
Il digiuno è un’ esperienza umana fondamentale,
che trascende la semplice riduzione
dell’apporto alimentare.
Paolo Testa
Durante il digiuno si sperimenta un particolare stato di coscienza alterato, dovuto a deprivazione sensoriale e a modificazioni del biochimismo interno:
emergono ricordi spontanei;
il mondo onirico si fa più vivido, ricco e facilmente rievocabile;
aumentano sia la capacità di rilassamento sia la disponibilità respiratoria;
migliorano l’attenzione, la concentrazione e la memoria con potenziamento delle forze di pensiero e delle capacità associative;
si ottiene una più fluida lucidità mentale con affioramento di idee creative;
si modifica l’input degli esterocettori (Tart C., 1975): gli organi di senso percepiscono la realtà esterna in modo più fluido e raffinato;
varia in maniera notevole la percezione cenestesica;
si è più facilmente permeabili alla percezione della dimensione spirituale e transpersonale;
si è maggiormente in contatto con il proprio mondo interiore ed emotivo;
viene favorita l’integrazione delle funzioni emisferiche del cervello ed il collegamento tra conscio ed inconscio;
si ottiene il progressivo dissolvimento delle tensioni muscolari croniche e della corazza caratteriale (Reich W., 1973);
l’energia compressa diviene disponibile a nutrire tutta la persona (Boadella D., 1987);
si verifica l’affioramento di aspetti psicopatologici compensati e/o mascherati;
si ottiene la liberazione delle emozioni inibite (catarsi);
vi è maggiore consapevolezza, spontaneità, integrazione;
aumenta la capacità di rilassamento, con riduzione degli effetti dello stress;
si sviluppano volontà, controllo di sé, determinazione ed autodisciplina.
L’individuo può ripiegarsi a cogliere le esigenze profonde e le direttive del Sé, nucleo centrale e vivificatore della psiche, iniziando una trasformazione evolutiva che porterà ad una vita più piena e compartecipe
vabbè che nun putess mai digiunare per giorni e giorni..
ma non è interessante come cosa?