Nick: m|r Oggetto: six feet underground Data: 9/10/2008 21.34.54 Visite: 186
Faceva freddo, molto freddo. Quando tiravo l'aria dentro mi faceva male nei polmoni. Chi cazzo ha detto che con la nebbia non può far troppo freddo? Lì non si vedeva niente e sentivo la nebbia entrare dal collo e scendere per la schiena. Tutti i rumori erano ovattati, non so perchè ma direi che erano bianchi. Nella notte padana le uniche luci erano quelle arancioni dei lampioni ai lati della strada. Colorati chiarori a dieci metri da terra. Dunque, il bianco dei rumori, l'arancione dei lampioni e il verde assurdo della Focus che avevo noleggiato. La signorina dell'AVIS mi aveva anche proposto il navigatore satellitare. Lo aveva fatto con una voce stanca e monotona. Da fine turno. Il sovrapprezzo era anche accettabile ma rifiutai per un accesso di tristezza e una smania di andarmene. Così entrai nella Focus assurdamente verde e ad uno dei primi svincoli decisivi mi persi. Mi fermai in uno di quei posti che ti chiedi come faccia la gente a viverci o a lavorarci. Volevo solo chiedere informazioni ma poi mi fermai a mangiare. Il tizio era della provincia di Caserta e stava lì da 6 anni. Parlandoci, mi buttò addosso una tonnellata di frustrazioni: "vorrei tornare" "qui, poi, non si sta male" "mi manca casa mia" "qui, alla fine, si vive" "forse scenderò almeno un po' più giù". Mi diede delle indicazioni così generiche che quando ripresi la Focus fu come se non mi fossi mai fermato. Cercai solo di tornare indietro. Arrivai in un posto così desolato che non c'erano più neanche le fabbriche che costeggiavano ogni parte della strada. Telefonai a chi mi stava aspettando. Quando mi chiese dove stavo non seppi rispondere. Dissi di non aspettarmi e che in qualche maniera avrei fatto. Scesi dalla Focus e mi appoggiai al cofano mentre il freddo mi avvolgeva. Ero in una strada che era sovrastata da una rampa di accesso a qualche tangenziale o raccordo. Tutt'intorno i rumori bianchi di cui sopra. Fino all'arrivo di un rumore intenso e prolungato (giallo?), un muggito, una frana o ruote inchiodate per un periodo interminabile. Poi un tonfo fragoroso, rumore di plastica, di vetri e gas in rapida espansione. Dalla rampa si vede anche una fiammata e un oggetto che percorrendo un'ampia parabola atterra a un metro dalla Focus e da me. Chiamo il 113 dico che è successo qualcosa, dico che non so dove sono, mi dicono che non hanno tempo da perdere, dico che non sono del posto, dico che non ho colpa, dico che perdersi può capitare, dico che può capitare di morire in certe sere d'inverno, dico che a un metro da me c'è qualcosa, dico che non si dovrebbe correre nella nebbia, dico che forse ci si dovrebbe fermare a meditare sui colori anche nella nebbia. Si eviterebbe di finire...
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