Nick: luca28 Oggetto: Nel covo degli ULTRAS Data: 10/9/2008 21.52.59 Visite: 195
Dall'articolo di Antonio Corbo de La Repubblica di oggi 10/09/08 Così hanno falsato i rapporti" A colloquio con i capi della trasferta nella capitale in un covo segreto del Vasto: "Ci diedero in pasto ai romanisti". Ultras a volto scoperto: "Sfidiamo in tv Trenitalia, è colpa sua". La ricostruzione del caos alla stazione: "C´era il questore e non fu ascoltato". "Quattromila in quei vagoni, 14 minuti fermi in un tunnel per farci impazzire" di Antonio Corbo Via Venezia, quartiere Vasto. Due ore in un covo degli Ultras. Per ascoltare e capire. Un retrobottega. Poco dopo mezzogiorno, ed è buio. Uno dei sei accende una luce. «Non ci nascondiamo, è il momento di dire la verità. E mostriamo le facce. Siamo noi, parliamo». Facce che in tv e nelle foto si sono viste a volte coperte, chissà. Niente sciarpe, basta immagini di violenza e di paura. «Non siamo angeli», ripete Alessandro Cosentino, che parla da leader. «Quando dovevamo nasconderci, l´abbiamo fatto. Stavolta siamo in un fango che non ci appartiene. Hanno condannato noi, il Napoli, la città capovolgendo la verità. Sfidiamo Trenitalia, vogliamo una diretta tv, presente il questore di Napoli. Vediamo chi ci smentisce». Sono in sei. Quarant´anni quasi tutti e un cuore bambino. "Movimento Ultras". Si eccitano: «Per noi esiste solo quel colore. Quella maglia. Orgoglio 1926 siamo noi. Non ce ne frega di giocatori e società. Passano, quel colore resta. Solo a Napoli nelle curve non entra la politica». Con Alessandro Cosentino, parlano Fabio Minicucci, televendite, Fabio Zizolfi, grafico, Vincenzo Zerlenga, carrozziere, Giuseppe Riccardi, tassista per i croceristi, Cristiano Iammarino, settore elettronica, «laureato e incensurato», precisa. «Non siamo una banda di pregiudicati?», dice un altro. Con sarcasmo. Un altro ancora: «Io i precedenti li ho, ma vivo di lavoro onesto. I tatuaggi? I nomi delle mie figlie». Incalza Cosentino: «Pregiudicati? Abbiamo dato nomi e data di nascita per i 3.600 biglietti. Questa è un´altra infamia. Ci conoscevano uno per uno. Una storia sporca, ora basta». Rappresentano 12 gruppi. Nove di curva A: Sud, Teste matte, Mastiffs, Brigata Carolina, Fossato Flegreo, Vecchi Lions, Rione Sanità, Bronx, Nuova Guardia. E tre di B: Ideale Ultras, Ultras '72, Fedayn. E quelli che facevano la guerriglia contro le discariche chi sono? «È politica. Per i loro quartieri. Il calcio non c´entra». E quelli finiti in galera per estorsione? «Fuori, non sono Ultras. Il nostro codice dice: mai rapporti con la società. A Pierpaolo Marino quando tornò a Napoli, sapendo che il vecchio Napoli finanziava certi tipi, dicemmo: a noi mai soldi, né biglietti, né favori. Se viene qualcuno, buttatelo subito fuori. Non è un Ultras. Punto e basta». Aggiunge: «Nel codice Ultras c´è anche: fare a botte senza mai informare le guardie. Rimane tutto tra di noi. I romanisti invece». Già, Montepulciano. Primavera scorsa. È qui il nodo. La Roma in trasferta con il Genoa e il Napoli con il Torino. «Per tre di noi 59 giorni in carcere. I romani diedero targhe e nomi. Ci è sembrato strano quando autorizzarono il nostro viaggio a Roma. Ci odiamo da anni, c´erano le botte di Montepulciano, le spiate, gli arresti, non era una partita a rischio? Fiutiamo il pericolo. Comincia il tam tam: a Roma aspettano il primo errore nostro. Ci danno in pasto ai romanisti. Non si va come pecorelle smarrite. Ma tutti in gruppo. Stampiamo il volantino per dire: niente vandalismi, paghiamo treno e stadio, stiamo tutti insieme. E tutti in treno. Comprammo i biglietti, che nessuno ha staccato, ci hanno aperto le porte». Sabato i contatti con la Digos. «Il dirigente Sbordone ha sempre parlato con noi. Grande poliziotto. Sempre chiaro e noi con lui. Trenitalia no. Non ci volle ricevere quel sabato. Ma ha venduto i biglietti per i treni delle 8.28 e 9.28. Ci ha fatto comprare anche il supplemento "Intercity libero". Poi, che fa? Ferma la vendita a noi, ma continua nelle biglietterie elettroniche. Con la Digos ci diamo appuntamento alla stazione. Alle 7 eravamo tutti lì. Ci dicono di partire alle 8.28 e ci rifiutiamo per non dividerci. Facciamo noi il cordone, entriamo lista per lista al binario 24 per il treno delle 9.28. Ma siamo in troppi e Trenitalia se ne frega della polizia. Arriva il questore alla Centrale, dico il questore, ma Trenitalia non cambia. L´impotenza del questore, poverino, ci fa rabbia. Alle 11.28, con due ore di ritardo, viene Trenitalia a ricontrollare i biglietti. Ma siamo pazzi? È qui che il questore chiede alla prefettura di ordinare la partenza. Quattromila in un treno. Neanche si respirava. Una tortura: tutte le fermate, e stop in galleria di 14 minuti. Per farci impazzire». Arrivano alla stadio all´inizio della ripresa. «Non siamo angeli. Abbiamo torce e petardi. Niente scontri con la polizia, però. Entriamo senza controlli, 15 per volta. Passano pure i nostri striscioni: 300. Con la scritta "Spie". I romanisti hanno capito perché». E i petardi? «Quello grosso è scoppiato alla stazione dopo la partita. In mezzo a noi. E la polizia ci ha caricato. Nel parapiglia, molti di noi si sono feriti. Sangue, urla, ma c´entra questo con la squalifica?». Con Trenitalia il conto è aperto, dicono. «Il treno devastato nessuno l´ha visto. Escono tre foto di chissà quale treno. Un tetto, un finestrino e un sediolino. Alle 17.30 il Tg3 calcolava già 500 mila euro di danni. Ma dove? Inventata una storia, che ha condizionato tutto e tutti». Un´atmosfera che avrà ispirato i rapporti inviati a Tosel, sospettano gli Ultras. Rapporti gonfiati: da chi e perché? La nostra unica FEDE... si chiama NAPOLI!!!!!
|