“A l’incontré” è il grido di battaglia dei “CUTA CUTA” una tribù nomade di origini migratorie che affolla gli altipiani da cui discendo. I Cuta Cuta sono grandi mangiatori di gallinacci, prendono il loro nome dal verso che fanno per attirarli “cuta cuta, cuta cuta, cuta cuta”, accorrono da tutta Europa con le loro “Fiat
Sull’Altipiano del Formicoso, cuore dell’Alta Irpinia, nella terra dei “cuta cuta”, lo scorso 18 Agosto Vinicio Capossela ha organizzato un mega happening musicale per contestare la realizzazione di una mega-discarica. La scelta del luogo non fu casuale. Infatti, Il palco fu sistemato nel punto esatto in cui verrà costruita la cosiddetta “piattaforma polifunzionale”. E lì spirava un vento forte. Lì infatti ci sono tante pale eoliche perché ci sta il vento forte. Semplice no? Il vento è amico perché aiuta le pale a girare, a far volare gli aquiloni, a far viaggiare il polline che insemina i campi. Ma domani no.
Non più, perché il vento aiuterà anche le ceneri a viaggiare lontano.
Già, Il messaggio è chiaro. Il vento riduce le distanze e così quello che può sembrare lontano non lo è più. Fanno bene a preoccuparsi e protestare ad Andretta. Fa bene la gente di Calitri ad essere incazzata.
Però qui nella terra dei “cuta cuta” nessuno ha organizzato e promosso la rivolta. Nessuno ha assaltato la caserma dei vigili del fuoco e il commissariato di polizia. Nessuno ha danneggiato, distrutto e incendiato gli autobus. Nessuno ha minacciato i commercianti. Perché qui nella terra dei “cuta cuta” non ci sono gli ultras prezzolati e i politici arruffa popolo e dietro di loro nascosti, gli interessi dei palazzinari e della camorra del cemento contro gli interessi della camorra dei rifiuti tossici che invece sì, quella discarica la voleva. No. Niente di tutto questo. Qui ci sta un grande artista che organizza un concerto per parlare a chi di questa gente non parla mai.
Allora ti dici che sì, ha ragione Capossela, questo è veramente il luogo esatto per spiegare i motivi del no a quel piano che fa paura. Perché qui nella terra dei “cuta cuta” la protesta è pura, autentica, senza doppi fini e nessuno ti può rinfacciare niente.
Allora partiamo dal Formicoso e parliamo per l’ennesima volta del decreto legge numero 90, il tanto sbandierato decreto che contiene le norme straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Che c'entra lo stoccaggio di fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, contenenti sostanze pericolose, nelle discariche di rifiuti solidi urbani: di cui una costruita in una cava tufacea, con pareti altamente permeabili e posta a pochi metri da una falda acquifera? In modo che domani, dopo esser stati sommersi dalla prevedibile valanga d’informazione sui politici di Pianura, la lobby del mattone e l’ennesima visita del presidente spazzino, ci ricorderemo anche del popolo dei “cuta cuta” e del loro sacrosanto diritto alla difesa della terra e della salute.
Quello che sta alla base del nuovo miracolo italiano firmato Berlusconi.
Perché in quel decreto, poi convertito in legge, ci sta una grande incongruenza. Infatti, se è vero che la costruzione delle nuove discariche è stata decisa per togliere la spazzatura dalle strade nell'attesa della fine della costruzione degli inceneritori, è’ anche vero che, in modo assurdo, si decide di autorizzare lo stoccaggio nelle discariche campane, di categorie di rifiuti che di certo non si trovano tra i rifiuti solidi urbani.
Queste discariche non servivano ufficialmente per togliere i rifiuti urbani dalle strade nell'attesa del completamento del ciclo dei rifiuti?
Allora leggiamo sti benedetti commi incriminati e facciamo nostre queste domande.
Ciauz.
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