ndr), pari a 15 mila euro, non so chi materialmente lo abbia consegnato a De Falco; so peraltro che quella somma era stata messa a disposizione per gli affari di droga in parte dal gruppo Foria ed in parte al gruppo legato a Stefano Delle Chiaie». Parte dei ricavi del traffico, secondo la donna, serviva a finanziare uno strano gruppo paramilitare che si addestra in alcuni siti usati, sembra, anche dall'esercito: «I finanziamenti del gruppo paramilitare provenivano in parte dal denaro corrisposto da alcuni imprenditori interessati all'attività dell'organizzazione e in parte dal traffico di cocaina. Furono proprio i contatti del Delle Chiaie con il Venezuela che vennero poi sfruttati da De Falco per l'acquisto di droga». |