Credo che tutti siano più o meno informati del perché si protesta dentro le università, e quindi tutti si sono formati un’opinione sull’argomento. In sostanza gli universitari protestano perché colpiti direttamente dall’ultima finanziaria che prevede tagli per 1.445 milioni di euro in 5 anni (circa il 3% ).Ma soprattutto protestano per il blocco del turn-over dei professori al 20% che renderebbe praticamente impossibile per qualunque assistente ambire ad una cattedra; per non parlare del ruolo dei dottorati di ricerca che qui da noi sono i meno pagati d’Europa e che diventerebbero delle semplici mance, distribuite dai baronetti, il cui potere , visto il rapporto di forza, all’interno del dipartimento finirebbe per crescere a dismisura;. e per l’articolo 16 della legge 133/2008, altresì nota come “legge anti-fannulloni”. Leggetela!, perché questa legge è il vero capolavoro del ministro Brunetta. In questo articolo, il ministro indica la possibilità di tramutare gli atenei in fondazioni di diritto privato e sancisce di fatto lo smantellamento dell’università e della ricerca.
Quindi, comunque la pensiate, dovete ammettere il fatto che gli elementi di protesta ci sono tutti. Eppure il dibattito che ne è sorto risulta essere molto confuso, anzi aggiungerei volutamente confuso.
Così Mario Giordano, direttore del “Giornale”, sta cercando da giorni di trasformare degli interventi di taglio della spesa corrente in una riforma vera e propria. E così, come per magia, questi articoli che sono limpidi nella loro brutalità, magari tradotti da un caporedattore precario in sanscrito , per il Giornale descrivono altro. Descrivono una riforma di sistema che non c’è.
Non c’è nessun taglio dei corsi inutili. Nessuna norma meritocratica che distribuisca in maniera appropriata i finanziamenti.
Nessun intervento che contrasti la piaga del nepotismo. E nessun intervento contro i baroni universitari.
Ditelo a Giordano. Nei tre articoli contenuti nel documento finanziario, approvato in consiglio dei ministri in 9 minuti e tradotto in legge ad agosto, a botta di voti di fiducia, in un giorno e mezzo
(tanto per dirne una, Prodi con il suo governo sgangherato, su invito del presidente della repubblica, ha dovuto votare la finanziaria del 2008, articolo per articolo, impiegando la bellezza di 3 mesi) non c’è niente di tutto ciò.
Libero è riuscito a fare di più. Anticipando “L’avviso ai naviganti” del fratello gemello di Silvio(un simpatico burlone), in un fondo a firma del deputato pregiudicato Renato Farina, per gli amici Betulla, dal titolo eloquente “Chiamate la polizia”, invitava la polizia a stroncare fantomatici picchetti (previsti dal Farina davanti a tutte le scuole per il giorno successivo… non ci sono stati ) mediante “calci nelle parti molli degli studenti. Poi il giorno dopo, Berlusconi Silvio, quello vero, smentisce il fratello gemello burlone e quindi bye bye “daje allo studente” . Libero allora si accoda alla strategia del Giornale e così anche Feltri decide di far tradurre in sanscrito gli articoli contenuti in finanziaria, hai visto mai che ne esce qualcosa di più interessante dei soliti tagli?. E infatti qualche giorno dopo, Libero titolava così:
“A vedere quanti soldi si buttano dalla finestra viene un attacco di bile(...) Viviamo giorni difficili. Una crisi finanziaria ed economica epocale si abbatte sul mondo: evitare gli sperperi dovrebbe essere un imperativo categorico. Dovremmo fare il tifo per il grande tagliatore Giulio Tremonti e invece una minoranza agguerrita quanto stolta non solo polemizza con lui: protesta, manifesta, grida con rabbia contro ogni iniziativa di buon senso amministrativo. I più scatenati sono i professori e gli studenti universitari di sinistra(…)- che la marmaglia impegnata in scioperi e occupazioni (per altro malriuscite) non sa quel che dice, è disinformata e disinforma. Afferma che le limature del ministro Mariastella Gelmini uccidono la cultura e il futuro dei giovani. Balle colossali…Enti inutili, Sanguisughe…tutto ciò sarebbe comico se i quattrini per alimentare i nullafacenti non provenissero dalle nostre tasche…”
La cosa più incredibile è che Feltri aveva ragione!
Leggendo questo articoli, mi è venuto veramente un attacco di bile.
E non per il titolo squallido . E neanche per il fatto d’essere stato chiamato “marmaglia”. NO. L’attacco di bile mi è venuto pensando al fatto che questo articolo è stato scritto da FELTRI!
E mo giustamente direte voi:“ e perché Feltri non può scrivere un articolo in cui spiega l’importanza dei tagli in un periodo di crisi economica?... Feltri non può urlare contro gli sprechi?”
Certo che si! E mi fa piacere pure che Feltri sia diventato sensibile al problema delle sanguisughe ruba soldi.
Magari convertito sulla via di Damasco, Feltri ha pure deciso di ritirare la denuncia alla Gabanelli e a Bernardo Iovene, per l’aggiornamento dell’inchiesta sul finanziamento pubblico della stampa.
In quella puntata di Report si trattava il problema del finanziamento pubblico dei giornali, che nel 2006 toccò la cifra record di 667 milioni di euro. In soldoni, l’Italia finanzia i giornali di partito Nel 1987 si fece una legge per cui bastavano due soli deputati che dichiarassero che il tal giornale è organo di un movimento politico per attingere ai contributi pubblici. Il giornale di Feltri, naturalmente non è un giornale di partito , quindi che c’azzecca Feltri con questa storia?
C’azzecca eccome, infatti Libero risulta essere l’organo politico del Movimento Monarchico ( che non esiste). Così facendo Libero ha incassato 5 milioni di euro di contributi nel 2003. Feltri ha uno stipendio come direttore di 15 mila euro al mese(sappia telo, nel suo stipendio evidentemente ci sono un po’ di soldi pubblici).
Inoltre, in Italia, ci sono molti giornali che incassano cospicui finanziamenti anche se le tirature sono di poche migliaia di copie. Infatti la vecchia legge che finanziava i giornali in proporzione alla tiratura è stata modificata nel 2001: ora si prevedono contributi pubblici solo ai giornali che diventano cooperativa. Tutto è rimasto come prima, perché ovviamente i giornali si sono adeguati, trasformandosi in cooperative.
È su questo punto che il direttore Feltri si è dunque inalberato, denunciando
Come se non bastasse, con un simpatico giochetto delle tre carte, Libero si appoggia ad un'associazione non a fine di lucro (per accaparrarsi i fondi statali), a cui si può destinare il 5xmille, la cui partita iva è esattamente quella del PROPRIETARIO di Libero stesso.
Tutto questo è bellissimo!
A questo punto, in virtù delle ragioni di stato dettate dalla crisi economica, proporrei di chiedere a Feltri(io ho stile e non ti chiamo pappone) ufficialmente una cosa semplice e banale:
“ Vittò, Pos e sord!”
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