Nick: hightecno Oggetto: eros & pathos (cap XX) Data: 2/8/2004 15.3.59 Visite: 70
Vivere senza amore può essere molto difficile e si può reagire in diversi modi, ad esempio meditando il suicidio o cadendo in depressioni profondissime. La cronaca ci propone ogni giorno episodi di questo genere, che mostrano come la fine di un amore possa spingere una persona a compiere quelli che si chiamano «gesti disperati». Le persone si uccidono per amore, si gettano nel fuoco, si avvelenano, si tagliano le vene, tutti comportamenti che esprimono un bisogno disperato di annullare se stessi. Per comprendere come ciò possa essere possibile, dovremmo ricordare che in amore si perde sempre la testa e si è portati ad agire sotto l'impulso degli istinti e dei sentimenti piuttosto che sotto il controllo della ragione. Sono situazioni molto dure, alle quali si può reagire in modo imprevedibile, in cui nemmeno la cultura può fungere da mediatore. La cultura, infatti, non riesce a controllare le reazioni dinanzi all'impeto amoroso, perché nulla può servire a depotenziare le nostre reazioni emotive se esse nascono dal rifiuto o dal tradimento della persona amata. I sentimenti, quando sono morbosi e viscerali, sono in grado di aizzarci in modo sconcertante, spronandoci a compiere anche gesti criminali. La logica del sentimento è completamente diversa da quella della razionalità, e persino quando sfocia in atti criminali, siamo più portati a tollerare e perdonare di quanto non facciamo in occasione di altri crimini, dettati ad esempio, dalla mera violenza. È importante riflettere su questi aspetti, soprattutto perché essi ci permettono di comprendere fino a che punto la passione possa indurci a farci sragionare. Dinanzi ai delitti commessi in nome dell'amore, è inutile indignarsi e scandalizzarsi, come inutile sarà cercare di capire che cosa possa avere spinto una persona a tanto. Non è possibile, infatti, razionalizzare un evento di per sé irrazionale, perché ciò significherebbe impegnarsi in una ricerca senza fine. Se è la delusione amorosa la ragione per cui qualcuno ammette di avere «perso la testa», non c'è spiegazione che tenga, perché le ragioni del cuore sono sempre inafferrabili. Questi aspetti rientrano nel perimetro di una particolarissima dimensione, che potremmo definire come «l'esasperazione del rapporto», il culmine dell'intensità emotiva cui può condurci la relazione con la persona amata. La vita non ha senso se noi non abbiamo un rapporto, e se questo rapporto all'improvviso ci viene strappato via, è la nostra stessa vita a venire messa in discussione. Osservato da questa prospettiva, ogni tentativo - anche se estremo - di salvare o ricostruire un legame a cui teniamo, equivale a un tentativo di salvarci la vita. Per questa ragione si può ricorrere a soluzioni estreme, perché dinanzi all'istinto di sopravvivenza, nulla sembra essere eccessivo. Quando si affronta questo genere di problemi, dovremmo sempre cercare di essere molto attenti, per non rischiare di emettere giudizi affrettati e, soprattutto, dovremmo cercare di non essere così ingenui e presuntuosi da sottovalutare le reazioni dell'altro e, più in particolare, dell'altra. La sottovalutazione del femminile e della sua capacità di reagire a soprusi e ingiustizie è il peggiore errore che il maschile possa compiere. Solo a posteriori l'uomo comprende la forza e il valore della dignità del femminile, solo quando ormai è troppo tardi, perché lei - esasperata - ha già messo in atto la sua terribile vendetta. Nella drammaticità estremizzata delle reazioni del femminile si cela la sua forza più grande. La sottovalutazione del femminile, ad esempio, rappresenta uno dei presupposti del tradimento compiuto dal maschile. L'uomo tradisce senza tenere in debita considerazione le ripercussioni del suo gesto e, soprattutto, sottovalutando le reazioni della donna. Partendo dall'ingenuo presupposto che lei debba gioco-forza accettare, superare, e persino comprendere le ragioni che lo hanno spinto nelle braccia dell'altra, l'uomo tradisce con grande superficialità, confortato soprattutto dall'idea che la compagna di sempre lo perdonerà e la propria vita potrà continuare senza essere turbata da particolari scossoni. Ma un simile modo di ragionare non viene innescato da altri fattori che non siano una caparbia presunzione da parte del maschile e la sua assurda e obsoleta sottovalutazione nei confronti del femminile. Tuttavia, l'evoluzione degli eventi fa sì che l'uomo debba quasi sempre amaramente ricredersi, sperimentando sulla propria pelle l'intensità delle emozioni che il tradimento può suscitare in una donna.
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