Prostituzione è sinonimo di violenza, è tratta delle schiave, è coercizione e degrado. Nel novanta per cento dei casi. Per poche altre donne è "una scelta", che altre non arriveranno mai a capire. Sonia Rossi, 25 anni, italia, residente in Germania, ha appena pubblicato un libro choc in cui racconta la sua storia di studentessa e prostitutapart-time. Si intitola "Fucking Berlin" ed è già un piccolo caso scandalo. Mamma bibliotecaria, papà gestore di un hotel, Sonia da piccola sognava di diventare una romanziera di successo. Cinque anni fa il trasferimento a Berlino, da un piccolo paese dell'Italia, l'iscrizione all'università e il lavoro come cameriera per sbarcare il lunario. Ma i conti non tornano.
A casa mamma e papà non le avevano mai fatto mancare nulla e adesso Sonia di fare sacrifici proprio non ne voleva sapere: «Odiavo essere perennemente al verde - spiega al quotidiano popolare -. Da bambina non mi mancava niente, non sono abituata a risparmiare e col lavoro da cameriera non sarei mai riuscita a mantenere una certa qualità della vita». E così Sonia ha pensato bene di bussare alle porte di uno dei tanti bordelli (perfettamente legali) della città. Per tre anni ha vissuto i panni dell'universitaria di giorno e della prostituta di notte. Ora le sue avventure sono finite in un libro dal titolo eloquente: "Fucking Berlin" (Fottendo Berlino), edito da Ullstein (265 pagine, 8,95 euro).
La via della prostituzione, imboccata in modo del tutto autonomo - ci tiene a sottolineare Sonia - è arrivata prima attraverso un lavoro come spogliarellista online e poi come massaggiatrice in un centro di estetica. Infine il bordello, nel cuore della città. Nel libro Sonia racconta tra l'altro che le sue colleghe erano soprattutto giovani mamme single che al mattino lasciavano i figli all'asilo nido per prostituirsi durante il giorno. Non solo: «Alcuni bordelli offrono esclusivamente i servizi di studentesse», spiega Marion Detlefs, del sindacato delle prostitute di Berlino, al quotidiano Berliner Kurier. Nella capitale, secondo le stime, fino a 8mila signore si dedicano al mestiere più antico del mondo, con un fatturato annuo di circa 300 milioni di euro. E dall'inizio di quest'anno un nuovo regolamento ha reso obbligatoria anche la cassetta di pronto soccorso, oltre a sapone e preservativi, tra i requisiti necessari per ogni abitazione adibita a casa chiusa. Oggi Sonia ha un figlio di due anni e nessun pentimento. Se dovesse tornare indietro rifarebbe esattamente la stessa cosa: «Questo è un lavoro molto lucrativo per qualsiasi donna capace di superare le proprie inibizioni», ha detto. A volte guadagnava 30 euro a notte, a volte 200 e in tre anni di lavoro le storie da raccontare si sono accumulate.
Come quella volta in cui un padre di famiglia, mentre la moglie parcheggiava l'auto in strada, è salito nell'appartamento-bordello per una "sveltina" da 30 euro. O quando il proprietario di una galleria d'arte di New York si innamorò di una sua collega. O, ancora, quando un pensionato che di tanto in tanto visitava il bordello - ma solo per "palpare" con un sottofondo di musica jazz e un bicchiere di vino rosso - fu colpito da un infarto. In quell'occasione, ricorda Sonia, un intero gruppo di squillo fece i turni per fargli compagnia in ospedale. (Libero News)