Nick: ^NAPALM^ Oggetto: quando non devi morire Data: 27/7/2008 18.12.24 Visite: 327
RENZE - Stanco di vivere, a 103 anni tenta il suicidio buttandosi in Arno a Firenze, ma lo vedono decine di persone e due poliziotti a cavallo lo salvano. "Sì, è vero, mi sono gettato nel fiume perché volevo morire, non voglio più campare, sono stufo. Volevo farla finita" conferma l'ultracentenario, un ex contadino originario di San Fele (Potenza), da una corsia del pronto soccorso dove l'hanno ricoverato.
Ha un filo di voce ma è lucido e le sue condizioni di salute sono buone, così parte della disavventura la ricostruisce lui stesso. Stamani, dopo aver fatto colazione, è uscito dalla casa di riposo di Firenze che lo ospita dal 1969, ha raggiunto una fermata dell'autobus e si è recato nella zona di Isolotto. Qui ha deciso di gettarsi nell'Arno, all'altezza della passerella pedonale per il parco delle Cascine. "Nel gettarmi mi sono parato il volto con un braccio - racconta ancora - credevo di morire subito e invece quando ho riaperto gli occhi ho visto intorno a me tante persone".
Tra queste c'erano anche due poliziotti in pattuglia a cavallo, che hanno legato gli animali agli alberi e si sono tuffati in acqua per riportare l'uomo a riva. Poi, erano circa le 11.30, è stato ricoverato all'ospedale di Santa Maria Nuova a scopo precauzionale visto che appariva in buone condizioni. Non riescono a spiegarsi il gesto all'istituto delle suore Figlie delle Sacre Stigmate in via del Podestà a Firenze, dove il 103/enne vive nella casa di riposo per anziani e dove, nel convento accanto, vive una figlia suora ottantenne. "Bisognerebbe vedere cosa gli è saltato nel cervello - dice la madre superiora, suor Elisabetta - non ha mai dato problemi, è una persona attiva, piena di spirito, legge tantissimo. E' autosufficiente e libero di muoversi e fare come vuole. Perché mai avrebbe deciso di suicidarsi proprio non lo capiamo".
Ogni anno, l'8 gennaio, nella casa di riposo si festeggia il giorno del suo compleanno. Così fu anche tre anni fa per la festa dei 100 anni, che vide radunati anche i due figli maschi più una schiera di nipoti e pronipoti giunti appositamente da San Fele, in Basilicata. Venne considerato una specie di eroe, capace di superare un traguardo ambito. Oggi, invece, il rifiuto della vita e il salto nel fiume. Ma per lui non era ancora l' ora di morire.
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