Nick: Cattivo Oggetto: Giurisprudenza voti manomessi Data: 25/9/2008 15.24.28 Visite: 169
Alcune anomalie riscontrate negli uffici della Federico II, l’ipotesi di esami universitari comprati, la Procura che vuole vederci chiaro. E che apre un’inchiesta, arrivando ad ipotizzare reati gravi. Una vicenda giudiziaria in cui sono due le accuse contestate - corruzione e falso - in un fascicolo aperto per il momento contro ignoti. L’ipotesi è che qualcuno si sia lasciato corrompere per assegnare voti brillanti in modo posticcio. Sono questi i termini dell’inchiesta aperta del pool mani pulite della Procura di Napoli - affidata al pm Giancarlo Novelli - che sta conducendo approfondimenti negli uffici e nelle segreterie della facoltà di Giurisprudenza di Napoli. L’inchiesta è stata affidata alla Digos del vicequestore Antonio Sbordone ed ha un ambito per il momento circoscritto: l’indagine riguarda per il momento alcuni esami svolti a Giurisprudenza, nella prima sessione d’esami del 2008. L’attenzione degli inquirenti è infatti da qualche giorno concentrata su alcune prove orali tenute tra gennaio e marzo scorsi, in relazione a presunte irregolarità riscontrate, che hanno sollevato non pochi sospetti in sede investigativa. Una vicenda tutta da definire, che ha un preciso atto di nascita: la denuncia presentata dall’amministrazione della facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli. Tecnicamente si tratta di una richiesta di accertamenti, che ha messo in moto la catena investigativa, con l’apertura di un fascicolo da parte del pm Novelli e la delega delle indagini agli agenti della Digos. Una mossa, quella dell’amministrazione della facoltà, che basterebbe da sola a confermare la trasparenza dell’ateneo di via porta di Massa, ma anche la volontà di chiarezza dell’intero corpo docenti e del personale interno all’istituto. La storia sui cui indaga la Procura è tutta in un paio di verbali di esame. Sono le famose «camicie», quelle in cui vengono trasmessi i voti dei candidati ammessi a sostenere la prova orale. Un tempo erano l’unica traccia a disposizione della segreteria per accertare i voti assegnati agli alunni iscritti al corso di laurea. Oggi, invece, il sistema di controllo interno è più complesso. È fatto apposta per individuare interventi non consentiti. E prevede verifiche incrociate con più documenti, tanto da rendere azzardate (e rischiose) ipotesi di manomissioni nei verbali che certificano una prova d’esame, la riuscita di una verifica e il voto finale riscontrato dall’alunno di turno. Fatto sta che è proprio dal check-in interno che sono balzate all’occhio anomalie. Una o più stranezze, quanto basta comunque a far scattare l’allarme e a dare inizio ad una doppia indagine: una interna, con gli strumenti tipici di cui dispone la burocrazia di un ufficio pubblico, un’altra di natura penale affidata alla Digos. Ma in cosa consiste il presunto inghippo? L’anomalia riguarda la catena di nomi presenti sulla camicia e i voti riportati accanto al nominativo dell’alunno, con tanto di data e di firma del docente. Da alcuni riscontri sarebbe emersa la presenza di nomi nuovi, aggiunti - sembra - in modo arbitrario, con tanto di voto in bella mostra. Piccole irregolarità per un’inchiesta complessa, che punta a fare chiarezza in modo spedito per accertare possibili responsabilità e mettere a tacere chi, tra il rettifilo e via porta di Massa, ha già preso a parlare di una «esamopoli» napoletana. tratto da ilmattino.it Un'epigrafe: La ragazza disse : A me piace la vita, sa? Come? come ha detto? La vita mi piace, ho detto. Ah sì? Mi spieghi bene. A me piace, ecco, e andarmene mi rincrescerebbe moltissimo. Signorina, ci spieghi, è terribilmente interessante... Su, voi, di là, venite anche voi a sentire, la signorina qui dice che la vita le piace! (Dino Buzzati - tratto da "Branchie" di Niccolò Ammaniti) |