la casa è aperta su tre lati, finestre dai vetri rotti, in alcuni punti l'impronta di una mano.
siamo stati qui tante volte ma stavolta c'è qualcosa di diverso, un dettaglio oppure tutto l'insieme. ti vedo e cerco di allungare una mano per afferrarti il braccio, mentre mi passi accanto in una corsa senza fiato. forse ti ho perso ma dentro di me lo so bene, è solo una bugia per giustificare la tua assenza.
però riesco a vederti e inizia a fare un caldo doloroso.
la casa è come la ricorderesti pure tu, aperta su tre lati.
non è più nemmeno una casa però la chiamavamo così anche prima. prima che tutto cominciasse per poi trovare una fine.
adesso che so che non ci sei, che lo sento, devo arrendermi all'idea che il ragazzo che eri è finito in un'altra dimensione. credo che tu mi abbia rubato qualcosa, anche se resto ad ascoltare questa musica che magari arriva fino oltre le nuvole così la senti pure tu, anche se resto a poter fare cose, a dire parole, anche se nelle mie tasche non manca nulla, sei andato per una strada diversa e sento che qualcosa che mi è appartenuta è irrimediabilmente perduta. non soffro il caldo, io vado via, magari vado al mare. e magari domani ci vediamo, se ti sei preso davvero qualcosa di mio, voglio che tu sappia che ti perdono.
a massimo.