Nick: GolD Oggetto: Io, Moggi e Giraudo per Napoli Data: 29/7/2004 15.4.25 Visite: 79
www.gazzetta.it Io, Moggi e Giraudo per Napoli Zamparini: "Siamo stati contattati da amici, daremo una mano". Intanto continua la battaglia tra Gaucci e De Luca. Napoli, 29 luglio 2004 - Giraudo-Moggi-Zamparini: questo strano trio, enunciato in rigoroso ordine alfabetico, è alle spalle dell’operazione più importante che si sta scatenando attorno al Napoli che sarà. In attesa del verdetto odierno del Tar — decisivo per il futuro partenopeo di Gaucci in serie B — la realizzazione del primo lodo Petrucci ha scatenato appetiti insospettati. Con un progetto che avanza sottotraccia, ma che ha alcuni, importanti, punti fermi. A cominciare dal coinvolgimento di Ciro Ferrara che del nuovo Napoli diventerebbe l’uomo immagine. Da giorni, nei corridoi del Palazzo, si sussurrava di possibili interventi su Napoli di Giraudo e Moggi. E siccome Moggi a Napoli è spesso accoppiato, per precedenti sportivi e affinità con la città (il suo yacht è ancorato nel porto di Mergellina), sembrava la classica storiella da bar. Invece no, Lucianone con circospezione e senza dare nell’occhio il suo lavoro sotterraneo lo sta svolgendo da tempo, anche se ufficialmente non lo confesserà nemmeno sotto tortura. Ad ammetterlo senza troppi giri di parole è Maurizio Zamparini, presidente del Palermo: "Non posso negare che degli amici imprenditori napoletani, di cui, sia chiaro, non farò mai menzione, mi hanno contattato per un aiuto. L'ultima telefonata risale a due giorni fa. Sì, anche Moggi fa parte del progetto. Io, Moggi e Giraudo aiuteremo il Napoli". Una dichiarazione dirompente, che apre scenari assolutamente imprevedibili per il calcio italiano, perché è chiaro che — pur ripartendo dal lodo Petrucci e dalla C1 — un Napoli con una tale forza politica ed economica alle spalle schizzerebbe in serie A nel giro di un paio d’anni. Zamparini capisce che con questi nomi al fianco non è possibile passare inosservati, parlare di semplice appoggio esterno. E allora cerca di chiarire: «Logicamente non sarò io a far domanda per accedere al lodo Petrucci, un’ipotesi inverosimile. Saranno altri a presentarsi: in questo momento io penso al Palermo, e non investirò come avrei potuto fare tempo fa, quando trattai in prima persona con Naldi. Allora era un’altra storia e non avevo ancora acquistato il club siciliano. Io e la Juve lo aiuteremo, non ci sono dubbi: con una consulenza esterna, magari a livello tecnico. Come fa a non interessare il Napoli?». Un’operazione che oggi si avvale di imprenditori locali, ma che un domani, in caso di rapida risalita, può avere riscontri importanti per il trio di cui sopra. Zamparini, infatti, ormai si sta specializzando nel ruolo di imprenditore calcistico e un domani — raggiunti col Palermo gli obiettivi prefissati — potrebbe vendere un gioiello per realizzarne un altro a Napoli. Dove potrebbe seguirlo Luciano Moggi la cui permanenza alla Juventus non sarà eterna. E che il direttore generale dei bianconeri sia interessato a questo progetto in fieri lo dimostra anche un colloquio avuto qualche giorno fa, a quattr’occhi, con Ciro Ferrara, che di napoletano non ha solo il simpatico accento. Ciro ha sempre detto di voler continuare alla Juve da dirigente, quando nel giugno prossimo scadrà il suo contratto da giocatore. Una dichiarazione che aveva deluso anche parte della tifoseria napoletana, che lo aveva letto quasi come un tradimento. Ma appena Moggi gli ha parlato di questo nuovo progetto, dei soggetti coinvolti e delle grandi prospettive future, Ferrara ha cominciato a pensarci seriamente. E non è escluso che dalla stagione 2005-06 avrà un ruolo di rilievo nell’organico di una società che, si spera, nel frattempo sia approdata almeno in serie B. Intanto continua la disputa fra Luciano Gaucci e Paolo De Luca. I patron di Perugia e Siena sono gli uomini che sono venuti allo scoperto, il primo ormai da oltre un mese, l’altro da martedì. E i due non si risparmiano colpi in attesa dell’appuntamento più importante, quello di oggi davanti al Tar del Lazio, decisivo per le residue speranze di permanenza in B del club azzurro, estromesso dalla federcalcio. Gaucci su questo è concentrato e di lodo Petrucci non vuol sentir proprio parlare, anche se oggi aderirà: "Io sono a Napoli, dove ho preso anche casa, per tenere questa fantastica città in serie B. E ci riuscirò. La C1 non voglio prenderla in considerazione. Sono fiducioso e convinto che oggi il Tar ci darà ragione e la federcalcio dovrà prenderne atto rimettendo il Napoli in B, dove merita, in attesa di tornare nella massima serie. E se il Tar non ci desse ragione sono pronto a ricorrere al Consiglio di Stato". L’organo d’appello che rimane davvero l’ultimo appiglio all’architettura di diritto societario concepita dal fiscalista Francesco Serao e che prevede l’affitto dell’azienda. Paolo De Luca, da parte sua, ha già confessato ad alcuni collaboratori di essere sicuro di vincere il lodo Petrucci per avere il Napoli. Ufficialmente le sue dichiarazioni sono più caute: "Se sarò scelto, mi proietterò in prima persona in questa bellissima, allegra ed emozionante avventura. Voglio costruire una nuova realtà sportiva a Napoli, con un obiettivo internazionale. Da qui la scelta del nome". Infatti proprio ieri, davanti al notaio Giuseppe Satriano, è stata costituita la Napoli Football Club. De Luca — che ha portato al ritiro dal lodo, per amicizia, l’imprenditore Floro Flores — non risparmia una risposta a Gaucci che lo aveva accusato di voler "speculare sul cadavere di un Napoli, che però non è ancora morto". "Non ho mai speculato, piuttosto mi sono messo a disposizione della città. Il lodo Petrucci è l’unica chance. Non sto cercando di bloccare Gaucci, metto solo a disposizione la mia serietà e professionalità. Se i tifosi preferiscono un altro personaggio va bene, ma Gaucci cosa può garantire? Non dimentichiamo che lo scorso anno con il Catania ha fatto fuoco e fiamme e poi lo ha venduto. Ora ha fatto ricorso contro il cambio di denominazione del Parma, però lui con il fitto del ramo d’azienda chiede qualcosa di simile. E’ troppo facile fare proclami, la serietà sta nel mantenerli. Anche io potrei promettere la Champions League ma non voglio prendere in giro nessuno. I tifosi napoletani sono molto intelligenti e poi si sa che il fitto del ramo d’azienda è impossibile". L’ingegnere napoletano, che non ha intenzione di mollare il Siena, chiarisce (rispetto a voci che lo davano legato ad altri imprenditori): "Non ho altri soci, un’operazione così complessa deve essere guidata da una sola persona e io, come sempre, cercherò di essere il più trasparente possibile. Non dimenticate che in tempi non sospetti ho preso l’ex allenatore e l’ex direttore sportivo del Napoli, Gigi Simoni e Giorgio Perinetti. Conosco i fatti partenopei da vicino e posso muovermi con grande rapidità". Intanto, in vista degli appuntamenti in tribunale (domani ci sarà quello a Napoli davanti alla fallimentare), Gaucci ha compiuto un altro passo avanti, grazie ai buoni uffizi di Guido Angelozzi: le liberatorie da portare ai giudici. Ieri pomeriggio, davanti al notaio Nanni Gilardoni, hanno firmato 21 giocatori (stipendi garantiti al 50 per cento), che hanno anche accettato un dimezzamento dei contratti in essere per le stagioni successive. In cambio un semplice «pagherò» di Gaucci se entro agosto la squadra resterà in B. Unica garanzia per i tesserati: la possibilità di svincolarsi a costo zero. All’accordo non hanno aderito Dionigi, Olive, Pasino, Zamboni e Zanini, oltre a Cvitanovic e Martinez che non sono mai stati rintracciati. In disaccordo per le stagioni future anche Sogliano, Stellone e Troise che, arrivando da prestiti, non dovevano firmare alcuna liberatoria sul passato. Hanno firmato anche gli ex tecnici Agostinelli e Scoglio ed il ds Perinetti. Paolo Bellamio, amministratore unico della S.S. Calcio Napoli, ha deciso di ricorrere alla corte di conciliazione e arbitrato del Coni, avverso l’esclusione dal campionato di B della federcalcio. Un ricorso d’urgenza (irrituale ad hoc) che potrebbe essere utile per ottenere un ulteriore rinvio del tribunale fallimentare.
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