La faccenda è seria e presto diventerà grave. Togliere l’acqua a 170mila cittadini per sei giorni è la rappresentazione di una situazione oltre i limiti, da stato di guerra.
Ricordo che nel 1980, alcune ore dopo il terremoto del 23 novembre, mancò l’acqua per "soli" due giorni. Facendo le debite proporzioni, è evidente che la "crisi idrica" che ci apprestiamo a subire deve essere la risultante di un fenomeno molto più serio del terremoto dell’’80. Il problema è che non ci è dato sapere di cosa si tratta. Abbiamo parlato con tecnici seri e preparati di alcuni comuni coinvolti nella crisi e la loro onestà intellettuale non li porta a fare dietrologie ma ad attenersi ai comunicati ufficiali, ovvero che l’Arin (azienda che dipende dalla regione Campania) deve affrontare degli urgenti lavori di manutenzione già programmati.
Già, e la Gori? Nel caso specifico, la Gori c’entrerebbe poco con questa crisi, e stavolta si dovrebbe limitare a fornire assistenza ai comuni coinvolti.
Che dire? Arin e Gori, a rifletterci bene, rappresentano fin nei particolari, il grave smarrimento della politica e delle istituzioni regionali e provinciali. Passano da un’emergenza all’altra senza scovare il bandolo; sono luoghi in cui trovano accoglienza e remunerato rifugio politici e familiari, servi e giannizzeri. Il prezzo da pagare, ovviamente, è tutto scaricato sulle spalle dei poveri utenti.
Imporre sei giorni di mancanza d’acqua (che sommati ai quattro precedenti d’inizio agosto fanno dieci, senza contare i quattro precedenti di fine giugno e qualche mancatina di luglio…), significa disporre delle libertà e delle "terre" dei cittadini, a piacimento.
Va rifiutata la motivazione secondo la quale i lavori si farebbero ad agosto perché ci sono meno persone e quindi si creano meno disagi, perché è un discorso da reato penale; è istigazione alla violenza, quindi non ne parliamo se non per condividere le preoccupazioni di qualche sindaco (Allocca, di Somma, ndr) che al tavolo della Prefettura ha sottolineato che in questo periodo quelli che non vanno in vacanza sono le fasce più disagiate e che con quel ragionamento vengono oltremodo penalizzate.
I sindaci. Ma quale ruolo possono svolgere in casi del genere? In questa occasione, come in altre simili, sono stati meri esecutori, notai, venendo meno al loro ruolo politico.
Naturalmente vanno apprezzati tutti gli sforzi organizzativi che puntano a ridurre il disagio, ma c’è una verità incontestabile: la somma di tutto l’impegno che i comuni stanno impiegando per la gestione della crisi è irrilevante di fronte alle colpe dell’Arin e del dissennato suo disegno. Ai sindaci va fatto qualche rimprovero, a loro va chiesto se governano i territori con una sorta di sovranità limitata. Sei giorni pieni senz’acqua (ci fidiamo poco dell’Arin che va dicendo che saranno cinque…), sono una condizione che non avrebbero dovuto concedere a nessuno, in forza di ragionamenti assennati, come quelli secondo cui vengono penalizzati soprattutto anziani e bambini, e in forza di diritto.
È facile prevedere che al terzo giorno di crisi cadranno tutti; a partire dall’organizzazione messa in campo fino ai singoli palazzi muniti di autoclave. In forza di questa previsione i primi cittadini avrebbero dovuto rivendicare il loro dovere di tutelare le popolazioni che rappresentano. Avrebbero dovuto rivendicare (ma dovranno farlo per il futuro) il loro dovere di garantire la sicurezza dei cittadini per prevenire eventuali disordini. In buona sostanza, avrebbero dovuto osare di più e fare sfoggio di creatività, proprio quella richiesta dal Ministro Maroni all’atto dell’approvazione del pacchetto sicurezza. Quella legge consente ai sindaci di emettere ordinanze per prevenire pericoli che minacciano l’incolumità pubblica oppure ogni volta che sia messa in pericolo la pacifica convivenza in presenza di una minaccia per l’integrità fisica dei cittadini.
Chi può escludere che in situazioni come questa provocata dall’Arin, possa svilupparsi un mercato parallelo di "vendita" di cisterne d’acqua, magari non potabile, col rischio di provocare un’epidemia di massa?
Se non ne usciamo disidratati, l’auspicio è che i nostri sindaci abbiano più determinazione nel contrastare i carrozzoni politici falliti, impedendo loro di mettere le mani sulla nostra vita in modo così brutale, e soprattutto considerare che in casi del genere la legge sulla sicurezza urbana non ha limiti stretti di applicazione, basta avere coraggio e fantasia.
A seguito di urgenti lavori di manutenzione straordinaria che l’ARIN – Azienda Risorse Idriche di Napoli - deve eseguire al Canale Principale di Serino, GORI comunica che, dalle ore 12:00 di martedì 19 agosto e sino alla mattinata di domenica 24 agosto 2008, si verificheranno disservizi e mancanze d’acqua nei seguenti comuni:
Massa di Somma: mancanza d’acqua su tutto il territorio. Fontanine Pubbliche in via Vesuvio (I^ e II^ piazzetta), via Falconi (C/o liceo scientifico) a San Sebastiano al Vesuvio e piazza Amodio n. 13 a Pollena Trocchia. Per tutte le altre informazioni, scarica la locandina GORI per Massa di Somma.
Nola: mancanza d’acqua nella località Tossici. Fontanine Pubbliche in via degli Albertini (C/o Chalet “dei Platani”) e via degli Albertini (C/o Scuola Elementare). Per tutte le altre informazioni, scarica la locandina GORI per Località Tossici di Nola.
Ottaviano: mancanza d’acqua su tutto il territorio. Fontanine Pubbliche in via Nola-Castellammare (incrocio via Ferrovia dello Stato – di fronte stazione IP) a Nola, via Corso Pagnotto (altezza Motor show) a San Gennaro Vesuviano. Per tutte le altre informazioni, scarica la locandina GORI per Ottaviano.
Pollena Trocchia: mancanza d’acqua nella zona a monte di Piazza Amodio, via Cavour e via Donizetti. Fontanine Pubbliche in piazza Amodio n. 13 e via Calabrese (presso scuole elementari). Per tutte le altre informazioni, scarica la locandina GORI per Pollena Trocchia.
San Giuseppe Vesuviano: mancanza d’acqua nella zona posta a monte ed appena a valle di via Bosco Zabatta. Fontanine Pubbliche in via Carilli, via Pianillo, via Meandri e via Volanti. Per tutte le altre informazioni, scarica la locandina GORI per San Giuseppe Vesuviano.
San Sebastiano al Vesuvio: mancanza d’acqua al Parco del Sole. Fontanine Pubbliche in via Falconi (C/o liceo scientifico), via Vesuvio (I^ e II^ piazzetta) e via del Progresso. Per tutte le altre informazioni, scarica la locandina GORI per San Sebastiano al Vesuvio.
Sant’Anastasia: mancanza d’acqua nelle zone poste a monte di via D’Auria, Corso Umberto e via Madonna dell’Arco. Nella zona posta a valle delle suddette strade si verificheranno abbassamenti di pressione e mancanze d’acqua ai piani alti. Fontanine Pubbliche in via D’Auria n. 93, via D’Auria n. 168, via Sodano n.1, via Sodano n. 6 e in Piazza presso le scuole elementari. Per tutte le altre informazioni, scarica la locandina GORI per Sant’Anastasia.
Somma Vesuviana: mancanza d’acqua su tutto il territorio. Fontanine Pubbliche in via Spirito Santo n. 56, via Spartimiento (nei pressi della chiesa) a Scisciano, Masseria Fornari (nei pressi dello stabilimento Perrotta) a Pomigliano d’Arco, Via De Ruggiero (nei pressi del campo sportivo) a Brusciano, Masseria Iossa a Marigliano, Frazione Miuli (nei pressi della statua di Padre Pio) a Marigliano. Per tutte le altre informazioni, scarica la locandina GORI per Somma Vesuviana.
Gli operatori della GORI restano a disposizione per ogni ulteriore informazione.
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